Racchiusa nel freddo abbraccio delle montagne circostanti, sorge l’antica Augusta Praetoria, una colonia fondata dopo la vittoria dei romani sui salassi. Conosciuta come l’antica Roma delle Alpi, grazie al ricco patrimonio monumentale lasciato dai romani, oggi Aosta è una graziosa città d’arte tutta da scoprire.
Prendetevi almeno una giornata per passeggiare nel suo centro storico, chiudete gli occhi e fate un salto con l’immaginazione indietro nel tempo. Immaginate la maestosità del teatro romano, dell’Arco di Augusto e della Porta Praetoria oltre 2.000 anni fa, quando queste strade e la vicina Via Gallia erano percorse dai romani.
In questo articolo vi raccontiamo cosa vedere ad Aosta in un giorno, suggerendovi un itinerario a piedi che vi porterà in tutti i luoghi più belli ed importanti della città. Trovate inoltre qualche informazione su dove dormire, come arrivare e dove parcheggiare.
Itinerario ad Aosta: cosa vedere in 1 giorno
Un po’ di storia!
Il territorio dell’odierna Aosta era frequentato già in età neolitica da una popolazione di cultura megalitica, come testimonia il sito archeologico di Saint-Martin-de-Corléans. L’area, nel corso dei millenni, cambiò diverse volte la sua funzione, passando da area sacra ad area agricola e, infine, ad area funerale intorno al III secolo a.C.. Successivamente, secondo una leggenda valdostana, l’area divenne la necropoli della città di Cordela, fondata nel 1158 a.C. da Cordelo (o Cordelus), leggendario capo dei Salassi, discendente della stirpe di Saturno. Ad oggi però non ci sono dati a sufficienza per confermare o meno questa storia.
Intorno al III secolo a.C. arrivò il turno dei romani che, dopo la vittoria di Scipione su Annibale alla fine della seconda guerra punica (202 a.C.), misero gli occhi sulle Alpi. Ai tempi i Galli, alleati dei Cartaginesi, costituivano una minaccia per Roma che dovette consolidare il proprio dominio sulla Pianura Padana e sul territorio alpino. Lo scopo era quello di utilizzare le Alpi come barriera naturale contro le continue invasioni barbariche e di costruire, agli sbocchi delle valli, diverse città fortificate che controllavano gli accessi alla Pianura Padana.
Con la conquista della Gallia, dal I secolo a.C., i valichi del Piccolo e Grande San Bernardo assunsero sempre più importanza, rendendo necessario prendere il controllo della valle abitata ai tempi dai Salassi, ostacolo al passaggio di soldati e mercanti lungo la Via delle Gallie. Dopo diverse piccole spedizioni militari e trattati di poco conto, nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò un esercito consistente, avendo la meglio sui Salassi.
Nacque così Augusta Praetoria Salassorum, una città fortificata costruita in breve tempo seguendo il modello del castrum, l’accampamento militare romano. La città era difesa da un’imponente cinta muraria, con 4 porte di accesso. La via principale era la Decumanus Maximus (l’attuale Via Porta Praetoria), ai tempi larga 9 metri, prosecuzione naturale della Via delle Gallie che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo. All’interno delle mura costruirono le terme, l’anfiteatro, il teatro e il foro, mentre a sud sorgevano i quartieri residenziali. In breve tempo, Augusta Praetoria divenne il più ricco e grande centro abitato dell’Italia settentrionale.
Grazie alle mura difensive e alle Alpi, nel corso dei secoli, la città subì ben poche invasioni. La sua distruzione, secondo una leggenda, sarebbe avvenuta per mano dei Barbari e dei Saraceni. In realtà i maggiori danni li subì dalla ricostruzione tardo medievale, quando furono riutilizzate le pietre delle costruzioni romane per costruire chiese e torri.
Verso la fine del VI secolo Aosta divenne sede vescovile, appartenendo prima alla diocesi di Vercelli e poi alla chiesa metropolitana di Milano fino all’VIII secolo. Nel corso dei secoli successivi Aosta, a causa della sua posizione strategica per l’accesso in Italia, rimbalzò di regno in regno. Prima quello ostrogoto, poi quello longobardo, poi ancora quello franco, il Regno d’Italia, il Regno di Borgogna, fino ad arrivare all’Unità d’Italia.
