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Europa / Islanda

Askja: come arrivare e cosa vedere. Escursione di un giorno

Quando ci viene chiesto qual è il luogo più bello che abbiamo visitato in Islanda, trovare una risposta è davvero difficile. L’Islanda è una delle poche terre dove ad ogni angolo c’è qualcosa di meraviglioso, capace di lasciarti senza parole, senza respiro, incredulo. Tra i luoghi più belli che abbiamo visto compaiono sicuramente i Fiordi dell’Ovest, selvaggi e remoti, le tante cascate islandesi, il nuovo vulcano Fagradalsfjall, le bellissime Highlands. Ed è proprio qui che si trova uno dei nostri posti preferiti, Askja, che in islandese significa caldera (cratere sommerso). Un vulcano le cui ultime eruzioni sono state disastrose, un vulcano ancora attivo che negli ultimi mesi è tornato a far parlare di se.

In realtà Askja è un insieme di caldere che si trovano al centro di un sistema vulcanico lungo 150-190 chilometri e largo dai 10 ai 20 chilometri, le cui ultime grandi eruzioni risalgono al 1875 e al 1961. Ed è proprio in queste eruzioni che si sono formate le caldere e i crateri che oggi possiamo visitare, con i loro meravigliosi laghi. Siamo all’interno del complesso montuoso del Dyngjufjöll, situato sul lato settentrionale del Parco Nazionale del Vatnajökull. Lungo la strada, ma anche lungo il sentiero per raggiungere la caldera, ci si immerge in paesaggi talmente surreali, deserti, desolati, che vi sembrerà di essere stati catapultati sulla Luna.

In questo articolo vi diamo tutte le informazioni utili per organizzare la vostra visita ad Askja e Viti in autonomia o affidandovi ad un tour operator specializzato. Vi diamo inoltre informazioni su come arrivare ad Askja, su quali F-Roads percorrere, sui guadi e su cosa vedere lungo la strada.

Visita ad Askja: come arrivare e cosa vedere

Caldera di Askja e Cratere e Lago Viti
Caldera di Askja e Cratere e Lago Viti

Un po’ di storia: dalla formazione alle ultime eruzioni

La formazione del sistema vulcanico di Askja è relativamente recente e la si può far iniziare tra i 10.000 e gli 11.000 anni fa (inizio Olocene), quando si verificò una grande esplosione del vulcano centrale. Pensate che la tefra (insieme di materiale piroclastico) di questa eruzione è stata trovata addirittura nel Sud della Svezia, in Irlanda del Nord e in Norvegia settentrionale. Recentemente è stata ritrovata anche in Romania. Fu in seguito a questa eruzione che la camera magmatica presente sotto al vulcano centrale si svuotò, facendo sprofondare parte della struttura vulcanica, e si formò la caldera più grande e antica di Askja (45 chilometri quadrati).

Dopo questo episodio Askja smise di far parlare di se fino al 29 Marzo 1875, quando iniziò una delle più grandi eruzioni esplosive verificatesi in Islanda. Durante questa eruzione il vulcano emise circa 2 milioni di metri quadrati di cenere e pomice, avvelenando grandi quantità di bestiame nell’Islanda del nord e dando il via ad una numerosa ondata di emigrazioni verso l’America. L’eruzione provocò la formazione di una caldera più piccola, che negli anni successivi si è riempita d’acqua formando il lago Öskjuvatn, che con i suoi 217 metri di profondità è il secondo lago più profondo d’Islanda dopo Jokulsarlon. Al termine dell’eruzione del 1875 si formò anche il cratere Viti, al cui interno si trova un piccolo lago con acqua geotermale, la cui temperatura oscilla tra i 22°C e i 30°C.

