Nascosto tra valli e montagne affacciate sulla splendida costa siciliana e arroccato sulla cima del monte omonimo, sorge il piccolo borgo medievale di Erice. Un borgo autentico, con antiche e mitologiche origini che lo avvolgono nel mistero. Il suo nome, infatti, si pensa derivi da Erice, un personaggio della mitologia greca, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle. Un nome che è cambiato spesso nel corso dei secoli, dai Fenici che la chiamarono Iruka, agli Arabi che la chiamarono Gabel-el-Hamid e i Normanni Monte San Giuliano. Una città citata anche da Virgilio nell’Eneide, con Enea che vi approda due volte: la prima per la morte del padre Anchise, la seconda un anno dopo per i giochi funebri in suo onore.
Quassù è possibile fare un salto indietro nel tempo, passeggiando in un dedalo di viuzze lastricate, antiche chiese, cortili e vecchie fortificazioni. Ma ciò che sorprende di più di Erice è la vista meravigliosa che si ha sul Golfo di Trapani, le isole Egadi e sulle vallate circostanti. Per non parlare dei tramonti mozzafiato che colorano il cielo nelle giornate limpide.
Prendetevi almeno mezza giornata per visitare Erice, meglio ancora se potete dedicarle una giornata intera. Perdetevi tra le sue viuzze, visitatene ogni singolo angolo lasciandovi trasportare dalla curiosità e dai profumi della tradizione. In questo articolo vi diamo tutte le informazioni necessarie per organizzare la vostra visita di Erice in autonomia o con tour guidato, su cosa vedere e su come arrivare.
Cosa vedere a Erice: itinerario di 1 giorno a piedi
Un po’ di storia!
La fondazione di Erice solitamente la si fa risalire allo stesso periodo della nascita degli Elimi, nell’VIII secolo a.C., popolazione che, secondo lo storico greco Tucidide, deriva dall’unione degli autoctoni con gli esuli troiani. A quei tempi Erice, insieme a Segesta, era la città più importante degli Elimi e il centro dove svolgevano i loro riti religiosi. Nel corso dei secoli la città fu contesa dai Siracusani e Cartaginesi, sotto ai quali cadde nel 398 a.C., diventando il centro della colonizzazione fenicia con il nome di Iruka. I Cartaginesi rafforzarono la cinta muraria edificata dagli Elimi, facendo della città una delle tre piazzeforti militari più rilevanti insieme a Siracusa ed Enna.
Nel 244 a.C. Erice fu conquistata dai Romani, perdendo così la sua importanza strategica. La città rimase tuttavia nota per la presenza del sacro thémenos, il santuario pagano dedicato alla dea della fecondità e dell’amore, identificata dai Greci con Afrodite, dai Fenici con Astarte e dai Romani con Venere Ericina.
Dopo i Romani arrivarono gli Arabi, nell’831 d.C., che chiamarono la città Gabel-el-Hamid, per poi passare nel 1167 ai Normanni. L’abitato fu ricostruito dal re normanno Ruggero II sull’antico insediamento e ribattezzato Monte San Giuliano, in quanto pare che il Santo sia apparso in sogno al re durante l’assedio della città. Durante la dominazione normanna fu costruito anche il Castello. Nel corso del Medioevo vi furono edificate le numerose chiese e i conventi che caratterizzano ancora oggi l’assetto della città.
Ci fu poi un periodo di dominazione spagnola, durante il quale si verificò anche una forte epidemia di peste. Erice prende il suo attuale nome solamente nel 1936.
Cosa vedere a Erice: itinerario a piedi
Il borgo medievale di Erice è un districarsi di piccole e strette viuzze acciottolate, chiuse al traffico e percorribili solamente a piedi. Erice è piccola, le distanze non sono elevate e passeggiare tra le sue stradine è davvero molto piacevole.
Vi informiamo che è possibile acquistare un biglietto cumulativo al costo di € 12,00 (€ 6,00 ridotto) che vi permetterà di accedere ai seguenti siti: Castello di Venere, Quartiere Spagnolo, Torretta Pepoli, Museo Comunale, Erice in miniatura. L’Erice Pass, al costo di € 15,00, include anche l’accesso al Duomo e la salita alla torre. Se desiderate visitare le chiese di Erice, potete acquistare il biglietto circuito chiese al costo di € 5,00, che vi permetterà di risparmiare un po’. I singoli ingressi alle chiese costano € 2,50.