Cosa vedere ad Aosta
Prima di iniziare a raccontarvi cosa vedere ad Aosta, vogliamo consigliarvi di acquistare il biglietto cumulativo Aosta Archeologica. Nel biglietto è incluso l’accesso al Teatro Romano, al Criptoportico Forense, alla Basilica Paleocristiana di San Lorenzo, al Museo Archeologico Regionale e all’Area Megalitica. Il prezzo è di € 10,00 (ridotto € 8,00 – gratuito fino ai 25 anni) e ha validità di un anno.
Noi abbiamo iniziato la nostra visita dal Ponte Romano di Aosta, costruito con la fondazione della colonia militare di Augusta Praetoria. Il ponte serviva per poter passare da una parte all’altra del fiume Buthier ed ebbe un ruolo importante anche nella rete stradale romana. Da qui la strada consolare chiamata Via delle Gallie si diramava verso il Passo del Piccolo e del Gran San Bernardo.
Col passare dei secoli e in seguito al cambiamento del corso del fiume Buthier, il ponte romano perse la sua funzione e pian piano iniziò ad interrarsi. Fu scoperto e riportato alla luce solamente nell’epoca moderna.
Poco distante dal ponte si trova il maestoso Arco di Augusto, costruito nel 25 a.C. per celebrare la vittoria dell’imperatore romano sui Salassi. Si tratta di un arco a tutto sesto, adornato sui lati da dieci semi-colonne con capitelli corinzi e una trabeazione dorica, decorata con i classici metope e triglifi.
Il monumento nel corso dei secoli ha subito molte variazioni, fino ad ottenere l’aspetto attuale in seguito all’ultimo restauro del 1912-13. Originariamente l’arco era sovrastato da un attico, rimpiazzato con un tetto di ardesia nel 1716 per cercare di preservarlo dalle numerose infiltrazioni. Nel Medioevo venne rinominato Saint-Voût (Volto Santo dal francese) in quanto vi era stata posizionata un’immagine del Salvatore. Quest’ultima fu successivamente sostituita da un crocifisso, collocato nella volta dell’arco per proteggere la città dalle esondazioni del fiume Buthier. Quello che si vede oggi è una replica, l’originale si trova nel Museo del Tesoro cella Cattedrale di Aosta.
Con una piccola deviazione dalla strada principale di Aosta, abbiamo raggiunto il Complesso Monumentale di Sant’Orso, con i suoi antichi affreschi ottoniani e il chiostro con capitelli medievali. La piazzetta è dominata da un imponente campanile romanico, alto 44 metri, eretto nel XII secolo. Al suo interno custodisce 12 campane, la maggiore fusa in Francia nel 1589. Accanto si trova l’antico tiglio, detto “di Sant’Orso”, piantato tra il 1530 e il 1550. Una leggenda narra che a piantarlo fu proprio Sant’Orso. Il complesso sorge fuori dalla cinta muraria di Aosta, sui resti di un’antica necropoli romana.
Qui abbiamo visitato la Chiesa romanica di Sant’Orso, il cui aspetto attuale è frutto di numerosi rifacimenti nel corso dei secoli. I primi lavori più importanti li promosse il vescovo Anselmo I, che ampliò la chiesa donandole le classiche forme romaniche, a tre navate con copertura a capriate lignee e tre absidi semicircolari. Di questo periodo restano oltre alle mura e ai pilastri, la cripta perfettamente conservata e gli affreschi risalenti all’XI secolo.
Un ulteriore grande sconvolgimento ci fu nel XV secolo ad opera del Priore Giorgio di Challant, il quale fece rifare la facciata, abbellì il coro con delle bellissime vetrate e fece sostituire la vecchia copertura a capriate con le attuali volte a crociera. Questi lavori rovinarono in maniera irreparabile gli antichi affreschi, i cui pochi resti oggi sono conservati tra il tetto e le volte.
