Alegria de Pio è un piccolo villaggio rurale compreso nel municipio di Niquero e situato all’interno del Parque Nacional Desembarco del Granma, importante dal punto di vista naturalistico ma soprattutto dal punto di vista storico. Fu proprio qui che l’esercito rivoluzionario ebbe il suo bautismo de fuego (battesimo del fuoco): la prima sconfitta da parte delle truppe di Batista. Da questo episodio prese forma quello che poi sarà l’Ejército Rebelde.
Alegria de Pio è il primo punto principale che si trova sul sentiero che ripercorre le tracce dei rivoluzionari, da Las Coloradas porta fino a Comandacia de La Plata.
Un po’ di storia
Per poter raccontare la storia di Alegria de Pio bisogna prima fare un breve salto indietro nel tempo fino al 26 Luglio 1953, data in cui Fidel Castro, insieme ad un centinaio di ribelli, assaltò la caserma Moncada di Santiago de Cuba. L’esito dell’assalto fu disastroso, più della metà dei ribelli fu assassinata e Fidel fu catturato ed imprigionato. I fori dei proiettili sulla facciata della caserma sono ben visibili ancora oggi, in memoria di quanto accaduto.
Due anni dopo, nel 1955, Batista concesse l’amnistia a Castro e ad alcuni ribelli, i quali emigrarono in Messico. Qui Raul Castro presentò al fratello un giovane ragazzo argentino, Che Guevara, che diventerà in seguito il medico dell’esercito rivoluzionario. Il 25 novembre del 1956 alle due di notte circa, i 3, insieme ad altri 79 rivoluzionari, salparono dal porto messicano di Tuxpan a bordo dello yacht Granma che li avrebbe riportati a Cuba. Il viaggio non fu dei migliori, durò più del previsto e di conseguenza anche lo sbarco fu disastroso. La mattina del 2 Dicembre 1956 lo yacht si incagliò a pochi chilometri dalla spiaggia di Las Coloradas, l’equipaggio era stremato e avevano perso la maggior parte delle armi, delle munizioni e delle medicine. La zona dello sbarco è una zona tutt’ora piena di mangrovie, alberi spinosi e rovi che si estendono circa 2 km verso l’entroterra. Durante il tragitto per raggiungere la terraferma i rivoluzionari inciamparono tra le radici delle mangrovie, rimasero impantanati, furono feriti dalle numerose spine degli alberi e gli stivali gli provocarono importanti lesioni ai piedi. Come racconta Che Guevara nel suo libro:
“Arrivammo alla terra ferma, alla deriva, inciampando e costituendo un esercito di ombre, di fantasmi che camminavano come seguendo l’impulso di qualche meccanismo psichico”
La mattina del 5 Dicembre 1956 i rivoluzionari raggiunsero, stremati, Alegria de Pio e decisero di fermarsi a riposare in questa radura circondata da un lato da piantagioni di canne da zucchero e dall’altro da una fitta boscaglia. Qui i due medici Faustino Pérez e Che Guevara iniziarono a curare le ferite riportate dai loro compagni mentre Ramiro Valdés preparò il pranzo (due gallette con un po’ di riso e canne da zucchero). Verso mezzogiorno iniziarono a vedere i primi aerei dell’esercito di Batista sorvolare a bassa quota l’intera zona. Gli allora inesperti rivoluzionari non avevano calcolato che in quel punto sarebbero stati ben visibili dalle truppe nemiche ne tantomeno pensavano che la loro guida li avesse traditi. Più tardi Almeida vide arrivare un’altro aereo nemico, guardò l’ora, erano le 16.20. Da li a poco si sentì il primo sparo e subito dopo partirono le raffiche delle mitragliatrici.