Askja: Cratere Viti
Askja: Cratere Viti

Dopo quasi mezzo secolo di tranquillità, tra il 1921 e il 1927 attorno alla caldera si sono verificate alcune piccole eruzioni, una delle quali ha creato la piccola isola vulcanica presente nel lago Öskjuvatn. L’ultima eruzione di Askja ci fu nel 1961 quando a fine Ottobre, in seguito ad alcuni terremoti, si aprì una fessura eruttiva lunga circa 800/1.000 metri. Fontane di lava alte fino a 500 metri, laghi e fiumi di lava che ricoprirono quella più antica per quasi 11 chilometri quadrati, con un totale di circa 100 milioni di metri cubi di lava. L’eruzione terminò ad inizio Dicembre dello stesso anno. La fessura vulcanica è stata chiamata Vikraborgir e il campo di lava che ha formato è stato chiamato Vikrahraun.

Askja è tornato a far parlare di se ad Agosto 2021, quando è stato notato un sollevamento anomalo del suolo di circa 6/7 centimetri. L’interpretazione più probabile per questo sollevamento è un nuovo afflusso di magma a una profondità compresa tra 2-3 chilometri. Nelle prossime settimane l’Ufficio Meteorologico Islandese (IMO) e l’Istituto di Scienze della Terra (UÍ) terranno monitorata l’area.

Askja: Cratere Viti
Askja: Cratere Viti

Quando andare ad Askja

Come vi abbiamo già accennato, gli altopiani islandesi sono raggiungibili solamente pochi mesi all’anno e solamente in estate. Askja non fa eccezione e va da se che il periodo migliore per andare ad Askja è da Giugno a Settembre circa. L’apertura delle F-Road per raggiungere Askja può variare di anno in anno, perciò prima di partire verificate le condizioni stradali sul sito road.is. Inoltre, all’inizio dell’estate è possibile che parte del sentiero e della caldera siano ancora ricoperti dalla neve.

Un altro fattore da tenere a mente per decidere quando andare ad Askja è il meteo. Mettetevi in marcia solamente se il meteo è sereno per tutta la giornata. In Islanda il meteo cambia repentinamente e in pochi minuti si può passare da una bella giornata soleggiata ad un’improvvisa bufera di neve e vento.

Andare ad Askja in inverno è possibile, ma solamente a bordo di una Super Jeep molto alta, gomme chiodate e un’ottima conoscenza di guida nelle Highlands in inverno. Se desiderate visitare Askja in inverno, affidatevi ad un tour operator specializzato.

Personalmente, per quanto amiamo l’inverno e il paesaggio invernale, vi consigliamo di visitare Askja in estate per ammirare i suoi splendidi colori e il meraviglioso paesaggio circostante.

Askja: Lago Öskjuvatn
Askja: Lago Öskjuvatn

Come arrivare ad Askja: quali F-Roads percorrere e guadi

Askja è situato nel campo lavico di Ódádahraun, un vasto deserto che copre circa 5.000 chilometri quadrati, delimitato dalla palude di Bárdardalsdrög a ovest, dal fiume Jökulsá á Fjöllum a est e dalle pianure aride di Mývatnsöræfi a nord. Già solo da questa descrizione dovreste aver capito quanto può diventare complicato raggiungere il cratere, soprattutto in condizioni meteo non favorevoli.

Prima di partire controllate sempre le condizioni dei percorsi e del meteo sui seguenti siti ufficiali:
1. safetravel.is per verificare se c’è qualche alert nella zona
2. road.is per verificare l’apertura o la chiusura delle strade che dovete percorrere
3. vedur.is per verificare le condizioni meteorologiche

Una delle F-Road per arrivare ad Askja
Una delle F-Road per arrivare ad Askja

Per arrivare ad Askja serve un veicolo 4×4, ben rialzato da terra e, possibilmente, con snorkel a seconda della strada che deciderete di percorrere. In qualsiasi caso, le strade che percorrerete per arrivare ad Askja sono sterrate, dissestate e presentano dei fiumi da guadare. L’unica differenza da tenere presente nella scelta del percorso è la difficoltà dei guadi. Per arrivare ad Askja avete due differenti possibilità: una più corta e difficile, una un po’ più lunga ma semplice. Entrambi i percorsi vi terranno impegnati tra le 3 e le 4 ore a tratta.

