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Italia / Lombardia

Ghiacciaio del Ventina (Valmalenco): un ghiacciaio destinato a scomparire

Il Ghiacciaio del Ventina è uno dei pochi ghiacciai facilmente raggiungibili sulle nostre montagne ed è una piccola perla bianca incastonata tra i profili del Monte Disgrazia e del Monte Cassandra. Il Ghiacciaio del Ventina sorge sopra i 3.500 metri scendendo poi verso valle lungo la Valle del Ventina, da dove si possono ammirare alcune delle più belle cime della zona.

Purtroppo il progressivo ritiro dei ghiacciai causato dal riscaldamento globale ha colpito anche questo ghiacciaio, in modo piuttosto grave, facendolo ritirare di decine di metri ogni anno e scrivendogli un futuro abbastanza triste: il Ghiacciaio del Ventina è destinato a scomparire.

Ghiacciaio del Ventina: Vista della lingua
Ghiacciaio del Ventina: Vista della lingua

Da sapere prima di partire!

Il sentiero per raggiungere il Ghiacciaio del Ventina è di livello E (escursionista) fino alla bocca del ghiacciaio, a tratti un po’ impegnativo, e di livello EE (escursionista esperto) per la risalita del ghiacciaio. L’escursione completa richiede dalle 5 alle 6 ore a seconda della vostra preparazione fisica ed è fattibile tranquillamente in giornata. Prima di partire ricordatevi di controllare il meteo e avventuratevi solamente se è sereno per l’intera giornata. In montagna non si scherza con il meteo! Il dislivello dell’intero percorso è di circa 720 metri.

Noi vi consigliamo di pernottare in uno dei due rifugi e dedicare il secondo giorno alla salita verso il Lago Pirola, la salita è impegnativa e non vi consigliamo di farla lo stesso giorno, o all’arrampicata al Torrione Porro se siete appassionati di questo sport. Il costo del pernottamento, cena e colazione al Gerli-Porro è di €42,00, al quale aggiungere il costo del noleggio del sacco a pelo (€3,00) o delle lenzuola (€5,00), mentre al Ventina la mezza pensione parte dai €39,00 e la pensione completa parte dai €48,00 a seconda del periodo.

Segnaletica dei vari sentieri dal Gerli-Porro
Segnaletica dei vari sentieri dal Gerli-Porro

Il sentiero è di alta montagna e attraversa la morena scavata dal ghiacciaio, ciò significa che è a tratti sconnesso e su roccia o massi, perciò vi consigliamo di partire con dei buoni scarponi da trekking (che coprano e proteggano bene le caviglie), abbigliamento tecnico da montagna e un pile da indossare in caso di vento. È fondamentale avere con voi anche uno zaino con sufficiente scorta di acqua, qualche barretta energetica, un kit di primo soccorso e un k-way. In montagna il tempo cambia rapidamente e può capitare di trovarsi in mezzo alla pioggia.

Se volete rilassarvi un po’ prendendo il Sole sul fiume prima di rientrare, ricordate che lassù il Sole è più forte rispetto a valle, perciò prima di partire mettete una buona protezione solare e portatela con voi nello zaino in modo da poterla rimettere durante la giornata.

Ghiacciaio del Ventina: Rifugio Ventina
Ghiacciaio del Ventina: Rifugio Ventina

Come ha influito il riscaldamento globale sul Ghiacciaio del Ventina

Il Ghiacciaio del Ventina è forse il ghiacciaio visitabile che fino ad ora ha subito maggiormente i danni causati dal riscaldamento globale, arretrando di diversi chilometri e destinato ad arretrare ancora fino alla sua scomparsa. È stato previsto infatti che intorno al 2050 tutti i ghiacciai alpini intorno e al di sotto dei 3.500 metri scompariranno.

La prima rilevazione ufficiale che abbiamo in merito al Ghiacciaio del Ventina risale al 1895 ed è stata fatta da Luigi Marson, il quale fece rilevamenti anche al Ghiacciaio Fellaria. Marson colloca la fronte del Ghiacciaio del Ventina dove oggi inizia la sua grande morena, alla fine del prato che ospita i rifugi Gerli-Porro e Ventina. Nel 1884, un’altra fonte ufficiale lascia pensare che il ghiacciaio non abbia subito grossi arretramenti. La fonte è la Guida alla Valtellina scritta dalla sezione Valtellinese del CAI che, descrivendo il sentiero verso il Lago Pirola, scrive:

Una gita facile e breve da Chiareggio conduce per la Valle Ventina, a sud-ovest, al lago Pirola. Si attraversa prima il Mallero al di sotto del punto di congiunzione tra i due torrenti di Valle Ventina e Valle delle Disgrazie, e si sale lungo il fianco destro della Valle Ventina per un sentiero assai comodo. Arrivati all’alpe Ventina, dove termina l’immenso ghiacciaio che porta lo stesso nome, si abbandona la valle, salendo a sinistra fino al lago.

