Marafa, detta anche “Hell’s Kitchen” (cucina del diavolo), si trova a circa un’ora di strada da Watamu e a un’ora di strada a nord di Malindi.
Il tragitto per arrivarci è impervio, perché fatto di strade dissestate e piene di buche, ma molto suggestivo. Si percorrono le tipiche strade in terra battuta rossa e polverosa e si scorgono le numerose piantagioni di ananas, i boschi di acacie e baobab e villaggi con tanti bambini che ti corrono incontro per salutarti.
Date un’occhiata alla seguente escursione guidata in italiano per visitare Marafa:
1. Escursione alla gola di Hell’s Kitchen (da Watamu – 5 ore)
La vista alla fine del percorso lascia sbalorditi. Ci si trova davanti ad un immenso canyon di arenaria, frutto di secoli di erosioni di vento e pioggia, con delle enormi piramidi di pietra alte fino a 30 metri e con colorazioni che variano dal rosso intenso all’arancione, dal giallo ocra al bianco.
Questa escursione va fatta al tramonto perché quando il sole scende verso l’orizzonte è come se le rocce prendessero fuoco.
All’interno del canyon si possono ammirare molte sfumature di colori, tutti con un significato differente:
☀️ Il rosso delle colline, è il sangue della famiglia punita da Dio per lo spreco commesso;
☀️ Il bianco, è il colore del latte sprecato dalla famiglia;
☀️ Il giallo, è il colore dell’ira di Dio verso la famiglia.
Una leggenda narra che a Marafa..
Gli abitanti del posto ci raccontano una leggenda che narra di una famiglia benestante, proprietaria di innumerevoli terreni e di un grande allevamento di bestiame, che viveva dove oggi c’è Marafa. L’acqua, bene di prima necessità, era troppo lontano dalla loro dimora e andarla a prendere richiedeva tempo e fatica, perciò la ricca famiglia decise di utilizzare il latte delle loro mucche per lavarsi e lavare i loro vestiti.
Così Dio, accortosi dello spreco di questa famiglia, scatenò un enorme nubifragio su Marafa, creando una profonda voragine che inghiottì la famiglia e lo rese cosi caldo da essere completamente inospitale per l’uomo.
Il sito è gestito da un impresa turistica locale e le guide al suo interno sono prese proprio tra gli abitanti del vicino villaggio. Attualmente si contano circa 30.000 visitatori l’anno.
Alla fine del percorso all’interno del canyon si viene assaliti da una miriade di bambini a cui potrete lasciare quaderni, pennarelli, penne, vestiti e cibo (tra cui farina e riso).
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