F905 + F910 (semplice): da Myvatn dovete prendere la Ring Road (Road 1) e guidare fino a raggiungere lo svincolo per la Strada 901, che troverete sulla destra. Dopo qualche chilometro troverete sulla destra lo svincolo per la F905, che dovete seguire fino a raggiungere lo svincolo per la F910. Circa 5 chilometri dopo essere entrati sulla F910, troverete il primo fiume da guadare e pochi minuti dopo troverete il secondo. Il primo fiume è il più alto che abbiamo trovato lungo la strada, perciò valutate bene se il guado è fattibile o meno. Lungo la strada troverete un totale di 3 fiumi da guadare. Seguite la F910 fino alla fine, dove si trova il campeggio Dreki.

Una delle F-Road per arrivare ad Askja
Una delle F-Road per arrivare ad Askja

F88 + F910 (impegnativa): da Myvatn dovete prendere la Ring Road (Road 1) e guidare fino a raggiungere lo svincolo per la F88. Continuate a guidare lungo la strada, fino a raggiungere lo svincolo per la F910, che dovete seguire fino alla fine dove si trova il campeggio Dreki. Lungo la F88 ci sono diversi fiumi da guadare, di cui 1 molto alto, il Lindaá, e spesso non attraversabile con un normale 4×4. Prima di questo guado troverete un cartello informativo e all’interno del fiume troverete una corda. Se dopo aver scrutato attentamente fondo e altezza deciderete di passarlo, attraversate esattamente accanto alla corda. Questo è il punto più basso e con fondo migliore dove attraversare, non attraversate in altri punti o rischierete di restare impantanati del fiume.

Entrambi i percorsi conducono a Drekagil, da dove dovete proseguire poi lungo la F894 per altri 20 minuti circa (8 chilometri). Alla fine della strada, a Vikraborgir, troverete un parcheggio.

Escursioni organizzate ad Askja

Se non ve la sentite di guidare sulle F-Roads islandesi o di guadare fiumi, talvolta anche abbastanza alti, potete affidarvi ad uno dei tanti tour organizzati che partono dalla zona di Myvatn.

Un’agenzia che vi consigliamo di cuore è Myvatn Tours, un’azienda a conduzione familiare nata nel 1980. Fu la prima agenzia ad organizzare tour turistici ad Askja. Ai tempi ci voleva molto di più rispetto ad oggi per raggiungere Askja, in quanto le strade erano molto dissestate e le auto non erano prestanti come oggi. Jón Árni Sigfússon, fondatore di Myvatn Tours, contribuì alla localizzazione della strada migliore per raggiungere Askja, portando tour organizzati a giorni alterni. Oggi l’agenzia è stata rilevata dal figlio e offre escursioni organizzate ad Askja tutti i giorni dalla fine di Giugno fino alla prima settimana di Settembre, a seconda dell’apertura e della chiusura delle strade.

Escursione ad Askja con Myvatn Tours
Escursione ad Askja con Myvatn Tours

Noi siamo stati ad Askja sia in autonomia sia ospiti di Myvatn Tours, che ha organizzato tutto egregiamente. La guida era molto preparata e ci ha raccontato tutta la storia di Askja e dei luoghi che abbiamo visitato durante il tour. Inoltre, essendo geologo, ci ha dato tantissime informazioni sulla formazione del vulcano e sulle eruzioni avvenute nel corso dei secoli. L’escursione ad Askja è organizzata a bordo di un autobus 4×4 rialzato, in grado di attraversare anche i fiumi più impervi, e lascia tempo a sufficienza in ogni tappa del tour. Ad Askja avrete 2 ore e mezza di tempo, mentre a Drekagil avrete 45 minuti.