Il priore fece costruire anche il Priorato, adiacente alla chiesa, che ad oggi risulta essere l’unico edificio in cotto dell’intera regione. Al suo interno custodisce una bella scala a chioccia che conduce ad una piccola cappella decorata con un ciclo di affreschi dedicati a San Giorgio. Da un lato è raffigurata la leggenda aurea di San Giorgio, mentre dall’altro è affrescata la Vergine col Bambino che osserva Giorgio di Challant.
Abbiamo poi visitato il Chiostro della Collegiata di Sant’Orso, la cui costruzione è iniziata intorno al 1132, famoso per i suoi meravigliosi capitelli istoriati del XII secolo. Dei 52 capitelli originari oggi se ne sono conservati solamente 37, più 3 risalenti ad una ristrutturazione avvenuta nel ‘700. I capitelli, posti su colonne in bardiglio di Aymavilles, sono in marmo bianco. Per proteggerli e renderli impermeabili si pensa che sia stato applicato un composto colloso misto a cenere che, ossidandosi, col tempo li ha definitivamente anneriti. I capitelli raffigurano scene tratte dal Nuovo e dal Vecchio Testamento, scene della vita di Sant’Orso, personaggi, animali ed elementi decorativi.
La collegiata e il Chiostro sono aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00, ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Il costo è di € 7,00 e include il chiostro, gli affreschi e il priorato. È possibile acquistare solo l’ingresso al chiostro al costo di € 2,00.
A pochi passi dalla collegiata si trova la Basilica Paleocristiana di San Lorenzo, situata sotto l’attuale chiesa sconsacrata di San Lorenzo. Ci troviamo su un’importante necropoli romana, in un’area utilizzata a scopo funerario già nell’Età del Ferro. Qui, con l’avvento del Cristianesimo, all’inizio del V secolo fu costruita la Basilica di San Lorenzo destinata ad ospitare le sepolture dei primi vescovi di Aosta.
La chiesa ha una pianta a croce latina e ospita diverse tipologie di sepolture, sia all’interno che all’esterno delle mura perimetrali. All’interno si possono osservare alcune parti delle strutture liturgiche, i sepolcri di tre vescovi vissuti tra il V e il VI secolo (Grato, Agnello e Gallo) e altri resti di tombe risalenti tra il V e il VIII secolo. Distrutta in epoca carolingia, fu più volte ricostruita nel corso dei secoli e modificata nell’XI-XII secolo. L’aspetto attuale risale all’ultima ristrutturazione del ‘600.
La basilica è aperta in inverno (Ottobre-Marzo) dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. In estate (Aprile-Settembre) tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. È chiusa il 25 Dicembre e il 1 Gennaio. Ultimo ingresso 15 minuti prima della chiusura. L’ingresso è incluso nel biglietto cumulativo Aosta Archeologica.
Tonando verso la via principale di Aosta siamo arrivati alla maestosa Porta Praetoria, l’ingresso orientale dell’antica città romana di Augusta Prætoria Salassorum. Questa porta, formata da due archi minori laterali, un arco maggiore centrale e due torri difensive, risale al 25 a.C. e si è ottimamente conservata fino ai giorni nostri. L’arco centrale era destinato al passaggio dei carri, mentre dagli archi laterali passavano i pedoni. Tutti e tre gli accessi erano chiusi da cancelli e sopra agli archi è ancora possibile osservare i camminamenti delle guardie.
Nel I secolo d.C. la porta fu abbellita con lastre di marmo, mentre le torri laterali hanno subito diversi rifacimenti nel corso dei secoli. La torre di sinistra conserva ancora alcuni tratti di architettura romana, mentre quella di destra, che oggi ospita l’Ufficio del Turismo, è stata rimaneggiata in maniera più evidente. Nel medioevo la porta divenne la casa di una nobile famiglia, che viveva nella torre destra. Sopra l’arco centrale fu costruita una piccola cappella, sotto la quale vi era un forno per il pane.
Gli ultimi scavi archeologici effettuati sono abbastanza recenti, tra il 2012 e il 2013, e hanno riportato alla luce la pavimentazione originale del 25 a.C. che si trovava a più di 2 metri sotto l’attuale strada.
