Fiumelatte è un piccolo borgo, frazione di Varenna in provincia di Lecco, situato ai piedi del Monte Fopp e affacciato sul Lago di Como. Prende il nome dal fiume che lo attraversa, tagliandolo letteralmente in due, e che nasce dal Gruppo delle Grigne. Il Fiumelatte, con il suo corso di soli 250 metri, è famoso per essere il secondo fiume più corto d’Italia. Un primato che sembra contendersi con il fiume Aril, in Veneto, che con i suoi 175 metri di lunghezza è il primo fiume più corto d’Italia e uno dei più corti al Mondo.
Le sue limpide e spumeggianti acque sono così abbondanti da conferirgli un bellissimo colore bianco. Bianco proprio come il latte, da cui deriva il suo nome. Fiumelatte però è un torrente temporaneo che compare rapidamente verso fine Marzo, periodo del disgelo della neve e del ghiaccio, per poi scomparire misteriosamente ad Ottobre. Per questo motivo il fiume è soprannominato Fiume delle due Madonne: compare intorno al 25 Marzo, festa del borgo e Annunciazione, e scompare intorno al 7 Ottobre, giorno della Madonna del Rosario patrona di Varenna.
Visita a Fiumelatte, il secondo fiume più breve d’Italia a Varenna
A pochi passi da Fiumelatte si trova la Villa Capuana, eretta da Ercole Sfrondati, duca di Monte Marciano, nel 1605 probabilmente sulle rovine dell’antica villa romana di Plinio il Vecchio. È una delle ville più antiche del Lago di Como. La villa fu in seguito posseduta dal duca Serbelloni, il quale si pensa abbia ordinato la deviazione di una delle due sorgenti perenni, chiamate uga, del Fiumelatte all’interno dei giardini della villa. Venne costruita una grotta artificiale di tufo che portò l’acqua ai giardini e una gradinata che formava delle graziose cascatelle. Quando venne costruita la strada cosiddetta militare, nei primi anni del XIX secolo, la villa Capuana venne divisa in due.
Oggi è possibile ammirare, dalla strada, solamente la Fontana a Cascata, l’unica parte rimanente dell’antica villa.
L’origine del fiume
Questa sua particolarità ha suscitato l’interesse degli studiosi per molto tempo, i quali hanno ipotizzato che il Fiumelatte, che scaturisce da una sorgente carsica naturale, rappresenti un troppopieno di un imponente bacino situato nelle viscere del retrostante Moncodeno, nella Grigna Settentrionale. Questo bacino però al momento non è mai stato raggiunto da nessuno.
Una prova decisiva a conferma di questa teoria si è avuta solamente pochi anni fa. Nel 1983 lungo la Cresta di Piancaformia sei speleologi del gruppo CAI di Lecco scoprirono l’abisso “W le Donne”, situato a 2.170 metri, che con i circa 1.200 metri sino ad oggi esplorati rappresenta una delle cavità carsiche più profonde d’Italia. Proprio qui, nel 1992, è stata condotta una ricerca versando nel torrente che percorre l’abisso una particolare colorazione con fluoresceina, un colorante atossico. Grazie a questa ricerca è stato effettivamente dimostrato l’esistenza di un collegamento con la sorgente del Fiumelatte, tramite un percorso sotterraneo di circa 8 chilometri per un dislivello di 1.800 metri.
Un mix di leggende
Fiumelatte e la grotta vicino alla sua sorgente, negli anni, hanno dato spazio all’immaginazione, dando vita a molte leggende. La più nota racconta di una giovane fanciulla che, non sapendo scegliere tra tre pretendenti che la chiedevano in moglie, decise che avrebbe sposato colui che le avesse rivelato l’origine del Fiumelatte. I giovani innamorati, seppur molto dubbiosi, decisero di compiere l’impresa e si inoltrarono nella grotta. Passarono uno, due, cinque, dieci giorni ma dalla grotta continuavano a fuoriuscire solamente le acque del fiume. Sconsolata, la fanciulla si vestì a lutto e pianse la sua infelice proposta. Ad un tratto però, non si sa dopo quanti giorni, i tre giovani comparvero all’ingresso della grotta, irriconoscibili e con lo sguardo spento. Sembravano invecchiati di mille e mille anni. Interrogati dalla gente del borgo, raccontarono di avventure a dir poco fantasiose.
Il primo raccontò di essere stato accolto da una sirena che lo portò in una sala sfarzosa, dove gli offrì un calice pieno d’ambrosia. Egli bevve e si sentì come in paradiso. L’incanto però svanì quando il calice si svuotò e si ritrovò in fondo ad una buia grotta senza uscita. Il secondo raccontò che, dopo un lungo cammino, si ritrovò al centro di una grande caverna piena di stalattiti scintillanti e di donzelle che lo accolsero danzando. In sottofondo echeggiava nella grotta un canto dolcissimo. Ma anche per lui la magia svanì presto, insieme all’ultima nota della melodia. Alla luce subentrarono le tenebre e la grande grotta si trasformò in uno stretto cunicolo le cui pareti ospitavano rospi e pipistrelli. Il terzo ragazzo invece, più volte interrogato, rimase sempre muto con lo sguardo perso all’orizzonte, quasi come stregato da chissà quale visione.