1. Porta Trapani
Una volta parcheggiata l’auto, potete iniziare il vostro itinerario a piedi di Erice dalla Porta Trapani, oltre la quale si apre Corso Vittorio Emanuele, l’antica Via Regia, che porta alla piazza centrale.
2. Duomo di Erice e Torre Campanaria
Continuando a camminare lungo il corso, raggiungerete Piazza Matrice dove si trova il meraviglioso Duomo di Erice (Real Chiesa Madrice Insigne Collegiata), situato di fronte alle mura ciclopiche del periodo elimo-fenicio (VIII-VII sec. a.C.). La prima chiesa risale all’epoca dell’Imperatore Costantino (IV secolo d.C.), costruita in seguito alla chiusura del tempio dedicato a Venere Ericina. Nel XIV secolo questa piccola chiesa fu ampliata e modificata da Federico III d’Aragona, che la regalò alla città come ringraziamento per averlo ospitato dopo aver lasciato Palermo durante la Guerra dei Vespri (1282-1314). Per la costruzione, oltre alla pietra e al marmo di Carrara, fu utilizzato anche materiale proveniente dall’antico tempio ed infatti, sulla parete esterna destra dell’attuale chiesa, si possono osservare nove croci greche in marmo provenienti dal tempio.
Il rosone e il pronao (portico) sono stati aggiunti successivamente. Quest’ultimo, chiamato la Gibbena, aveva la funzione di accogliere i peccatori che non potevano accedere alla chiesa. Se lo trovate aperto, visitatelo anche all’interno, dove troverete decorazioni in stucco delle volte, raffigurazioni della vita e passione di Cristo e la statua marmorea raffigurante la Madonna con il Bambino del XV secolo. Al suo interno ospita il Tesoro della Chiesa, che conserva opere d’arte sacra e manufatti in oro e argento. Il duomo e la torre sono aperti tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (da Novembre ad Aprile chiudono dalle 13.30 alle 14.30).
Accanto al duomo sorge la Torre Campanaria, originariamente risalente all’epoca punica e riedificata durante la Guerra dei Vespri, inizialmente utilizzata come torretta di avvistamento. Alla fine del XIV secolo, con la costruzione del duomo, fu trasformata in campanile con bifore. È possibile salire in cima alla torre, dalla quale si godi di una bella vista sulla piazza e sul borgo.
3. Antiche mura ciclopiche
Il piccolo borgo medievale di Erice conserva ancora una buona parte delle antiche mura, risalenti all’epoca elimo-fenicia (VIII-VII sec. a.C.). Di quest’epoca è la parte inferiore delle mura, ristrutturata in piccola parte durante l’epoca romana, mentre la parte superiore risale all’epoca normanna.
Se avete tempo a sufficienza passeggiate lungo le mura per ammirarne l’imponenza e soffermatevi nel terzo torrione, dopo Porta Spada, dove troverete ancora incise delle lettere fenicie. Lungo il perimetro della cinta muraria troverete le tre porte di accesso al borgo, i resti di torri quadrangolari e delle cortine.
4. Chiesa di Sant’Alberto dei Bianchi
Uscendo dal Duomo e proseguendo la camminata raggiungerete la Chiesa di Sant’Alberto dei Bianchi, risalente al XV secolo ma ristrutturata nei secoli successivi. Al suo interno si trova la storica statua di Sant’Alberto, risalente al 1640 e attribuita a Nicolò Travaglia. La statua fino al 2015 era collocata nella piazza della Chiesa di San Giuliano.
5. Chiesa di San Martino
Continuando a passeggiare, raggiungerete la Chiesa di San Martino, edificata da Ruggero il Normanno su una chiesa preesistente dedicata al Santo. Originariamente la struttura era in stile gotico, rimaneggiata successivamente nel corso dei secoli e infine restaurata nel ‘700 dandole un’impronta barocca, come si può vedere dal portale. Nel prospetto laterale della chiesa si trova un’edicola votiva, una delle più antiche di Erice.
Al suo interno, suddiviso in tre navate, conserva un bellissimo pavimento impreziosito da maioliche, risalente al ‘700, ciò che resta di alcuni affreschi medievali (XIII-XIV secolo) che provengono dall’ex Chiesa rupestre di Santa Maria Maddalena e che raffigurano Apostoli e la Madonna in Trono. Interessanti anche la statua equestre di San Martino, risalente al 1605, e la statua della Madonna col Bambino. Nell’abside si trovano il coro ligneo rococò del 1761 e affreschi raffiguranti il Sacrificio di Isacco e la Discesa di Gesù al Limbo.