A pochi metri dalla porta sorge il bellissimo Teatro Romano, realizzato qualche decennio dopo la fondazione della città nella zona scelta dai romani come quartiere dello spettacolo. Ai tempi il teatro aveva una larghezza di circa 80 metri e una lunghezza di circa 64 metri, di cui oggi restano solamente i resti della maestosa facciata alta 22 metri, della cavea (le gradinate per gli spettatori) e degli spazi per l’orchestra e il fondo di scena. Al suo interno poteva ospitare 3.500/4.000 spettatori. Il suo buono stato di conservazione si deve ad alcune costruzioni medievali, addossate alla facciata del teatro, demolite nei moderni lavori di recupero e restauro. Oggi il teatro è sede di alcuni eventi e concerti, mentre in inverno vi vengono allestiti i Mercatini di Natale di Aosta.
Il Teatro Romano è aperto in inverno (Ottobre-Marzo) dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. In estate (Aprile-Settembre) tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. È chiuso il 25 Dicembre e il 1 Gennaio. Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura. L’ingresso è incluso nel biglietto cumulativo Aosta Archeologica.
Adiacente alle mura romane che circondano il teatro si trova la Tour Fromage, risalente al XII secolo e appartenente alla famiglia Du Fromage (o Casei). La torre medievale, a pianta quadrata e su tre piani, nel 1549 fu luogo di un pranzo ufficiale in onore di Ferrante I Gonzaga, governatore di Milano, in visita in Valle d’Aosta su incarico di Carlo V.
La nostra visita continua verso la Torre dei Balivi, di cui non si conosce l’anno esatto di costruzione e rimaneggiata nel corso dei secoli fino all’attuale aspetto. Agli inizi del XV secolo vi furono trasferiti il tribunale e le carceri, mentre dal 1626 vi rimasero solo le carceri. Il penitenziario chiuse nel 1984 e oggi ospita l’Istituto Musicale di Aosta.
Accanto alla torre sorgono i pochissimi resti dell’Anfiteatro Romano, oggi inglobati nel Monastero di Santa Caterina. Se desiderate visitarlo, vi basterà suonare e le suore vi accompagneranno. Noi siamo stati accolti da una anziana e simpaticissima suora che vive nel monastero dagli anni ’80. Ci ha raccontato che i primi anni, dai balconi del monastero, poteva chiacchierare con i carcerati.
Ad oggi non si ha ancora certezza sull’epoca della sua costruzione. Alcuni studiosi pensano che fosse compreso nel piano di costruzione della città, per via della sua posizione all’interno delle mura. Se cosi fosse, l’Anfiteatro Romano di Aosta sarebbe uno dei più antichi costruiti dai romani. Altri invece, analizzando la lavorazione del rivestimento delle mura, pensano risalga al I secolo d.C.. Una parte della cavea si trovava sotto il manto stradale, mentre la parte superiore era appoggiata sulle 60 arcate intervallate da semi-colonne di ordine tuscanico. Poteva ospitare circa 15.000 spettatori. Oggi dell’anfiteatro non restano che i resti di 8 arcate inglobati nell’edificio medievale.
La nostra visita continua verso l’elegante Piazza Chanoux, situata nella zona centrale della città e dedicata al martire della resistenza Emile Chanoux ucciso dai nazisti nel 1944. Da qui si diramano le vie principali di Aosta, perfette per una pausa pranzo o una sosta per un po’ di shopping. Al centro della piazza spicca la Statua all’Alpino valdostano, realizzata nel 1924, mentre tutto intorno sorgono palazzi ed edifici storici.
Tra questi si trova il Municipio, con la sua elegante facciata neoclassica e due statue situate alla base. Le sculture rappresentano i due fiumi che bagnano la città: la Dora Baltea e il Buthier. La facciata del municipio è inoltre decorata da un orologio e una meridiana. La sua costruzione risale al 1815 e sorse sui resti del Convento di San Francesco, del suo campanile e del chiostro.
Accanto al municipio si trova l’Hôtel des États, edificio celebre per essere stato sede degli Stati Generali e del Conseil des Commis, ovvero un’istituzione locale nata nel 1536.
