Recentemente siamo stati a Napoli per lavoro e ne abbiamo approfittato per dedicarci un weekend lungo alla scoperta di questa splendida città. La nostra visita è capitata durante il periodo natalizio, quando tutta la città si illumina e si addobba a festa. Anche questo ha contribuito a farcene innamorare perdutamente.
Napoli è un insieme di storia, arte, cultura e tradizioni che ti travolge come un uragano in un vortice di emozioni, che ti lasciano un misto di stupore e di incredulità. Napoli non va capita, va vissuta. O la si ama o la si odia. Noi l’abbiamo amata, ci abbiamo lasciato un pezzo di cuore e sappiamo già che presto torneremo da lei.
In questo articolo vogliamo raccontarvi il nostro itinerario di 3 giorni e mezzo in giro per Napoli, rigorosamente a piedi, tra chiese, monumenti, musei, pizze fritte, sfogliatelle, castelli e sotterranei. Ovviamente per visitare Napoli non basterebbe un mese intero, perciò in 3 giorni riuscirete a visitare solamente alcune delle attrazioni principali. Per risparmiare un po’ di tempo vi consigliamo di acquistare i tour guidati e i biglietti online (clicca qui) per le varie attrazioni, musei e monumenti che volete visitare in modo da saltare la fila alle casse.
- Cosa vedere a Napoli: itinerario giorno per giorno
1. Con un giorno in più - Come arrivare a Napoli
- Come muoversi a Napoli
- Dove dormire a Napoli
Cosa vedere a Napoli: itinerario di 3 giorni a piedi

Cosa vedere a Napoli: itinerario giorno per giorno
Giorno 1: la parte alta di Napoli
Il nostro itinerario napoletano è iniziato con la visita del Museo Nazionale di Capodimonte, il museo di Napoli ospitato all’interno dell’omonima reggia. Il museo ospita una galleria d’arte contemporanea, una galleria d’arte antica e un appartamento reale ed è suddiviso su tre piani. Al primo piano si trovano diverse opere di importanti maestri come Michelangelo e Raffaello, la Madonna con Bambino e due angeli di Botticelli, la Trasfigurazione di Bellini e la Crocifissione di Masaccio.
Al secondo piano si trovano alcuni arazzi risalenti al ‘500 di origine belga e le opere di diversi artisti napoletani attivi tra il XIII e il XIX secolo. Tra questi ci sono Solimena, Giordano, Stanzione e De Ribera. Qui si trova anche la flagellazione di Cristo di Caravaggio. All’ultimo piano si trova la galleria d’arte moderna con una rappresentazione del Vesuvio in eruzione in versione pop creata da Andy Warhol. Il palazzo è circondato dal Parco di Capodimonte nel quale si può passeggiare liberamente.
Dopodiché ci siamo recati alla Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, realizzata seguendo il modello della Basilica di San Pietro a Roma. Fu Maria di Gesù Landi a volere la costruzione della basilica, la quale commissionò il lavoro all’architetto Vincenzo Veccia. I lavori di costruzione iniziarono nel 1920 e si conclusero nel 1960, anno in cui è stata consacrata. Al suo interno ospita opere provenienti da diverse chiese demolite o non più agibili. Tra queste ci sono l’Incoronazione della Vergine, la Natività e la Deposizione, e le otto statue raffiguranti gli Apostoli.
Nel piazzale della basilica si trova l’ingresso alle Catacombe di San Gennaro, antichi cimiteri sotterranei risalenti al II e III secolo. Le catacombe sono disposte su due livelli distinti e sono raggiungibili scendendo lungo una scalinata di 100 gradini. Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo. Si tratta probabilmente del sepolcro di una famiglia nobiliare che donò in seguito gli spazi alla comunità cristiana. All’inizio del IV secolo vennero ampliate in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant’Agrippino, il primo patrono di Napoli, nella chiesa sotterranea a lui dedicata. Attorno alla basilica si è sviluppato il reticolato della parte inferiore delle catacombe, dove è ospitata una grande fonte battesimale voluta dal vescovo Paolo II.