6. Chiesa del Santissimo Salvatore
Tornando sulla via principale, poco dopo raggiungerete la Chiesa del Santissimo Salvatore, risalente all’inizio del XIV secolo e modificata in seguito. Purtroppo però di quel periodo restano oggi solo delle tracce architettoniche esterne, come alcune tracce di finestre e il portale (XV secolo).
Accanto alla chiesa si trovano i resti dell’ex monastero benedettino omonimo, ospitato in un palazzo del XIII secolo di proprietà dei Chiaramonte. Qui nel 1290 vi si insediarono le monache e vi restarono fino all’Unità d’Italia, quando venne emanata una legge che vietava gli ordini religiosi. I dolci tipici di Erice, gli ericini, che ancora oggi si trovano nelle pasticcerie del borgo, furono prodotti inizialmente proprio da queste monache.
7. Biblioteca Comunale e del Museo Civico A. Cordici
Continuando a passeggiare lungo la via principale, raggiungerete Piazza Umberto I, dove si trova il Palazzo del Municipio, uno splendido palazzo dell’800 che ospita al suo interno la Biblioteca Comunale e il Museo Civico A. Cordici. La biblioteca si trova al primo piano e conserva oltre 20.000 libri di varie epoche, come ad esempio 10 incunaboli, ovvero documenti storici del XV-XVI secolo stampati con la tecnica dei caratteri mobili, e centinaia di manoscritti del ‘600 e ‘700.
Il Museo A. Cordici conserva invece una raccolta di reperti archeologici che vanno dalla preistoria alle epoche punica, greca e romana. Risalente a quest’ultimo periodo, l’oggetto più prezioso è una testina di Venere del IV secolo a.C.. Il museo conserva inoltre statue, monete provenienti da alcune città della zona, dipinti e molto altro. Insomma, se vi interessa conoscere qualcosa in più sulla storia di Erice e dintorni, vi consigliamo di visitarlo. L’ingresso è incluso nell’Erice Pass.
8. Porta Carmine, Porta Spada e Chiesa di Sant’Orsola
Proseguite la vostra visita uscendo dal centro storico di Erice, dove si trova un’altra parte delle mura megalitiche che collegano Porta Carmine e Porta Spada. Quest’ultima porta la si può far risalire all’epoca normanna e rappresentava il punto di accesso più vicino verso la Chiesa normanna di Sant’Antonio e verso il quartiere ebraico, demolito alla fine del ‘400. Fuori da questa porta, durante la lunga Guerra dei Vespri (1282-1302), furono uccisi a colpi di spada i soldati angioini prigionieri e condannati a morte. La porta prese nome da quelle esecuzioni.
Vicino a Porta Spada si trova la Chiesa di Sant’Orsola (conosciuta anche come Chiesa dell’Addolorata), costruita nel 1413 in stile gotico-rinascimentale. Al suo interno custodisce le statue in legno dei Misteri, risalenti al XVIII secolo, che vengono portate in processione il giorno del venerdì santo.
9. Il Quartiere Spagnolo
Prendendo la scalinata in discesa raggiungerete il Quartiere Spagnolo, risalente al XVII secolo, una piccola fortezza mai terminata che doveva essere la guarnigione dei soldati spagnoli. In quel periodo, tra il 1424 e il 1630, vigeva l’obbligo di posata, ovvero l’obbligo di offrire vitto e alloggio ai soldati della guarnigione posta a presidio. Gli abitanti di Erice però non volevano avere vicino i soldati spagnoli, così costruirono la caserma più decentrata rispetto al paese.
I lavori di costruzione vennero interrotti subito, i soldati si rifugiarono al castello e la costruzione rimase abbandonata fino all’800. I lavori di restauro iniziarono nel 2005 ed oggi ospita al suo interno il Museo degli Antichi Mestieri, sezione del Museo A. Cordici, con esposizioni di oggetti e attrezzi dei mestieri di un tempo, sulla storia della pesca del tonno e sull’artigianato ericino. Dal Quartiere Spagnolo si gode inoltre di una splendida vista sul Monte Cofano e sul Golfo di Bonagia e, se il cielo è limpido, anche sulla piana di San Vito Lo Capo.