Dopo una breve pausa abbiamo raggiunto la Cattedrale di Santa Maria Assunta, l’edificio religioso più antico e importante di Aosta. La sua fondazione risale alla fine dell’Impero Romano, quando una domus divenne domus ecclesiae, primo luogo d’incontro dei cristiani. Sorge nell’antica area del Foro Romano, i cui pochissimi resti sono visibili a pochi passi dall’edificio. Verso la fine del IV secolo, dopo la nomina di Aosta a diocesi, fu costruita la cattedrale.
Come successe per la Collegiata di Sant’Orso, anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta subì importanti trasformazioni attorno all’anno 1000 per volere del vescovo Anselmo. In questo periodo la cattedrale fu rimaneggiata assumendo un aspetto romanico, di cui oggi rimangono solo la cripta e gli affreschi ottoniani nel sottotetto. Nei secolo successivi sono state apportate altre modifiche, come l’aggiunta dei mosaici pavimentali dei cori e delle vetrate, è stata realizzata la facciata cinquecentesca (1522-26), è stato aggiunto il frontone neoclassico (1848) e realizzato il chiostro.
Al suo interno è possibile visitare su richiesta il Museo del Tesoro, che offre una panoramica sulla storia dell’arte valdostana dei secoli XIII-XVIII. Al suo interno si trovano pezzi del ricco tesoro della Cattedrale e alcune opere d’arte provenienti da diverse parrocchie della Valle.
La cattedrale è aperta tutti i giorni dalle 7.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00. L’ingresso alla cattedrale è gratuito, mentre la visita guidata agli affreschi nel sottotetto, al chiostro e al museo costa € 5,00. L’ingresso al solo museo costa € 4,00.
Accanto alla cattedrale si trova il Criptoportico Forense, un passaggio sotterraneo coperto, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2020. La struttura ricopriva un importante ruolo strutturale, in quanto serviva a regolarizzare il naturale dislivello del terreno nell’area del foro. Il foro era diviso in due aree distinte: l’area sacra e la platea forense, dove si affacciavano gli edifici pubblici e le botteghe.
Il Criptoportico Forense circondava l’area sacra del foro romano dove, in posizione sopraelevata, sorgevano uno accanto all’altro due templi, circondati su tre lati da un colonnato. Il primo era dedicato ad Augusto, fondatore della città, e il secondo era dedicato alla triade Giove, Giunone e Minerva. Sotto di essi sorgeva il criptoportico, una galleria a due navate e realizzata su tre lati, con una fila centrale di colonne in travertino che sorreggono le volte a botte. L’illuminazione e l’areazione avveniva grazie a piccole finestre a bocca di lupo. Grazie alla sua temperatura costante durante tutto l’anno, nel Medioevo il criptoportico fu utilizzato come cantina.
Il Criptoportico Forenze in inverno (da Ottobre a Marzo) è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, mentre in estate (da Aprile a Settembre) è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. L’ingresso è incluso ne biglietto cumulativo Aosta Archeologica.
Poco distante dal Criptoportico e dalla Cattedrale, sorge quel che oggi resta dell’antico Foro Romano, ciò che era il cuore pulsante della città. Nel suo antico splendore, il foro era immenso e si estendeva dalla porta sinistra fino al Decumano Maximo. Aveva due grandi platee, di cui una sopraelevata, due grandi templi, botteghe, tabernæ e gli uffici amministrativi. Di tutto questo oggi restano solamente pochi resti, tra cui la platea più lunga, abbellita da due colonne aggiunte in seguito agli scavi archeologici effettuati. È possibile visitare l’area grazie a delle passerelle in legno.
A poca distanza dal Foro Romano si trova la Croce di Città, il cui nome ufficiale sarebbe Croix-de-Ville, nome che storicamente indicava invece l’incrocio del Cardo e del Decumano. Si tratta di un monumento in pietra eretto nel 1541 in memoria della cacciata dei calvinisti dalla Valle d’Aosta. A testimonianza del fatto, sulla base del monumento si trova una targa con un’iscrizione latina.