La visita guidata termina alla Basilica di San Gennaro Fuori le Mura. È situata nel centro storico di Napoli, nel Rione Sanità, all’interno dell’ospedale di San Gennaro dei Poveri. La costruzione della basilica risale al V secolo. L’antica struttura fu il risultato della fusione di due antichi siti cimiteriali del II e del IV secolo. Nel corso dei secoli vennero apportate diverse modifiche alla struttura e al suo stile fino a diventare, nel XVII secolo, un ospedale per gli appestati e poi un ospizio per i poveri. Al suo interno sono ospitati diversi affreschi che raffigurano alcuni episodi della vita di San Gennaro. Tra questi si trova quello che lo rappresenta mentre ferma la lava del Vesuvio, considerato una delle più antiche raffigurazioni del vulcano simbolo di Napoli.
Scendendo dalla collina ci siamo fermati alle Catacombe di San Gaudioso, il secondo cimitero paleocristiano più importante della città. Le catacombe sono situate sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità sempre nel Rione Sanità. Queste catacombe nacquero in seguito alla sepoltura di San Gaudioso, avvenuta tra il 451 e il 453 d.C., nell’area cimiteriale extra moenia di Napoli. Al suo interno convivono elementi paleocristiani, come gli affreschi, la tomba di San Gaudioso e alcuni mosaici del V e VI secolo, e elementi risalenti al ‘600, come diverse sepolture riservate ai nobili. Le catacombe in questo periodo tornarono ad essere un sito sepolcrale in seguito al ritrovamento di un affresco della Madonna fino ad allora rimasto nascosto dal fango. La Madonna della Sanità, risalente al V o VI secolo, è la più antica raffigurazione di Maria rinvenuta in Campania.
Se vi avanza tempo fate un salto anche al Palazzo dello Spagnuolo, situato in Via delle Vergini sempre nel Rione Sanità. Il palazzo fu costruito nel 1738 in stile barocco napoletano. Fu abbellito solo successivamente con decorazioni in stucco in stile rococò. È famoso forse per la sua imponente scala a doppia rampa sulla facciata interna del palazzo.
Giorno 2: il centro storico e il sottosuolo di Napoli
Il secondo giorno a Napoli lo abbiamo dedicato alla scoperta del centro storico della città. Siamo partiti con una visita alla Cappella Sansevero dove è custodito il bellissimo Cristo Velato. Questa straordinaria scultura in marmo è opera di Giuseppe Sanmartino, un giovane artista napoletano incaricato da Raimondo di Sangro per la realizzazione della statua a grandezza naturale rappresentante il corpo disteso senza vita di Gesù e ricoperta da un velo. Sanmartino ha realizzato la statua con una cura maniacale dei dettagli, tanto da far sembrare tutto davvero realistico. Basti guardare i buchi dei chiodi sulle mani e sui piedi per rendersene conto.
All’interno della cappella si trova anche la Pudicizia di Corradini, raffigurante una figura femminile velata in omaggio alla madre di Raimondo morta giovanissima. Come per il Cristo velato, anche per la Pudicizia è stato curato tutto nei minimi dettagli, come la lapide spezzata sulla quale la donna appoggia il braccio sinistro, lo sguardo perso nel vuoto e l’albero della vita che nasce dal marmo ai piedi della statua, che simboleggiano la morte prematura della principessa Cecilia.
Un’altra opera degna di nota è il Disinganno di Queirolo dedicato ad Antonio di Sangro, padre di Raimondo. La statua raffigura un uomo che cerca di liberarsi da una rete, simboleggiante il peccato da cui era oppresso. In seguito alla morte della giovane moglie il duca condusse una vita piena di vizi viaggiando in tutta Europa, mentre affidò il figlio Raimondo al nonno paterno. Quando divenne anziano, Antonio di Sangro tornò a Napoli e, pentito dei peccati commessi, dedicò il resto della propria vita alla fede.