Una nuova rilevazione venne fatta nel 1920 ed evidenzia, purtroppo, un ritiro di ben 180 metri seguito da qualche anno di stazionamento. Nel 1953 la fronte arretra nuovamente di 70 metri, nel 1964 addirittura di 131 metri, nel 1965 di altri 90 metri e nel 1966 di altri 81 metri. Cioè, in soli due anni è arretrato di circa 302 metri! Fortunatamente negli anni Settanta ed Ottanta si è registrato un piccolo avanzamento, circa 100 metri, per poi, purtroppo, riprendere il ritiro fino al punto dove lo si può osservare oggi.

Pensare che 130 anni fa il Ghiacciaio del Ventina arrivava fino a dove oggi sorgono i due rifugi e vederlo oggi, un puntino lontano in cima alla morena, fa davvero male e fa pensare a quanto l’uomo stia rovinando questo pianeta.

Ghiacciaio del Ventina: Dove arrivava nel 1932
Ghiacciaio del Ventina: Dove arrivava nel 1932

Come raggiungere il Ghiacciaio del Ventina

Il Ghiacciaio del Ventina è situato in Valmalenco ed è raggiungibile facilmente tramite un sentiero adatto a tutti in partenza da Chiareggio (SO).

Per raggiungere Chiareggio da Milano ci vogliono circa 2 ore e mezza e avete due opzioni:

  • la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga fino a Colico
  • l’autostrada Como Laghi (A9) fino all’uscita Lago di Como per poi percorrere tutta la Strada Regina (SS340) fino a Colico, passando per il Pian di Spagna.

Da Colico dovrete poi prendere lo svincolo sulla SS38 verso Sondrio (viale Stadio). Prima di entrare nel centro di Sondrio, alla fine del viale, dovrete prendere lo svincolo sulla SP15 fino a Chiesa in Valmalenco e poi seguire le indicazioni fino a Chiareggio.

Arrivati a Chiareggio proseguite fino alla fine del paese, dove troverete un ampio parcheggio su fondo di ciottoli dove poter lasciare l’auto.

Ghiacciaio del Ventina: Sentiero Glaciologico Vittorio Sella
Ghiacciaio del Ventina: Sentiero Glaciologico Vittorio Sella

Qui avrete due possibilità per raggiungere il Rifugio Gerli-Porro (1.965 metri) o il Rifugio Ventina (1.975 metri), situati a pochi metri l’uno dall’altro:

  • il sentiero normale: facile, quasi tutto in piano è abbastanza largo per essere percorso anche in mountain bike. Questo sentiero parte in fondo al parcheggio (guardando il fiume andate a sinistra) dove troverete un ponte per superare il fiume e l’inizio del sentiero in mezzo al bosco. Andando piano ci vuole poco meno di 1 ora per raggiungere i rifugi.
  • la variante del sentiero: più impegnativo e a tratti ripido quando si addentra nel bosco. Questo sentiero passa per Forbesina, un piccolo villaggio di montagna davvero molto grazioso. Superata Forbesina il sentiero si dirige verso il bosco fino ad arrivare nuovamente al fiume Mallero, che dovrete oltrepassare passando sul ponte e poi saltando da un sasso all’altro se il fiume è bello pieno. Oltrepassato il fiume il sentiero inizia a salire rapidamente inoltrandosi nel bosco e dovrete fare un po’ di attenzione a dove mettete i piedi, soprattutto se i giorni prima ha piovuto. Usciti dal bosco il sentiero si congiunge all’altro sentiero per l’ultimo pezzo finale, in salita, fino al Rifugio Gerli-Porro. Andando piano questo sentiero vi terrà impegnati un po’ più di 1 ora.
Ghiacciaio del Ventina
Ghiacciaio del Ventina

Potete percorrere la via alternativa all’andata e il sentiero normale al ritorno. Arrivati al rifugio approfittatene per riposarvi un attimo prima di riprendere il percorso. Da qui partono diversi sentieri, tra cui quelli che portano all’Alta Via della Valmalenco (questa è la terza tappa), al Passo del Ventina, ai Laghetti di Sassersa, al Ghiacciaio del Ventina e al Lago Pirola.

Per raggiungere il ghiacciaio dovete seguire il Sentiero Glaciologico Vittorio Sella, realizzato nel 1992 da un’iniziativa del Servizio Glaciologico Lombardo (SGL), segnato inizialmente da simboli rosso-bianco-rosso e poi da simboli blu e lungo il quale si trovano cartelli che indicano l’estensione del Ghiacciaio del Ventina negli anni passati. I simboli blu non sempre sono ben visibili, perciò fermatevi spesso per controllare se state andando nella giusta direzione.

Ghiacciaio del Ventina
Ghiacciaio del Ventina

Il sentiero passa sul versante sinistro del fiume, passando il Rifugio Ventina e continuando passando sopra ad una grossa frana. Passata la frana il sentiero prosegue iniziando a salire lungo la morena scavata dal ghiacciaio, a tratti pianeggiante e a tratti in salita, sempre su terreno roccioso e sconnesso. L’ultimo tratto del sentiero prosegue in rapida salita per poter arrivare fino alla lingua del ghiacciaio, passa sulle rocce e su sassi ed è abbastanza impegnativo perciò fate attenzione. Per raggiungere la bocca del ghiacciaio ci impiegherete circa un paio d’ore contando anche l’ultima ripida salita.