Il nostro itinerario ad Aosta è proseguito verso la Chiesa di Santo Stefano, una meravigliosa chiesa risalente al XIII secolo nascosta tra le case della città e conosciuta anche con il nome francese di Saint Etienne. La chiesa sorse su un’area destinata a necropoli, poco fuori dalla Porta Romana Principalis Sinistra, i cui resti si possono osservare al di sotto dell’adiacente Museo Archeologico Regionale. Qui passava una delle principali strade dell’antica Augusta Praetoria, che conduceva verso l’Alpis Poennina, importante meta di commercio e passaggio d’oltralpe.
L’attuale aspetto della chiesa è stato raggiunto in seguito agli ultimi lavori avvenuti nel 1728-29. Tra le parti più belle della chiesa spiccano gli affreschi della facciata recentemente restaurata, che raffigurano la scena del martirio di Santo Stefano e diversi Santi, il grande altare maggiore barocco del 1670, la statua lignea di San Cristoforo realizzata nel VX secolo da un unico ceppo e il bellissimo organo.
La visita è proseguita al Museo Archeologico Regionale (MAR), aperto nel 2004, dove è possibile approfondire la storia di Aosta partendo dall’epoca preistorica, passando dal periodo romano e arrivando fino all’epoca medievale. Al suo interno ospita anche due collezioni private: la collezione numismatica Pautasso che raccoglie monete dell’antica Grecia fino all’epoca sabauda, e la collezione Carugo che raccoglie reperti di epoca etrusca, egiziana e e mesopotamica.
Il museo è aperto in estate (da Aprile a Settembre) tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, mentre in inverno (da Ottobre a Marzo) dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. È chiuso il 25 Dicembre e il 1 Gennaio. L’ingresso è incluso ne biglietto cumulativo Aosta Archeologica.
L’ultima tappa del nostro itinerario è stata l’Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, un sito di circa 10.000 metri quadrati situato a 6 metri di profondità, rinvenuto nel 1969 durante i lavori di scavo per la costruzione di alcuni edifici. Un sito di oltre 6.000 anni, la cui storia parte dal Neolitico recente, per poi proseguire nell’Età del Rame, nell’Età del Bronzo, nell’Età del Ferro e nell’epoca romana. Le ultime fasi di frequentazione le si hanno nel Medioevo e nell’età contemporanea.
Inizialmente il sito era utilizzato come area sacra, destinata al culto agricolo e delle persone, testimoniata dal ritrovamento di alcuni solchi di aratura nel terreno, pozzi cilindrici, fori per i pali e stele antropomorfe. Solamente negli ultimi secoli del III millennio a.C. il sito assunse una funzione funeraria, diventando una necropoli con tombe monumentali realizzate riutilizzando le stele antropomorfe. Successivamente, con l’inizio dell’Età del Bronzo (attorno al 2200 a.C.), il sito perse gradualmente la sua funzione sacra, mantenendo solamente la sua funzione funeraria. Una delle tombe più significative è la Tomba 2, costruita su una piattaforma triangolare di pietra e utilizzata per quasi un millennio come sepoltura collettiva, ospitando i resti di ben 39 persone.
Attorno al sito archeologico è stato realizzato un museo sia per proteggerlo sia per raccontare la storia di questo luogo. Il museo è aperto in estate (da Aprile a Settembre) da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00, mentre in inverno (da Ottobre a Marzo) è aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. È chiuso il 25 Dicembre e il 1 Gennaio. L’ingresso è incluso ne biglietto cumulativo Aosta Archeologica.
Se avete voglia di camminare ancora un po’ vi consigliamo di fare un giro al di fuori del centro storico per visitare le tante torri di Aosta. Noi le abbiamo inserite alla fine del nostro itinerario in città, raggiungendole in auto per risparmiare un po’ di tempo.
Come prima tappa abbiamo visitato le Mura Romane, l’antica cinta muraria che proteggeva l’antica Augusta Praetoria, lunga circa 727 metri sui lati lunghi e circa 574 metri su quelli corti. Oggi di questa cinta, seppur abbastanza conservata, è possibile osservarne alcuni tratti.