Al piano inferiore della cappella si trovano le due macchine anatomiche realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno dal quale Raimondo le acquistò. Si tratta di due corpi scarnificati, un uomo e una donna, sui quali è riprodotto nei minimi dettagli l’intero sistema circolatorio.
La cappella è aperta tutti i giorni (tranne martedì) dalle 9.00 alle 19.00 e il biglietto d’ingresso costa € 7,00 (potete acquistarlo online qui).
Dopodiché ci siamo recati alla Napoli Sotterranea per la visita guidata delle 10.00 che avevamo prenotato online. La visita guidata vi condurrà a circa 40 metri di profondità nel sottosuolo napoletano. Vi condurrà lungo antiche gallerie scavate dai greci per ricavare i blocchi di tufo necessari per costruire le mura e i templi della loro Neapolis. Lo sviluppo del reticolo sotterraneo continuò in epoca romana, quando la città venne dotata di gallerie e acquedotti alimentati da una vasta rete di condotti sotterranei che incanalavano l’acqua proveniente dalle sorgenti del Serino, a 70 chilometri di distanza dal centro di Napoli. Successivamente, durante la Seconda Guerra Mondiale, i sotterranei vennero illuminati e furono utilizzati come rifugi antiaerei per proteggersi dai bombardamenti.
Vi parleremo di questa visita in maniera più approfondita in un altro articolo.
Terminata la visita guidata siamo andati a visitare il Duomo di Napoli (Cattedrale di Santa Maria Assunta) e il Tesoro di San Gennaro. Il Duomo è una delle più importanti e grandi chiese della città sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista culturale. È un mix di stili artistici, che variano dal gotico del trecento fino al neogotico dell’ottocento
La chiesa ospita tre volte all’anno il rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro. Secondo la tradizione, il sangue fu raccolto dal corpo del patrono della città dopo il suo martirio. Il rito si esegue il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre, giorno della ricorrenza di San Gennaro, e il 16 dicembre. Il complesso ingloba anche altri due luoghi di culto laterali: la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, che conserva le reliquie del patrono, e la Basilica di Santa Restituita, che custodisce il battistero di San Giovanni il Fonte, il più antico dell’occidente.
Il Duomo fu in gran parte distrutto dal terremoto nel 1456 e fu in seguito ricostruito e ristrutturato diverse volte. Tra gli interventi più significativi rientra la facciata odierna in stile neogotico e il soffitto dorato a cassettoni sopra alla navata centrale.
Adiacente al duomo si trova il Museo del Tesoro di San Gennaro che ospita diversi busti di bronzo, dipinti, tessuti pregiati e la portantina dorata del XVIII secolo, utilizzata per trasportare la statua di San Gennaro durante le processioni. L’oggetto più importante conservato nel museo è una mitra, il classico copricapo vescovile. Risale al XVIII secolo ed è adornata con numerose pietre preziose come diamanti, smeraldi e rubini.
Siamo poi tornati verso Piazza San Gaetano dove si erge la maestosa Basilica di San Paolo Maggiore. La basilica sorge sui resti dell’antico Tempio dei Dioscuri, figli di Zeus, di cui restano solamente due colonne di ordine corinzio incastonate ai lati della facciata principale. Nel corso degli anni sono state effettuate diverse modifiche e i lavori sono stati ultimati definitivamente nel 1630. Al suo interno merita una visita la sacrestia decorata con gli affreschi barocchi di Francesco Solimena. Il soffitto della basilica conserva gli affreschi raffiguranti Pietro e Paolo e la vittoria dei napoletani sui saraceni, ad opera di Massimo Stanzione. La bellissima scalinata esterna invece risale al 1603 ed è opera di Francesco Grimaldi.