10. Chiesa di San Giovanni Battista
Continuate il vostro itinerario ritornando verso il borgo, ma passando ancora una volta dall’esterno, fino a raggiungere la Chiesa di San Giovanni Battista. Questa chiesa risale al XII secolo ma, nel corso dei secoli, è stata riedificata due volte. Il suo aspetto attuale risale al 1631, mentre al suo interno conserva alcune statue risalenti al ‘500, come la statua del Battista (1539), la statua di San Giovanni Evangelista (1531) e le statue della Madonna e di Sant’Elisabetta (1497). Dal piazzale si gode di una splendida vista sulla vallata e sul mare.
11. Chiesa di San Cataldo
Poco distante troverete la Chiesa di San Cataldo, edificata nel XIV secolo ma restaurata e modificata nel XVII secolo. Qui ebbe la prima sede il Duomo di Erice, prima della costruzione dell’attuale Duomo. Al suo interno conserva un’acquasantiera di marmo risalente al 1474 recante lo stemma degli Aragona, una statua lignea raffigurante Gesù crocifisso risalente al XVI e ritenuta miracolosa, e una tela raffigurante la Lapidazione di Santo Stefano datata 1667.
12. Chiesa di San Pietro
Proseguite tornando leggermente verso il centro storico, fino a raggiungere la Chiesa di San Pietro, originaria del 1363 e ricostruita nel XVIII secolo in stile barocco. Al suo interno conserva quattro altari dove si trovano le statue cinquecentesche di San Pietro e San Paolo. All’esterno invece conserva un arco di camminamento risalente al XVI secolo che lo collega con l’ex Monastero delle Clarisse.
13. Chiesa di San Carlo
Poco distante troverete la Chiesa di San Carlo e il suo Monastero, entrambi risalenti al XVII secolo, ma restaurati più volte. L’ultimo restauro è avvenuto in seguito al terremoto del 1968. All’esterno conserva ancora una ruota, utilizzata un tempo per consegnare ai clienti i pasticcini prodotti dalle suore. Al suo interno conserva il suo pavimento originale in maiolica, dipinti del XVIII secolo raffiguranti la Crocifissione e il Miracolo di San Carlo, e alcune statue raffiguranti la Madonna del Soccorso, San Vincenzo e il Sacro Cuore di Gesù.
14. Chiesa di San Giuliano
Sempre in questa zona, poco distante troverete la Chiesa di San Giuliano, edificata su una chiesa preesistente per volere di Ruggero d’Altavilla nel 1076. La chiesa fu un ringraziamento nei confronti del Santo che lo aiutò a cacciare i Saraceni dalla città. L’aspetto attuale della chiesa risale al XVII secolo, mentre il campanile risale al secolo successivo alla sua edificazione.
15. Chiesa di San Francesco
Andando verso il castello, raggiungerete la Chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo e restaurata nel XVI secolo, in stile rinascimentale. Al suo interno conserva la statua in marmo di Sant’Antonio da Padova del XV secolo e una statua dell’Immacolata.
16. Giardini e Torri del Balio
Dalla chiesa, tornando verso la strada panoramica esterna, raggiungerete i Giardini e le Torri del Balio, note anche come Castello Pepoli. Questa zona un tempo era nota con il nome di Balio, per via della presenza del Bajulo del regno, ovvero colui che controllava il pagamento delle tasse e aveva funzione di giudice civile. Le Torri del Balio e le mura sono state costruite insieme al castello, al quale un tempo erano collegate tramite un ponte levatoio. Qui vi era la sede del governatore e avevano la funzione di difesa.
Quando nell’800 il conte Agostino Pepoli diventò il proprietario del complesso, fece restaurare le torri e costruire i Giardini pubblici circostanti, in stile inglese, dove oggi e possibile fare una pausa godendosi uno splendido panorama.
17. Castello di Venere
Oltrepassando i giardini, arriverete al Castello di Venere, costruito nel XI-XIII secolo dai Normanni sulla vetta del Monte San Giuliano. Qui sorgevano un tempo l’antica acropoli e il Tempio di Venere Ericina. Ciò che resta di questo antico complesso è stato ritrovato nel 1922 e si tratta di alcuni reperti, i resti del pozzo sacro di Venere, di una casa punica e delle terme romane.
Il culto di questa divinità iniziò con i sicani, che costruirono una piccola ara all’aperto nel centro del thèmenos, un recinto sacro, e fu portato avanti anche dagli elimi e dai fenicio-cartaginesi. Per i punici la dea da venerare era Astarte, e introdussero usi e costumi orientali, come l’allevamento delle colombe, animale sacro alla dea. I romani costruirono infine, sopra al themenos esistente, un tempio dedicato a Venere Ericina.