Fidel cercò invano di raggruppare tutti i soldati verso il campo di canna da zucchero. Che Guevara, mentre stava finendo di pranzare e medicare due dei suoi compagni, fu sorpreso da una raffica di proiettili e fu ferito al collo, invece i suoi compagni vennero gravemente feriti e morirono poco dopo. Nel mentre Almeida cercò di raggruppare il suo gruppo nel canneto, aiutando i feriti e motivandoli a non arrendersi. Trovò il Che ferito e appoggiato ad un albero, gli coprì le spalle contro l’esercito nemico per dargli modo di medicarsi il collo, raccogliere le sue armi, le munizioni e di scappare verso il canneto. Fu in questo momento che Almeida, quando l’esercito di Batista intimò di arrendersi, gridò la celebre frase Aquí no se rinde nadie, cojones!.
L’esito di questa battaglia fu drastico: 3 uomini persero la vita e buona parte rimase ferita. I restanti 79 rivoluzionari si divisero in vari gruppi e si persero di vista. 18 di questi vennero catturati e assassinati.
Fidel rimase con Universo Sánchez e Juan Manuel Márquez, il quale si perse qualche giorno dopo, e trovarono in seguito anche Faustino Pérez, disarmato. Il suo gruppo quella stessa sera trovò riparo su un monte ad est di Alegria de Pio. Raul Castro si trovò in gruppo con Ciro Redondo, Efigenio Ameijeiras, René Rodríguez, Armando Rodrúguez e Cesar Gomez e rimasero a sud-est, mentre Che Guevara si ritrovò con Juan Almeida e altri 3 compagni, i quali trovarono riparo in una grotta poco distante dal campo dove avvenne la battaglia e dove rimasero per due giorni. Nei giorni seguenti trovarono anche Camilo Cienfuegos, Pancho González e Pablo Hurtado.
Se volete approfondire, potete leggere il racconto di queste giornate estratto dal libro di Che Guevara (in spagnolo) ‘Pasajes de la guerra revolucionaria‘.
Cosa vedere ad Alegria de Pio
- Monumento ai caduti: costruito nel 2009 in memoria della battaglia del 5 Dicembre 1956 e dei primi 21 rivoluzionari uccisi. La nostra guida ci ha spiegato che le colonne del monumento hanno diversi significati: le colonne medie e i solchi che vi si trovano simboleggiano le ferite provocate dalle armi da fuoco, i tagli e i vestiti lacerati dai rovi; le colonne più alte simboleggiano i combattenti di alto grado, come Fidel, Raul, Almeida e Che Guevara; le colonne più piccole simboleggiano i piccoli gruppi che si sono formati per scappare dall’esercito di Batista. Le due colonne laterali riportano la celebre frase ‘Aquí no se rinde nadie, cojones!’ e l’elenco dei rivoluzionari che persero la vita durante la battaglia di Alegria de Pio.
- Campo di canna da zucchero e croci dei primi 3 rivoluzionari uccisi durante la battaglia: la nostra guida ci ha spiegato che questo campo di canna da zucchero è rimasto invariato dal 1956 e conserva la stessa varietà delle canne da zucchero con le quali si alimentarono e dove si nascosero i rivoluzionari. Ogni anno vengono tagliate per permetterne la ricrescita, non sono mai state sradicate e ripiantate.
- Cueva del Che: le è stato dato il nome del Che in memoria dei giorni che ha passato al suo interno e all’eroico ruolo che ha ricoperto durante la rivoluzione. Conserva ancora la morfologia originale. È una grotta molto profonda, formata da due camere una in fila all’altra. Dall’interno della grotta il Che e Almeida potevano tenere sotto controllo l’esterno, ma dall’esterno non si riusciva a vedere l’interno della grotta. La nostra guida ci ha spiegato che questa grotta viene chiamata anche la Cueva de humo (grotta del fumo) perchè, quando il sole tramonta, dalla roccia evapora talmente tanta acqua da creare una nuvola di fumo. Se la guida ve lo permette, è possibile scendere al suo interno calandosi lungo le radici dell’albero che si trova all’ingresso della grotta. Prestate molta attenzione perché non ci sono protezioni e la discesa è molto difficile e senza appoggi.