A seguito del terremoto del 1688 si sono resi necessari altri lavori di ristrutturazione. Così come fu necessario ristrutturarla in seguito ai gravi danni causati dal bombardamento aereo degli alleati nel 1943. In seguito a questi bombardamenti furono ritrovati alcuni resti dell’antico tempio e i resti di un cimitero contenente il corpo di San Gaetano e di altri beati, visitabili entrando dalla porta posta sotto le scalinate che conduce alla chiesa del Santissimo Crocifisso, chiamata Sciabica. La basilica incorpora anche il santuario di San Gaetano da Thiene.
L’attuale Piazza San Gaetano è una delle piazze storiche della città dove sorse l’agorà in epoca greca e il foro in epoca romana. La piazza prende il nome dalla statua del santo posto al centro della stessa, eretta dopo la cessazione della peste nel 1656, e dalla chiesa di San Gaetano, più comunemente conosciuta come la Basilica di San Paolo Maggiore.
Dalla basilica ci siamo poi addentrati nella splendida Via San Gregorio Armeno, conosciuta per essere la Via dei Presepi. Nell’antica Neapolis era il Decumanus Maior, mentre nella Napoli odierna collega Spaccanapoli con la Via dei Tribunali. Lungo la via si trovano tantissime botteghe di artigiani che traboccano di statuine di ogni genere e grandezza, presepi tradizionali e presepi rivisitati e moderni.
Circa a metà via si trova la Chiesa di San Gregorio Armeno con il suo chiostro. È uno dei più antichi edifici religiosi di Napoli, costruita intorno al 930 sulle rovine dell’antico tempio di Cerere. Il campanile si affaccia sulla strada e collega la chiesa e il monastero dedicati a San Gregorio Armeno.
Tornando verso la Piazza San Gaetano abbiamo visitato la Basilica di San Lorenzo Maggiore, una delle strutture medievali più belle e antiche della città. Molto bello l’altare maggiore interamente in marmo, costruito nel 1500 dallo scultore Giovanni Merliano da Nola. Al suo centro si trova la statua di San Lorenzo, il martire a cui è dedicata la chiesa. Alla sua destra si trova San Francesco e a sinistra Sant’Antonio.
Sotto la statua di San Lorenzo è scolpita la scena del suo martirio. Sotto la statua di San Francesco è scolpito il miracolo del lupo di Gubbio ammansito. Mentre sotto la statua di Sant’Antonio è scolpito il miracolo dei pesci che ascoltano la sua parola. All’interno della basilica ci sono anche diverse cappelle, tutte molto belle, tra le quali spicca quella dedicata alla Madonna degli Angeli. Questa custodisce gli affreschi realizzati nel 1333-34 da Antonio Cavarretto, discepolo di Giotto, dedicati alla vita della Vergine.
Adiacente alla chiesa si trova il Convento di San Lorenzo. All’interno di tutto il complesso si trovano anche il chiostro e il Museo dell’Opera di San Lorenzo Maggiore. Il museo permette di visitare alcune sale del convento, il chiostro e alcuni scavi archeologici risalenti al periodo greco e a quelli successivi.
Terminata la visita ci siamo recati alla Basilica di San Domenico Maggiore, situata nell’omonima piazza. La chiesa fu voluta da Carlo II d’Angiò ed è stata costruita tra il 1283 e il 1324, divenendo la casa madre dei domenicani e la chiesa della famiglia reale angioina. Il complesso è stato costruito seguendo i canoni gotici, ma nel corso dei secoli e con i successivi restauri sono stati mischiati diversi stili, come quello rinascimentale e barocco. La chiesa ha subito diversi danni anche durante i bombardamenti del 1943 in seguito ai quali è stata ristrutturata e sono stati riportati alla luce diversi affreschi di Pietro Cavallini.
Poco distante si trova la Chiesa del Gesù Nuovo, o della Trinità Maggiore, situata nell’omonima piazza di fronte alla Basilica di Santa Chiara (visitata il giorno seguente) e la Guglia dell’Immacolata. Al suo interno sono custodite le spoglia di San Giuseppe Moscati, un medico che si mise al servizio dei poveri della città, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987. La chiesa fu costruita nel XVI secolo dietro alla facciata del palazzo Sanseverino. Racchiude meravigliose lavorazioni barocche realizzate da Luca Giordano, Francesco Solimena e Cosimo Fanzago.