Il costo dell’escursione è di ISK 22.900,00 a testa (circa € 150,00), dura 12-13 ore e include il trasporto e la guida. Dovete portarvi acqua, pranzo e snack sufficienti per tutta la giornata.

L’ufficio, punto di partenza delle escursioni di Myvatn Tours, si trova ad Arnarnes (Myvatn) lungo la strada 848, 2 chilometri a Sud di Reykjahlíð.

Escursione ad Askja con Myvatn Tours
Escursione ad Askja con Myvatn Tours

Cosa vedere lungo la strada per Askja

Le strade che conducono ad Askja offrono scorci meravigliosi sul paesaggio circostante e già da sole sono un viaggio nel viaggio. La più scenografica è senza dubbio la combo F205+F210, mentre la F88 è un po’ più monotona. Di seguito vi indichiamo qualche tappa dove fermarvi per fare una piccola sosta. Non che ce ne sia bisogno, dato che lungo la strada vi verrà voglia di fermarvi ogni 5 metri per fotografare il meraviglioso paesaggio.

Hrossaborg: un cratere di esplosione a forma di ferro di cavallo, o anfiteatro, formatosi circa 10.000 anni fa. Il suo nome significa Castello dei Cavalli, in quanto un tempo era utilizzato come rifugio naturale per i cavalli. In origine Hrossaborg era quasi perfettamente circolare, con un diametro di 500 metri, ma a seguito di alcune inondazioni parte di esso crollò dandogli la forma che vediamo oggi. È possibile visitarlo tramite un sentiero. Ad Hrossaborg sono state girate alcune scene del film Oblivion di Tom Cruise. Il cratere si trova all’inizio della F88.

Cascata di Gáski: è una piccola cascata lungo il fiume Grafarlandaá. Si trova subito dopo un piccolo guado e si può percorrere un breve sentiero fino a raggiungerne la cima. Qui potete tranquillamente riempire le vostre borracce: l’acqua è fresca e potabilissima.

Herðubreiðarlindir: una splendida oasi in mezzo ad un deserto di lava, che prende il nome dalla regina delle montagne islandesi: Herðubreið. Herðubreið è un vulcano con la cima piatta, formatosi da una serie di eruzioni avvenute quando l’area era ancora ricoperta dal ghiaccio, anche spesso oltre 1.500 metri, durante l’ultima era glaciale. Poco distante si trova il Lago dei Cigni, abitato da una famigliola numerosa di cigni. Trovare un’oasi verde e rigogliosa nel bel mezzo di infinite distese di lava è qualcosa di surreale, che ti lascia davvero senza parole.

Percorrendo un breve sentiero che si districa tra cespugli e lava, si raggiunge Eyvindarkofi, o il Rifugio di Fjalla-Eyvindur. Qui è dove tra il 1774 e il 1775 trovò rifugio uno dei fuorilegge più noti d’Islanda, Fjalla-Eyvindur (che in islandese significa Eyvindur delle Montagne). Fjalla-Eyvindur aveva il vizio di rubare e, da quando è stato scoperto, fu costretto a scappare e nascondersi per oltre 20 anni, prima nei Fiordi dell’Ovest e poi nel deserto con sua moglie, Halla. Secondo i suoi racconti, l’anno che ha passato in questo rifugio è stato il più duro della sua vita. Non aveva il fuoco per potersi scaldare, si nutriva di carne di cavallo cruda, ma aveva una fonte di acqua limpida che sgorgava direttamente dalla lava nella caverna. Se vi sporgete, con attenzione, potete vedere ancora oggi la sorgente d’acqua al suo interno.

A Herðubreiðarlindir troverete alcune casettine in legno e in una di queste, la più lontana, ci sono i servizi igienici. Potete utilizzarli e riempire le vostre borracce.

