Campobasso può essere tranquillamente definita la metropoli del Molise, dato che è la città più popolosa della regione. La città si pensa abbia origini longobarde e, passeggiando per il suo centro storico, si trovano diverse testimonianze delle diverse epoche storiche che ha vissuto, dal duecento fino al neoclassico. Noi abbiamo dedicato a questa zona due giorni pieni e in questa piccola guida su cosa vedere a Campobasso e dintorni vi vogliamo dare qualche consiglio per ottimizzare il tempo a disposizione se, come noi, ne avrete poco!
Campobasso e i Misteri: Cosa vedere a Campobasso e dintorni

Noi abbiamo visitato Campobasso durante la domenica in cui si è tenuto il corpus domini, una giornata di festa dove per le vie della città sfilano i Misteri. Ma cosa sono i Misteri?
I Misteri nascono da rappresentazioni allegoriche religiose della Bibbia e sono costruiti con una struttura in una lega ferrea molto leggera ma allo stesso tempo molto resistente. L’ideatore di queste opere d’arte è il campobassano Paolo Saverio di Zinno, che le realizzò nel XVIII secolo. Ogni anno, durante il corpus domini, sfilano per le vie della città questi ‘quadri viventi’ composti da anziani, adulti e soprattutto bambini, i quali prendono le vesti di angeli santi e demoni che volteggiano nell’aria ancorati alla struttura principale creando un effetto quasi surreale. Le strutture sono portate a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo di tamburo cadenzato dal capo mistero, mentre la banda musicale detta il tempo con una marcia tratta dal Mosè di Rossini. I Misteri sfilano nel seguente ordine:
- Sant’Isidoro
- San Crispino
- San Gennaro
- Abramo
- Maria Maddalena
- Sant’Antonio Abate
- Immacolata Concezione
- San Leonardo
- San Rocco
- L’Assunta
- San Michele
- San Nicola
- Santissimo Cuore di Gesù
Alla fine della manifestazione, dal palazzo comunale l’arcivescovo di Campobasso impartisce la Benedizione ai Misteri.






Cosa vedere a Campobasso: Curiosità sui misteri
Napoli vuole i Misteri
Ferdinando II di Borbone, Re di Napoli, durante la sua visita a Campobasso rimase ammaliato alla vista dei Misteri tanto che avrebbe voluto portarli con se a Napoli. Da quel giorno nacque una regola che si tramanda di generazione in generazione, ovvero: se i Misteri non dovessero riuscire a sfilare in Processione nel giorno del Corpus Domini, verranno trasferiti a Napoli. Perciò sono obbligati a uscire con qualsiasi previsione meteo.
La lega speciale che nessuno riesce a riprodurre
Il campobassano Paolo Saverio di Zinno nel XVIII secolo, per dare forza ed elasticità alla struttura dei Misteri, ha forgiato una lega speciale che nessuno, fino ai giorni nostri, è riuscito a riprodurre e non ha lasciato niente di scritto riguardo la fusione dei materiali. Questo spiega perché i Misteri, distrutti nel 1805, non sono stati ricostruiti e perché quello realizzato nel 1959 risulta essere il più pesante.
I Diavoli
I Diavoli sono senza ombra di dubbio i protagonisti della manifestazione. Sono irriconoscibili grazie al trucco e si possono muovere liberamente a differenza degli altri personaggi dei misteri, perciò possono fare scherzi al pubblico rimanendo in totale anonimato. Le loro “vittime” preferite sono le suore affacciate ai balconi del convento in Viale Elena, che minacciano con una coda di mucca. La tradizione vuole che i genitori affidino nelle mani dei diavoli i loro figli per immortalarli in una fotografia.


L’Angelo della Tomba
È l’Angelo alla base del Mistero dell’Assunta ed è noto come l’Angelo della fossa perché custodisce la tomba della Vergine Maria.
La Donzella
È il personaggio più enigmatico dei Misteri perché secondo la tradizione la Donzella era impersonata da un ragazzo effeminato, chiamato femminiello. Con il passare degli anni anche le ragazze poterono impersonare questo ruolo. Sembrerebbe che alla fine della manifestazione la Donzella percepisce un premio in denaro se riesce a non cedere alla tentazione dei diavoli, ovvero non deve sorridere alle smorfie fatte dai diavoli.