Dalla piazza ci siamo spostati verso la Galleria Borbonica per due visite guidate: il percorso ‘Via delle Memorie‘ (ingresso in Via Monte di Dio 14) delle 16.00 e il ‘Percorso Standard‘ (ingresso in Vico del Grottone 4) delle 17.30. Il costo del biglietto di ogni percorso è di € 10,00 a persona. Il primo percorso termina dove inizia il secondo e le guide comunicano tra di loro nel caso in cui ci dovessero essere dei partecipanti che desiderano farli entrambi, perciò non avrete problemi ad effettuarli entrambi. Entrambi i percorsi vi porteranno tra i vicoli di collegamento dei vari acquedotti e in stanze che, durante la Seconda Guerra Mondiale, servivano da ricoveri.
Per approfondimenti vi rimandiamo al nostro articolo Galleria Borbonica: visita alle gallerie sotterranee di Napoli.
Giorno 3: il centro storico
La nostra terza giornata a Napoli è iniziata con la visita al Complesso Monumentale di Santa Chiara, la più grande chiesa gotica della città, che comprende anche quattro chiostri monumentali, una vasta area archeologica di epoca romana, un grande refettorio, la sacrestia, la chiesa delle Clarisse, un tradizionale presepe con pastori del Settecento e dell’Ottocento e altre sale che ospitano il Museo dell’Opera di Santa Chiara, nato nel 1995 e dove si può visitare anche il coro delle monache con i resti di alcuni affreschi di Giotto. L’area archeologica mostra quella che un tempo era l’area destinata alle terme, con un impianto simile a quelle di Pompei ed Ercolano. Si tratta del più completo stabilimento termale di Napoli datato intorno alla fine del I secolo.
I lavori di costruzione del monastero iniziarono nel 1310, per volontà del re Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca, e terminarono nel 1328 e la chiesa fu aperta al culto definitivamente nel 1330, nonostante la consacrazione a Santa Chiara venne fatta nel 1340. Durante i secoli anche questa chiesa subì numerosi lavori e numerose ristrutturazioni, soprattutto nel ‘700 quando vennero aggiunti molti rivestimenti che donarono al complesso un aspetto barocco. A seguito del bombardamento del 1943 che distrusse in gran parte gli interni e gli affreschi di Giotto, i lavori di ristrutturazione riportarono il monastero all’aspetto originario trecentesco.
Terminata la visita ci siamo diretti verso la famosa Piazza del Plebiscito, dove si trovano anche il Palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola. Questa piazza si trova nel cuore del centro storico, alla fine di Via Toledo, e con i suoi oltre 25.000 metri quadrati è la più grande di Napoli e una delle più grandi d’Italia. Ai lati della piazza si trovano il famoso colonnato, il Palazzo della Prefettura, il Palazzo Reale, il Palazzo Salerno e la Basilica di San Francesco di Paola.
La piazza può essere divisa in due, una parte rettangolare che confina con il Palazzo Reale e delimitata dalle cortine dei palazzi gemelli, e una parte semicircolare ai piedi della basilica. Al centro delle due zone si trovano le due statue equestri di Carlo III di Borbone, l’iniziatore della dinastia borbonica, e di suo figlio Ferdinando I, la prima realizzata interamente da Antonio Canova mentre la seconda iniziata da Canova e terminata dal suo allievo Antonio Calì.
La basilica è uno tra le più importanti costruzioni neoclassiche italiane, costruita nell’Ottocento per volontà di Ferdinando I delle Due Sicilie. Il colonnato della basilica si ispira a quello della Basilica di San Pietro a Roma, mentre la forma a cupola ricorda quella del Pantheon. La chiesa è aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.00. Nei giorni festivi è aperta dalle 8.30 alle 12.30. Alle spalle della basilica si vede la collina di Pizzofalcone, dove si dice che nacque il primo nucleo abitato dell’antica Partenope.