Una volta raggiunta la cima è possibile risalire qualche centinaio di metri lungo la lingua fino ad arrivare ad osservare la curva del ghiacciaio che scende tra il Pizzo Cassandra e il Monte Disgrazia. Noi come sempre vi consigliamo di non addentrarvi sul ghiacciaio da soli, ma di farvi accompagnare da una guida esperta.

Lungo il sentiero se si rivolge lo sguardo in alto a destra, si riesce ad osservare un altro piccolo ghiacciaio lungo un fianco del Monte Disgrazia sul filo di uno strapiombo: è il Ghiacciaio della Vergine. Dietro questo ghiacciaio si cela una triste leggenda che narra di una vergine donna che si recò fra queste montagne salendo dall’Alpe Ventina, andando verso i bastioni rocciosi del suo versante occidentale, dominato dal Monte Disgrazia. Lungo il percorso lasciò dietro di se i suoi verdi veli, che divennero tanti larici, e le lacrime del suo pianto, che divennero piccoli ruscelli. Salì sempre più in alto, fra le nevi perenni, finché fu rapita per sempre dalla montagna.

Il canalone lungo il quale salì venne da allora chiamato Canalone della Vergine e le nevi fra le quali si perse vennero chiamate Ghiacciaio della Vergine. La leggenda vuole che nessun uomo possa risalire questo canalone e mettere piede sul ghiacciaio se nella sua mente c’è il pensiero di una donna che non sia questa vergine purissima. Ogni uomo con altri pensieri viene respinto indietro con grosse nubi che gli fanno perdere l’orientamento e con scariche di ghiaccio che lo trascinano a valle. 

Il ritorno al rifugio segue lo stesso percorso dell’andata. Approfittatene per pranzare al rifugio con un buon piatto di pizzoccheri o una bella polenta taragna per trovare le forze per un’altra escursione pomeridiana se non volete fermarvi a rilassarvi un po’ sul fiume o vicino al piccolo laghetto.

Ghiacciaio del Ventina: La vista dall'ultima parte della salita per raggiungere la lingua
Ghiacciaio del Ventina: La vista dall’ultima parte della salita per raggiungere la lingua

Sentiero per il Lago Pirola e il Larice Millenario

Il Lago Pirola è un piccolo e grazioso laghetto di montagna, incastonato in una cornice a tratti rocciosa e a tratti verdeggiante, ma non così semplice da raggiungere! Lungo il percorso che da Chiareggio porta ai rifugi, troverete diverse indicazioni e diversi sentieri verso il Lago Pirola, di cui una poco prima del rifugio e segnalata con la scritta LP su un masso. Troverete un sentiero anche sulla sinistra del Rifugio Gerli-Porro, da dove siamo partiti anche noi. Il sentiero vi terrà impegnati poco più di 1 ora e mezza a salire, poco più di 2 ore se fate anche la breve deviazione per il larice millenario. Questo larice  risale all’anno 1007 ed è l’albero italiano più vecchio di cui è stata rilevata la datazione e uno dei più vecchi in Europa.

Torrione Porro e parte iniziale del sentiero per il Lago Pirola
Torrione Porro e parte iniziale del sentiero per il Lago Pirola

Questo sentiero non è difficile, ma è abbastanza impegnativo all’inizio in quanto sale molto ripido su di una enorme frana e poi attraverso un bosco di larici, fino ad arrivare a circa 2.030 metri. Da qui in poi la pendenza si riduce e il sentiero prosegue più tranquillamente tra massi e alberi. Dopo una piccola valle si trova il cartello che segnala il sentiero per raggiungere, poco più sotto, il larice millenario (2.160 metri). Il sentiero per il Lago Pirola (2.283 metri) prosegue in salita sulla sinistra e poco dopo si raggiunge l’altipiano del lago Pirola.

Al piccolo bivio troverete un masso su cui è segnata l’indicazione per il lago, a destra, mentre a sinistra si sale al Torrione Porro. Andate a destra e, al prossimo bivio, troverete le indicazioni per il lago sulla sinistra. Da qui avete due scelte: seguire il sentiero che scende diretto, ripido e impegnativo verso il lago, che vi apparirà poco dopo, oppure seguire una via alternativa, non segnalata, e fare il giro largo passando da un altro laghetto di montagna. Se scegliete il primo sentiero fate attenzione perché passerete tra grandi massi e a volte dovrete aiutarvi anche con le mani. 

Per scendere potete seguire lo stesso sentiero oppure potete scendere verso l’Alpe Pirola (2.096 metri), da dove avrete poi due possibilità: scendere verso l’Alpe Zocche oppure scendere lungo il sentiero dal lato opposto. Questo sentiero si ricongiunge nella parte finale ai due sentieri che partono dal sentiero che da Chiareggio porta al Rifugio Gerli-Porro.

Lago Pirola
Lago Pirola

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