Cosa vedere a Campobasso
Castello Monforte
Il castello è situato nel punto più alto e spettacolare di Campobasso dominando così tutta la città dall’alto. Ha una base a pianta quadrata con una torre centrale rettangolare che ospita la stazione meteorologica di Campobasso. La sommità è ornata da merli guelfi, mentre le finestre sono cosi piccole da confondersi con le feritoie.
L’ingresso ci accoglie con lo stemma della famiglia Monforte, composto da una croce incastonata tra quattro rose. Al suo interno si presenta molto semplice e senza fronzoli e attraverso una scalinata si arriva alla spettacolare vista panoramica che spazia dalle colline pugliesi alle montagne abruzzesi, fino ad arrivare al Mar Adriatico distante una sessantina di chilometri in linea d’aria.


Chiesa di San Bartolomeo
La chiesa, risalente alla metà del XIII secolo, presenta una facciata con due arcate cieche e la parte centrale rialzata rispetto a quelle laterali. Il protiro è molto schiacciato e al suo interno è presente una lunetta suddivisa in due sezioni: la prima raffigura il Cristo Redentore, l’altra è divisa in otto figure trapezoidali che circondano i simboli dei quattro evangelisti. L’interno della chiesa è diviso in tre navate con colonne e capitelli geometrici uniti tra loro da archi a tutto sesto.
Torre Terzano
Si trova nei pressi della chiesa di San Bartolomeo, nella parte più alta del borgo. Una leggenda narra che, nel XVI secolo, tra le due famiglie in guerra – i Crociati (artigiani) e i Trinitari (ceto commerciale emergente) – due giovani ragazzi, figli delle rispettive famiglie, si innamorarono: Delicata Civerra e Fonzo Mastrangelo. A causa dell’opposizione delle famiglie non poterono coronare il loro sogno, perché il padre di Delicata rinchiuse la figlia dentro la torre, murandola. Fonzo, disperato, si arruolò nell’esercito per dimenticare e Delicata morì di crepacuore. Dopo alcuni anni Fonzo, scoperta la tragedia, decise di rinchiudersi in se stesso e diventò frate.

Museo sannitico
Si trova in pieno centro, è allestito all’interno del suntuoso palazzo Mazzarotta e si suddivide su tre livelli partendo dal ritrovamento del villaggio di Campomarino, databile alla fine dell’età del bronzo, fino ad arrivare agli splendidi reperti delle necropoli di epoca longobarda di Campochiaro.
Museo dei Misteri
Il museo è strutturato in tre sale, di cui una è dedicata alle proiezioni. La prima sala che incontriamo è allestita con costumi d’epoca e foto che testimoniano le passate manifestazioni. La seconda sala, la più importante, è dove sono esposte le 13 impalcature usate per la sfilata e infine, nella sala proiezioni, girano a rotazione le testimonianze video delle manifestazioni registrate nel 1929, 1948, 1952, 1958, 1999 e 2006 mostrando anche quelli che sono i backstage della manifestazione.

Chiesa di Sant’Antonio Abate
La chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel 1572 sopra i resti di un’altra chiesa ed è il monumento che meglio rappresenta l’arte barocca a Campobasso. L’interno presenta una navata con un altare maggiore realizzato in marmo, ai lati ci sono quattro piccoli altari intagliati in legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa ci sono dipinti di Guarino da Solofra come la tela di san Benedetto del 1643 e alcune altre opere di piccolo formato che si trovano sull’altare dedicato a sant’Antonio Abate.
Cattedrale della Santissima Trinità
Sorge dalle ceneri della prima edificazione del 1504 che, a causa di un terremoto, crollò. Venne ricostruita in stile neoclassico con il prònao esastilo con colonne di ordine ionico. L’interno, a tre navate senza transetto, presenta affreschi del pittore campobassano Amedeo Trivisonno (1904 – 1995) situati al sopra del portone d’ingresso.

Cosa vedere nei dintorni di Campobasso
Matrice: Chiesa di Santa Maria della Strada
Situata poco fuori dal centro abitato di Matrice e in corrispondenza del tratturo Pescasseroli-Candela, si erge una delle più significative chiese del Molise, tanto da essere stata nominata Monumento Nazionale. Edificata tra l’XI e il XII secolo, la chiesa apparteneva a un monastero benedettino ed era una tappa fondamentale per il ristoro dei pellegrini che, provenienti dal nord Italia, si dirigevano verso i monasteri della Puglia.
Lo stile della costruzione e delle decorazioni è il tipico stile romanico molisano, con una struttura a pianta rettangolare triabsidata, suddivisa al suo interno in tre navate con capitelli ornati da motivi vegetali. Di particolare interesse è il monumento funebre in stile gotico dove si presume riposi Gemma di Lupara, discendente della famiglia Lupara proprietaria del feudo di Matrice. Un’altra particolarità è la scelta di ergere l’imponente campanile staccato dalla struttura principale.