Esattamente di fronte alla basilica si trova il Palazzo Reale, una delle quattro residenze usate dai Borbone di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie e residenza storica delle più importanti dinastie susseguitesi fino a quando Vittorio Emanuele III di Savoia cedette il palazzo al demanio statale nel 1919. Da quell’anno il palazzo è stato trasformato in un polo museale e al suo interno è stata costruita la Biblioteca Nazionale di Napoli (ingresso da Piazza Trieste e Trento) dedicata a Vittorio Emanuele III di Savoia. La biblioteca ospita oltre due milioni di testi ed è la più importante del Sud Italia. Il palazzo è aperto tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 9.00 alle 20.00. Il biglietto d’ingresso costa € 6,00, mentre ogni prima domenica del mese l’ingresso è gratuito.
Il Palazzo della Prefettura, conosciuto prima come Palazzo della Foresteria, oggi è sede della Prefettura di Napoli. Ferdinando I volle costruire un palazzo dove poter ospitare i forestieri che andavano a visitare la corte borbonica, così nel 1815 l’architetto neoclassico Leopoldo Laperuta costruì il Palazzo della Foresteria sull’area dove un tempo sorgeva il convento del Santo Spirito. Qualche anno più tardi, nel 1890, su progetto di Antonio Curri e con l’aiuto di 43 scultori e pittori, al piano terreno del palazzo venne costruito il Caffè Gambrinus che vi consigliamo di visitare perché ne vale davvero la pena e dove vi consigliamo gustarvi un ottimo caffè.
Il Palazzo Salerno prende il nome da uno dei figli del Re Ferdinando IV, il duca di Salerno Leopoldo Giovanni Giuseppe di Borbone, nominato poi principe di Salerno nel 1817. Fu proprio il Re a volere la costruzione di questo palazzo, nato in seguito ad una trasformazione architettonica dei vecchi conventi della Croce e della Trinità di Palazzo, da utilizzare come alloggio dei cadetti reali. I lavori iniziarono nel 1775 e il palazzo divenne prima residenza del ministro John Acton e successivamente, fino al 1825, sede dei ministri di Stato borbonici. Oggi invece è la sede del Comando Forze Operative Sud, uno dei comandi dell’Esercito Italiano.
Dopodiché ci siamo recati verso la Funicolare Centrale per salire al Vomero da dove si gode di una bellissima vista sulla città ed in particolare su Spaccanapoli, una lunga strada del centro storico di Napoli (dai Quartieri Spagnoli a Forcella) che divide in due la città. In cima al Vomero si trova la Certosa di San Martino, un convento certosino fondato nel Trecento e costruito secondo il classico stile barocco napoletano. All’interno del complesso si trova uno dei chiostri più belli d’Italia e il Museo di San Martino.
Carine da visitare la sezione navale vicino al Chiostro dei Procuratori, che racconta la storia della marina borbonica e ospita una collezione di navi reali da parata, e la sezione presepiale che ospita una collezione di rari presepi napoletani. All’interno del Quarto del Priore è possibile ammirare la Madonna col Bambino e San Giovannino di Pietro Bernini. Su prenotazione è inoltre possibile visitare i sotterranei gotici della Certosa. La Certosa è aperta tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 8.30 alle 19.30 (domenica e festivi chiude alle 17.00). Il biglietto d’ingresso costa € 6,00.
Per salire al Vomero, oltre alla Funicolare Centrale (fermata Piazza Fuga), potete prendere la Funicolare di Montesanto (fermata Morghen), la Funicolare di Chiaia (fermata Cimarosa), il bus linea V1 (fermata Piazzale San Martino) o la Metro linea 1 (fermata Vanvitelli). Qui trovate la cartina dei mezzi di trasporto.