Nessuno però poté mai sapere la verità. I tre giovani, dopo tre giorni dalla loro apparizione all’ingresso della grotta, si spensero vaneggiando. Da allora nessun altro ebbe il coraggio di varcare l’ingresso della grotta.
Un’altra leggenda narra di tre frati che giunsero a Fiumelatte durante la secca del torrente e, muniti della necessaria attrezzatura, si portarono alla grotta della sorgente decisi di voler fare chiarezza sull’origine del fiume. nonostante gli scongiuri degli abitanti, entrarono nella grotta e scomparvero nelle tenebre. Tutti fremettero al rischio corso dai frati e si chiesero l’un l’altro cosa avrebbero potuto fare questi umili servi di Dio contro i demoni e le streghe che li attendevano nei cunicoli delle grotte. In tutti si radicò la certezza che non li avrebbero mai più rivisti vivi e infatti così fu. Dopo tre giorni, mentre le campane di Varenna suonavano il mezzogiorno, il fiume iniziò a scorrere e restituì i corpi esanimi dei tre frati.
Una terza leggenda narra invece di un piccolo stagno presente nell’antichità dove oggi si trova la sorgente di Fiumelatte. Qui un giorno si incontrarono due uomini, uno caparbio e uno tranquillo. Il più tranquillo chiese al caparbio dove fosse diretto, il quale rispose che stava andando a Perledo. L’uomo tranquillo gli disse ‘se Dio vuole’ e l’altro ribatté che ci sarebbe andato anche senza il volere di Dio, del quale nulla gli importava. Non fece in tempo a finire la frase che venne trasformato in un rospo e, con un grande salto, finì in mezzo al grande stagno. Questo precipitò velocemente verso il lago, portando con se l’uomo rospo che aveva appena offeso il nome di Dio. Inutile dire che l’uomo tranquillo rappresentava il Signore.
Venne l’autunno e, secondo la leggenda, Dio perdonò l’uomo caparbio e lo fece tornare alle sue sembianze umane. Anche il fiume, miracolosamente, cessò di scorrere e si prosciugò. Ma nella primavera successiva riapparve con le sue spumeggianti e candide acque, per poi scomparire ancora misteriosamente con le prime nebbie di Ottobre.
Curiosità su Fiumelatte
☀ Fiumelatte nei secoli ha suscitato la curiosità anche di molti personaggi illustri, come Spallanzani, Stoppani, Cermenati, Plinio il Vecchio e addirittura Leonardo. Quest’ultimo, molto incuriosito da questo fenomeno, parlò del ‘Fiumelaccio’ nel suo Codice Atlantico (foglio 214):
«È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo sul lago, con inistimabile strepitio e romore.»
☀ A Fiumelatte un tempo si trovava una vetreria che dava lavoro a soffiatori di vetro provenienti dall’Alsazia e dalla Germania. Tra questi c’era la famiglia Derflingher, che si stabilì nei locali vicino a dove sorgeva l’Osteria. Ancora oggi, a distanza di 190 anni, ci abitano alcuni componenti della famiglia. Due familiari si sono invece trasferiti in Messico, dove hanno aperto una grossa vetreria che ancora oggi produce oggetti in vetro molto pregiati.
☀ Alcuni paesi, come la città di Monza, sembra che abbiano una via intitolata a Fiumelatte.
Come arrivare a Fiumelatte
Fiumelatte dista solamente poco più di un’ora d’auto da Milano, mezz’ora da Lecco e un’ora da Como ed è facilmente raggiungibile in auto, in treno o in battello.
☀︎ Auto: precorrete la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga e prendete l’uscita ad Abbadia Lariana. Da qui seguite la Strada Provinciale 72 che costeggia il lago, fino a raggiungere Fiumelatte.
☀︎ Treno: da Milano Centrale potete prendere il treno verso Sondrio, il quale ferma a Lecco e poi a Varenna.
☀︎ Battello: Potete prendere il battello da Bellagio oppure l’aliscafo da Como.
Se vi trovate a Varenna e avete voglia di camminare, potete raggiungere Fiumelatte grazie ad un semplice sentiero che segue un tratto della Greenway dei Patriarchi. Da Piazza San Giorgio a Varenna, camminando verso Sud, troverete sulla sinistra Via Roma (in salita) che conduce fino al cimitero. Da qui, sulla sinistra, parte una breve e ripida scalinata, al termine della quale ha inizio il vero e proprio sentiero. Il sentiero prosegue a mezza costa parallelo al lago ed è lungo circa 1 chilometro. Lungo il sentiero, verso la fine, troverete una deviazione di pochi minuti che conduce alla località Baluardo, uno tra i luoghi più panoramici della sponda lecchese del Lago di Como.
Nei pressi della sorgente del fiume si trova una piccola e attrezzata area pic-nic dove potete fare una sosta. Vi consigliamo di indossare scarpe da trekking e abbigliamento comodo per percorrere il sentiero, seppur molto semplice.
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