Altilia-Sepino
Saepinum, a detta di molti studiosi la Piccola Pompei, è una città vera e propria risalente al 300 a.C. perfettamente conservata. È situata sulle rovine di un villaggio sannitico e in una posizione strategica in quanto sorge all’incrocio fra il tratturo Pescasseroli-Candela e la strada che collega il versante matese alla costa. Intorno al 300 a.C., durante la terza guerra sannitica, fu conquistata dai romani che, grazie alla posizione favorevole alle rotte commerciali, la trasformarono in un polo amministrativo.
È edificata su una superficie di 12 ettari, circondata da una cinta muraria con quattro Porte d’accesso ornate da meravigliosi archi (Porta Boiano, Porta Tammaro, Porta Benevento e Porta Terravecchia) e al suo interno è suddivisa in due siti archeologici: Saepinum, che comprende i resti della città romana e Terravecchia, che comprende i resti del villaggio sannita fortificato. Di particolare interesse vi sono il teatro, circondato da abitazioni rurali di inizio 700 che si integrano egregiamente con l’armonia della struttura, la basilica a pianta rettangolare costituita da imponenti colonne con capitelli in pietra e l’elaborato complesso termale risalente al II secolo d.C..


Castropignano
Un paese ricco di cultura e di leggende. Il Castello d’Evoli, si presenta come un’imponente struttura fortificata a strapiombo su un costone roccioso che domina la vallata del Biferno. Maestoso è il portale di accesso alla struttura, che conduce ad un ampio cortile con svariati locali adibiti alla servitù e numerosi saloni di rappresentanza. Con un tour guidato è possibile visitare anche i sotterranei del castello che con molta probabilità, stando alle testimonianze storiche, erano adibiti a luogo di culto. Al castello è legata la leggenda di una giovane ragazza che, per sottrarsi alla legge del ‘ius primae noctis’, si gettò da una grossa roccia sul lato nord del castello, dove trovò la morte.
Nei pressi del castello è possibile visitare anche i ruderi di due ville di epoca romana.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Fu edificata nel 1560, per volere del barone Vincenzo d’Evoli, grazie al contributo della popolazione e dei pastori locali. Sulla facciata della chiesa infatti sono presenti delle incisioni raffiguranti forme di formaggio e teschi. La chiesa è meta di molti fedeli e pellegrini poiché nasconde una storia molto curiosa inerente alla statua in legno della Madonna da Lucera di Carovilli.
Gli abitanti di Carovilli stavano trasportando la statua su un carro trainato dai muli ma, arrivati nelle vicinanze della chiesa, i muli non ne vollero più sapere di continuare il cammino e perciò la statua fu ubicata temporaneamente all’interno della struttura. Dopo qualche giorno e svariati tentativi di mobilitazione della statua, i cittadini si arresero e la lasciarono sul posto scoraggiati anche dal fatto che, ogni qualvolta provavano a trasportarla, le condizioni del meteo diventavano sempre avverse e auspicavano temporali minacciosi.

Oratino: Il paese degli Scalpellini
È entrato nella classifica dei borghi più belli d’Italia e vanta la sua nomea grazie alla maestria e alla padronanza dell’arte della scultura della pietra dei suoi abitanti. Nel centro storico e sui portoni d’accesso delle abitazioni sono presenti incisioni e decorazioni ottenute con la tecnica della lavorazione della pietra. Questa tecnica è stata tramandata di padre in figlio nel corso dei secoli.
Passeggiando per le vie del centro storico ci si imbatte in un bellissima residenza signorile del XV secolo, Palazzo Giordano, che nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi, a partire dal riempimento del fossato perimetrale all’abbattimento delle quattro torri laterali avvenuto per opera del duca Giuseppe Giordano. Inoltre vi è la Chiesa Santa Maria di Loreto, una perla d’architettura unica nel suo genere in tutta la regione, affrescata interamente in stile rococò da Brunetti e Ciriaco. Purtroppo però parte delle opere è andata persa a causa dei cattivi lavori di restauro fatti negli anni a seguire. Al suo interno, oltre al magnifico soffitto ligneo a cassettoni finemente decorato, ci sono alcuni resti di un edificio di culto medievale venuti alla luce durante i lavori di restauro dell’edificio.
Curiosità e tradizioni
A metà del periodo di Quaresima si svolge una singolare tradizione tramandata nel corso dei secoli, ovvero viene praticato simbolicamente un taglio sulla schiena di una signora anziana con lo scopo di lasciare indietro il passato trascorso per far spazio a un avvenire prospero e sereno.

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