Vicino alla Certosa si trova Castel Sant’Elmo, un castello medievale dall’architettura militare cinquecentesca. All’interno del castello è ospitato stabilmente il Museo Napoli Novecento in cui sono esposte opere di artisti napoletani. All’interno del complesso si può visitare anche la piccola chiesetta dedicata a Sant’Erasmo caratterizzata da un pavimento in cotto e maioliche, tipico dell’artigianato locale. Il castello è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 ed è consentito fino ad un’ora prima della chiusura. Il biglietto costa € 5,00.
Se avete voglia di camminare lungo uno dei trekking urbani più belli di Napoli, vi consigliamo di scendere dal Vomero lungo la scalinata del Petraio. I gradini della scalinata sono 503 e collegano il Vomero con il Quartiere Chiaia, un quartiere residenziale di Napoli dove sono custodite architetture in stile liberty napoletano.
Con un giorno in più
Giorno 4: i castelli
La nostra giornata è iniziata con una bella passeggiata sul lungomare e una visita al Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino. Al suo interno ospita il Museo Civico di Castel Nuovo, un museo suddiviso su tre piani. All’interno si trovano dipinti, sculture e oggetti vari che vanno dal periodo medievale alla fine dell’Ottocento. Prima di entrare nel museo si trova la Cappella Palatina, risalente ai primi anni del 1300. Al suo interno ospita alcuni frammenti degli affreschi di Giotto, le Scene Bibliche, e diverse sculture.
Al complesso del Palazzo Reale appartiene anche il vicino Teatro San Carlo, costruito da Giovanni Antonio Medrano e inaugurato nel 1737. Il teatro si affaccia sull’omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento. Questo teatro lirico è uno dei più prestigiosi e famosi al mondo. È anche uno dei teatri d’opera chiusi più antichi e ancora attivi in Europa e nel mondo. È possibile visitarlo solamente con visita guidata dal lunedì al giovedì alle 11.30 e alle 15.30, venerdì e sabato alle 10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30 e 16.30 e domenica alle 10.30, 11.30 e 12.30.
Dopodiché ci siamo recati al Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli che sorge su un isolotto di tufo collegato alla terraferma. Dal castello si gode di una meravigliosa vista sul Golfo di Napoli. Il castello fu costruito dai normanni ma nel corso degli anni, soprattutto durante periodo angioino-aragonese, ha subito diverse ricostruzioni che ne hanno alterato il suo aspetto originario. Una leggenda napoletana racconta che il nome del castello è dovuto all’uovo che Virgilio avrebbe nascosto all’interno di una gabbia nei sotterranei, chiusa da serrature rinforzate e tenuta segreta, poiché da quell’’ovo’ dipendevano le sorti del castello e di tutta la città. L’ingresso al castello è gratuito ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 14.00 e domenica dalle 9.00 alle 19.00.
Come arrivare a Napoli
Noi abbiamo raggiunto Napoli in treno, con il Frecciarossa, sfruttando una buona offerta di Trenitalia. Così facendo siamo arrivati a destinazione in circa 4 ore e mezza. Siamo partiti sabato mattina prestissimo e siamo rientrati lunedì sera dopo cena, permettendoci così di avere a disposizione 3 giorni pieni per visitare la città.
In alternativa potete optare per un volo diretto con una delle seguenti compagnie low cost o di bandiera: Ryanair, Easyjet, Volotea, BlueAir, Alitalia e Air Italy.
Per raggiungere il centro di Napoli dall’Aeroporto di Capodichino potete utilizzare la linea di collegamento veloce Alibus. Assicura collegamenti diretti e veloci tra l’aeroporto, la Stazione Centrale e il porto, grazie ad una corsia preferenziale. Potete acquistare il biglietto Alibus a bordo dell’autobus (senza maggiorazione) al costo di € 5,00 per una corsa singola. Oppure potete acquistare il biglietto Unico Alibus dai rivenditori autorizzati al costo di € 5,00 che permette di utilizzare anche gli altri mezzi di trasporto per la durata di 90 minuti a partire dalla prima convalida. La linea effettua le seguenti fermate:
Sul sito di Anm potete trovare maggiori informazioni.