Cascate di Gljúfrasmiður e canyon: questa piccola ma potente cascata si trova all’interno di un bellissimo canyon. Il canyon è stato scavato dal fiume glaciale Jökulsá á Fjöllum, il secondo fiume più lungo in Islanda (206 chilometri) e il cui nome in islandese significa fiume glaciale nelle montagne. La sua portata è molto molto forte e scorre direttamente dal ghiacciaio Vatnajökull. Lungo il suo corso, più a Nord, forma anche le famose cascate Dettifoss, Selfoss e Hafragilsfoss.

È possibile fare una breve passeggiata lungo il canyon, ma state molto attenti in quanto la roccia potrebbe essere scivolosa. Evitate di avvicinarvi troppo al bordo del canyon ed evitate di mettervi in pericolo inutilmente. Se doveste per sbaglio cadere nel fiume, non c’è modo di salvarvi.

Vikrahraun: tutto ad un tratto il paesaggio varia, passando dal nero della lava al giallo della tefra. Quest’area è stata ricoperta di tefra durante l’eruzione del 1961. È qui che vi sembrerà di essere stati catapultati in un altro Mondo, sulla Luna o chissà dove.

Drekagil: il Canyon del Drago, nome che deriva dalla forma delle rocce che lo sovrastano e che ricordano dei draghi. È possibile visitare il canyon grazie ad un breve sentiero che conduce ad una bellissima cascata nascosta. Il canyon è accessibile solo quando l’acqua del fiume è abbastanza bassa per poterla attraversare.

Sentiero per raggiungere la caldera di Askja e il cratere Viti

Una volta arrivati a Vikraborgir e lasciata l’auto al parcheggio, troverete le indicazioni per l’inizio del sentiero verso la caldera di Askja e il cratere Viti. Il sentiero è molto semplice, la valle vulcanica che attraversa è quasi tutta pianeggiante, e vi terrà impegnati circa 35 minuti a tratta. È ben segnalato da paletti e lungo la tratta ci sono alcuni pannelli esplicativi che raccontano la storia della formazione del vulcano, delle caldere e dei crateri.

Il sentiero parte alla fine del parcheggio e, dopo una breve e facile salita che vi condurrà ai pannelli esplicativi, prosegue praticamente tutto in piano fino alla fine. L’unica parte un po’ più difficile è la salita finale sulla caldera, ripida e scivolosa se nei giorni precedenti ha piovuto tanto, o in presenza di neve ad inizio estate. È proprio alla fine della salita che si iniziano a vedere i due bellissimi laghi.

Giunti in cima vi troverete davanti al cratere Viti, che in islandese significa Inferno, un cratere vulcanico esplosivo formatosi alla fine dell’eruzione nel 1875. Al suo interno, negli anni, si è formato un piccolo lago geotermico color azzurro latte dove oggi è possibile fare il bagno. La sua temperatura è variabile, a seconda di quanta acqua di disgelo vi viene scaricata in primavera, e va dai 20°C ai 30°C.

È possibile percorrere il breve sentiero circolare intorno al cratere Viti, semplice ma esposto, e scendere fino al piccolo lago per fare il bagno. Fate attenzione alla discesa verso il lago in quanto è molto, molto ripida e scivolosa ma, soprattutto, ricordate che dovrete risalire dallo stesso sentiero. C’è inoltre il reale pericolo di caduta massi dal bordo del cratere.

Un altro sentiero conduce invece all’interno della caldera di Askja, fino ad avvicinarsi al Lago Öskjuvatn, che in islandese significa Lago di Askja. La sua superficie è di circa 11 chilometri quadrati e la profondità di 217 metri, che lo rende il secondo lago più grande e profondo d’Islanda dopo la laguna glaciale di Jökulsárlón. Se il tempo è bello e sereno, dal lago si ha una splendida vista sul complesso montuoso del Dyngjufjoll.