Terminata la sua funzione difensiva, la fortezza venne abbandonata fino a quando, nell’800, fu adibita a prigione politica. Il castello porta lo stemma di Carlo V e si presenta con due bifore e un piombatoio, ossia una particolare caditoia tipica delle fortezze medievali, dalla quale si facevano cadere olio o altri liquidi bollenti per difendersi dagli attacchi nemici.
L’ingresso è incluso nella Erice Card e nel biglietto cumulativo. Il castello è aperto nei seguenti orari:
- Gennaio, Febbraio, Marzo, Novembre e Dicembre: dalle 10.00 alle 16.00
- Aprile, Maggio, Giugno e Ottobre: dalle 10.00 alle 18.00
- Luglio e Settembre: dalle 10.00 alle 19.00
- Agosto: dalle 10.00 alle 20.00
18. Torretta Pepoli
Sullo sperone roccioso posto sotto al Castello di Venere sorge la Torretta Pepoli, edificata per volere del conte Pepoli tra il 1872 ed il 1880. Qui il conte, studioso e archeologo, trovò un luogo di studio per le sue ricerche archeologiche e un luogo d’incontro con i suoi amici studiosi dell’epoca.
Oggi la torretta appartiene al comune, il quale nel 2013 si occupò dei lavori di restauro per portarla al suo antico splendore e per adibirla ad Osservatorio per la Pace.
Come arrivare a Erice
Raggiungere Erice, nonostante si trovi ad un’altitudine di 752 metri, è molto semplice e avete a disposizione diversi modi. Il modo più comodo per raggiungere Erice è l’auto, che vi permetterà di godervi la visita senza l’ansia e il vincolo degli orari. Una volta raggiunto il borgo, troverete un parcheggio poco distante da Porta Trapani e dal Duomo di Erice.
Il punto di partenza migliore è Trapani, dalla quale dista solamente 13 chilometri e ci impiegherete circa mezz’ora per raggiungerla. Inoltre percorrerete una strada meravigliosa, la Strada del Vino, che si snoda tra viste panoramiche sulla città, sul mare e sulle saline. Da Trapani dovete seguire la Strada Provinciale 31 (SP31) fino alla svolta sulla Strada Provinciale 3 (SP3) che vi porterà ad Erice.
Altre località vicine da cui partire per raggiungere Erice sono Scopello e Castellammare del Golfo, dalla quale distano circa 37 chilometri e ci impiegherete circa 50 minuti. In questo caso dovete seguire la Strada Statale 187 (SS187) fino a Valderice, da dove dovete poi svoltare su Via Erice, che dovete seguire fino a raggiungere il borgo.
Se non avete a disposizione un’auto, potete raggiungere Erice in funivia. La funivia parte da Trapani (coordinate Google Maps), è raggiungibile con l’autobus 23 e in circa 10 minuti raggiunge Erice. Il costo per una corsa andata e ritorno è di € 9,50 a persona. Questa potrebbe essere un’ottima soluzione se viaggerete in alta stagione, in quanto il parcheggio di Erice non è molto grande e si fa fatica a trovare un posto. Potete consultare gli orari di apertura direttamente sul sito ufficiale e le tariffe cliccando qui.
In alternativa potete optare per un’escursione organizzata per visitare Erice partendo da Trapani. Questa escursione dura circa 4/5 ore e potete scegliere se farla in mattinata o nel pomeriggio.
Dove mangiare a Erice
Di locali carini dove mangiare qualche piatto tradizionale ad Erice ne trovate davvero tanti, dai più alla mano ed economici ai più sofisticati e costosi. Noi vi consigliamo di assaggiare il buonissimo cous cous, tipico della zona del trapanese, e le busiate con pesto alla trapanese, un pesto rivisto e insaporito con mandorle e pomodoro. Noi abbiamo mangiato entrambi a La Pentolaccia.
Sicuramente da non perdere un salto alla storica Pasticceria Maria Grammatico, simbolo dell’autentica e tradizionale pasticceria siciliana. Qui ingrasserete solamente osservando le vetrine, ma tra tutti i dolci vi consigliamo di assaggiare le rinomate genovesi ericine. Potete trovarle anche alla Pasticceria San Carlo.
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