- Sentiero Morlotte-Fustete: situato a circa 6 km dal sito di Alegria de Pio, è un sentiero facile e di soli 2 km che attraversa terrazzamenti marini e porta alla Cueva del Fustete e all’Hoyo de Morlotte, una dolina larga 52 metri e profonda circa 77 metri. La Cueva del Fustete è una grotta che si estende per circa 5 km e che custodisce al suo interno importanti pitture rupestri, un laghetto sotterraneo e tante stallatiti e stalagmiti di forme e dimensioni diverse. È inoltre possibile osservare al suo interno il bellissimo Majá de Santa María (boa cubano). In alcuni punti del sentiero bisogna salire su delle scalette in legno un po’ traballanti, ma nulla di difficoltoso, basta fare un po’ di attenzione.
- Sentiero El Samuel: anche questo sentiero è molto facile ed è lungo circa 1,3 km. Conduce alla Cueva Espelunca, una grotta che si crede fosse utilizzata dai Tainos per le cerimonie religiose.
Come arrivare ad Alegria de Pio
Arrivare ad Alegria de Pio non è affatto semplice e la strada semi asfaltata – in realtà ci sono più crateri che asfalto – è un vero e proprio incubo! La prima volta che ci abbiamo provato siamo finiti da tutt’altra parte, mentre la seconda volta, con non pochi problemi, siamo riusciti a prendere la strada giusta. La strada per Alegria de Pio non è segnalata da nessuna parte ed è proprio per questo motivo che abbiamo cercato di raccogliere tutte le informazioni possibili per facilitarvi il tragitto!
Alegria de Pio dista 28 chilometri da Niquero ed è proprio da qua che si deve imboccare la strada che vi poterà a destinazione. Arrivando dalla strada n. 4 ad un certo punto vi troverete davanti ad un bivio con un tabellone raffigurante Alegria de Pio: prendete la strada completamente a sinistra, quella semi asfaltata e piena di buche, e poi prendete la prima strada che incontrerete sulla sinistra.
Proseguite sempre dritto seguendo la strada a tratti asfaltata e a tratti piena di buche. Al bivio di Ricardo (leggete il nome sugli edifici) mantenete la destra e proseguite sulla strada semi asfaltata. Subito dopo incontrerete un alto bivio: tenete ancora la destra sulla strada semi asfaltata.
Poco più avanti incontrerete un altro piccolo paesino con due case in croce chiamato Barrio Miramar (abbiamo chiesto ad un abitante, non è nemmeno segnato sulla cartina…). Tenete ancora la destra al bivio. Proseguite sulla strada semi asfaltata, siete a metà percorso! Prima di arrivare al prossimo paese incontrerete altre stradine sterrate sia a destra che a sinistra, ma voi proseguite sulla strada semi asfaltata. Superate Limones e proseguite dritto. Superate anche Las Palomonas e continuate dritto sulla strada semi asfaltata.
Dopo il cartello che segnala l’ingresso al parco, incontrerete un cartello in legno (minuscolo) che indica l’arrivo al piccolo paesino di Alegria de Pio e al bivio continuate a destra sulla strada semi asfaltata. Poco dopo la strada diventerà sterrata.
Per andare al Monumento Nacional continuate dritto sulla strada per circa 3,5 km dopo il paese. Cliccate sull’immagine per ingrandirla e salvarla.
Calcolate un’ora per andare e un’ora per tornare, con un mezzo 4×4. Per la visita al monumento, ai campi di canna da zucchero e alla grotta dove si rifugiò Che Guevara chiedete alle guide (obbligatorie) che troverete sul posto.
Costi:
- 5 CUC a persona per l’ingresso del parco nazionale
- 5 CUC per la guida
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1 Comment
Sara L’Esploratrice
28 Dicembre 2017 at 19:17Che bella Cuba! Ci sono stata ma non ho avuto modo di esplorarla così a fondo e questo posto sembra proprio interessante. E poi la storia dei luoghi che visito mi affascina sempre, in particolare quella del centro/sud america 🙂