La prima torre che abbiamo visitato è la Tour Neuve, risalente al XIII secolo e costruita sui resti di un’antica torre romana, le cui tracce sono visibili nel basamento. Questa torre cilindrica oggi è ciò che resta di un ben più ampio complesso fortilizio ormai andato perduto.
Abbiamo poi proseguito verso la Torre del Lebbroso, costruita sui resti di un’antica torre romana ancora visibile. La torre era nota in origine come Torre Friour o De Friours dal nome della famiglia che vi ci abitò. Nel 1773 la acquistò l’Ordine Mauriziano e prese l’attuale nome, derivante dal fatto che tra il 1773 e il 1803 vi fu rinchiuso un lebbroso insieme alla sorella per evitare che contagiassero la città.
Il nostro giro è continuato con la visita della Torre o Castello di Bramafam, sorta nel luogo in cui in epoca romana si trovava la Porta Principale Destra della cinta muraria. Fu riadattata a castello solamente in epoca medievale per volere dei Visconti di Aosta, predecessori della famiglia degli Challant. Attorno al suo nome ruota una leggenda che narra di una grave carestia che costrinse la popolazione ad ammassarsi sotto la torre, abitata da una famiglia benestante, per chiedere cibo. Da qui il nome Bramafam (bramé la fam in patois valdostano), che significa gridare per la fame.
Infine abbiamo visitato la Torre del Pailleron, una delle poche torri che hanno conservato le loro caratteristiche originarie romane. Il suo nome deriva dal fatto che fu utilizzata a lungo come pagliaio. Il suo aspetto odierno è merito dei lavori di ristrutturazione effettuati in seguito ad un incendio del 1894.
Come arrivare ad Aosta
Aosta è ben collegata via terra con le principali città e regioni del Nord Italia, perciò non è difficile da raggiungere con la propria auto. Da Milano potete percorrere l’Autostrada A4 fino a Santhià e poi proseguire sulla A5/E35 fino ad Aosta. La distanza è di circa 185 chilometri, percorribili in 2 ore e 15 minuti. Da Torino potete percorrere l’Autostrada A5. La distanza è di 114 chilometri, percorribili in circa un’ora e mezza. L’unica pecca negativa della Valle d’Aosta è il costo dell’autostrada, davvero spropositato in relazione alle distanze percorse.
Se volete risparmiare un po’ e viaggiare in modo più eco-sostenibile, vi consigliamo di lasciare a casa l’auto e di raggiungere Aosta in treno. Una volta giunti in città potete comodamente raggiungere e visitare il centro a piedi. Per cercare gli orari più comodi e le tariffe più convenienti, vi consigliamo di confrontare i treni disponibili con Omio, una piattaforma che permette di confrontare e prenotare diversi mezzi di trasporto in Europa, Stati Uniti e Canada. Il treno da Milano ad Aosta impiega circa 3 ore, con un solo cambio a Chivasso, e vi porterà a destinazione con solo € 17,00 a tratta.
Per chi proviene da più lontano può viaggiare in aereo arrivando all’aeroporto di Torino Caselle, che dista circa 115 chilometri da Aosta, e poi in treno da Torino ad Aosta. Il tragitto dura circa due ore e i treni per Aosta partono dalle stazioni di Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa. Dall’aeroporto parte una navetta che porta in centro, fermando anche alle due stazioni ferroviarie.
Dove dormire ad Aosta
Durante il nostro soggiorno ad Aosta abbiamo dormito all’Albergo Mancuso del Voison, situato in un’ottima posizione centrale e vicino sia rispetto alla funivia di Pila (600 metri) sia dalla stazione ferroviaria (900 metri). L’albergo è a gestione familiare, situato in una zona tranquilla, offre camere accoglienti e un piccolo ristorante che serve piatti italiani e specialità della Valle d’Aosta, preparati unicamente con ingredienti naturali. La colazione è a buffet ed è sia continentale, con alimenti dolci, sia internazionale, con alimenti salati.
Le camere sono spaziose, ben pulite, con Wi-Fi e con bagno privato dotato di tutto ciò che può servire durante il soggiorno. L’unica pecca è che il parcheggio non è situato all’interno della struttura, ma poco distante.
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