Come muoversi in città
A Napoli ci si può spostare tranquillamente con i mezzi pubblici, che è sicuramente il modo che più vi consigliamo. Diversamente da quanto siamo soliti fare, per spostarvi a Napoli non vi consigliamo di noleggiare l’auto sia per il traffico sia per la scarsità di parcheggi e sia perché, davvero, non ce n’è bisogno.
Napoli è ben servita da una rete abbastanza estesa di trasporti urbani quali:
- le linee di trasporto Anm (Azienza Napoletana Mobilità SpA)
- la linea 1 da Piazza Garibaldi a Piscinola, in servizio dalle 6.00 alle 23.15
- la linea 6 (attualmente chiusa al pubblico)
- le funicolari di Chiaia, Montesanto, Centrale e Mergellina
- la linea 2, gestita da Trenitalia, da Pozzuoli fino a San Giovanni – Barra
- le linee del sistema metropolitano regionale dell’Ente Autonomo Volturno (gruppo EAV):
- la Cumana
- la Circumflegrea
- la Circumvesuviana
- la MetroCampaniaNordEst
Per viaggiare sui mezzi pubblici di Napoli potete acquistare diverse tipologie di biglietto:
- singolo al costo di € 1,10 per la rete urbana e € 1,30 per la rete suburbana e dalla durata di 90 minuti
- giornaliero al costo di € 3,50. È valido per un numero illimitato di spostamenti su tutti i mezzi ANM fino alle 24.00 del giorno della validazione
- settimanale (7 giorni) al costo di € 12,50. È valido per un numero illimitato di spostamenti su tutti i mezzi ANM fino alle 24.00 della domenica successiva.
Potete trovare tutte le informazioni e la mappa dei mezzi pubblici di Napoli sul sito della Anm, mentre qui potete scaricare la mappa in pdf.
- dall’Aeroporto di Campodichino: Piazza Garibaldi (Stazione Centrale), Immacolatella/Porta di Massa (interno porto) e Molo Angioino/Beverello (terminal Stazione Marittima)
- dal Porto Molo Angioino/Beverello: Immacolatella/Porta di Massa (interno porto), Varco Pisacane, Piazza Garibaldi (Stazione Centrale) e Aeroporto di Capodichino.
Dove dormire a Napoli
Durante il nostro soggiorno a Napoli siamo stati ospiti del B&B In Centro situato in Via Toledo 156. Si trova in pieno centro e a due passi dalla fermata della metro Toledo, eletta la più bella d’Europa. Da qui è possibile raggiungere facilmente la Stazione Centrale. La posizione di questo B&B, nel cuore di Napoli, si è rivelata ottima per gli spostamenti a piedi, sia di giorno che di sera. La struttura dista pochi minuti a piedi da Piazza del Plebiscito e dalla fermata della Funicolare che porta in cima alla collina del Vomero da dove si può godere di un panorama a 360 gradi sulla città.
I prezzi delle camere variano a seconda del periodo e del numero degli ospiti. Partono dai 60/80€ della camera Spaccanapoli fino ad arrivare ai 90/140€ della camera Borgomarinaro, la più grande. Le camere sono spaziose, arredate con stile e gusto, coloratissime e dotate di tutti i comfort necessari per il vostro soggiorno. Il bagno è dotato di doccia, asciugacapelli e set di cortesia, mentre in camera troverete the e caffè gratuiti, tv e wi-fi.
L’aerea comune è dotata di una piccola sala, frigorifero e cucina. Potete tranquillamente prepararvi i vostri pasti anche se, fatecelo dire, con tutte le prelibatezze che si possono mangiare a Napoli sarebbe uno spreco mangiare a casa!
Se vi abbiamo messo fame e avete deciso di partire per Napoli, potrebbero interessarvi anche i seguenti articoli:
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