Come vestirsi per visitare Askja

Il meteo in Islanda è imprevedibile e, anche in estate, si può passare da una bella giornata soleggiata ad una bufera di neve improvvisa, specialmente nelle Highlands. È per questo che vestirsi a strati è fondamentale quando si decide di visitare questa splendida isola e il suo interno.

Le temperature estive non sono eccessivamente fredde, perciò dell’ottimo abbigliamento da montagna è sufficiente. A seconda di quanto siete freddolosi, partite da un primo strato di intimo termico o maglia tecnica da montagna, che vi permetterà di restare asciutti e mantenere la temperatura corporea allo stesso tempo. Indossate sopra un buon pile, non eccessivamente pesante, o un maglione. Pantaloni da montagna e guscio, rigorosamente impermeabili e anti vento. Vi consigliamo di portare anche uno zaino contenente un k-way aggiuntivo e un pile aggiuntivo da indossare nel caso in cui doveste aver freddo.

Inutile dire che gli scarponi da montagna sono necessari, meglio se impermeabili, e vi sconsigliamo di percorrere il sentiero con normali scarpe da ginnastica. Se andate ad inizio o fine estate, è probabile che troverete neve sul sentiero e sulla caldera, pertanto nello zaino inserite anche un cambio per le calze e, se non vi sentite sicuri a camminare sulla neve, potrebbero aiutarvi dei ramponcini da agganciare sugli scarponi.

Sentiero verso la Caldera di Askja e il Cratere Viti
Sentiero verso la Caldera di Askja e il Cratere Viti

Curiosità su Askja

Askja si trova in una zona remota, dove la pioggia cade per pochissimi millimetri l’anno. Un luogo talmente desertico, lunare, che nel 1965 e nel 1967 la NASA vi organizzò gli addestramenti per il programma Apollo per preparare gli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin alla loro missione lunare. Se volete saperne di più, vi consigliamo di visitare l’Exploration Museum situato in centro ad Husavik. La sala principale del museo è dedicata al programma Apollo, mentre le altre sale sono dedicate alle esplorazioni vichinghe e alle esplorazioni polari.

Nel 1907 gli scienziati tedeschi Walter von Knebel e Hans Spethmann, e un pittore Max Rudloff visitarono Askja per studiare la sua caldera. Dopo qualche giorno, Knebel e Rudloff un giorno decisero di esplorare il Lago Öskjuvatn a bordo di una piccola imbarcazione, mentre Spethmann avrebbe continuato a fare ricerche sulle montagne circostanti. Quando il giovane scienziato tornò nelle loro tende, verso sera, gli altri uomini non c’erano. Spethmann cercò i suoi compagni di viaggio per 5 giorni, ma senza risultato e senza trovare alcun indizio o traccia.

I due scomparvero senza lasciare alcuna traccia. La fidanzata di Von Knebel, Ina von Grumbkow, guidò una spedizione per andare a cercarli, ma non fu mai trovato alcun indizio di cosa fosse successo ai due scienziati. Una risposta a questo mistero è forse stata trovata nel 2014, quando furono effettuate diverse osservazioni sugli effetti di una frana all’interno della caldera. La terra, cadendo, causò un’onda alta circa 30 metri in grado di distruggere qualsiasi cosa lungo il suo cammino. Si pensa che i due scienziati possano essere stati vittime di un evento simile.

Askja
Askja

Mappa di Askja, delle F-Roads e dei guadi

Per comodità, di seguito vi lasciamo una mappa delle F-Roads che conducono ad Askja. Sulla mappa sono segnalati anche i guadi che si incontrano lungo queste strade. Se cliccate sulla mappa per ingrandirla, potete vederli segnati con una specie di V.

Mappa delle F-Roads che portano ad Askja, con guadi (segnalati da una V)
Mappa delle F-Roads che portano ad Askja, con guadi (segnalati da una V)

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❄ Informazioni generali e curiosità

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