Solitamente associata a chi è alla ricerca di un viaggio all’insegna del relax al mare, Porto Torres in realtà è molto di più. Situata al centro del Golfo dell’Asinara, Porto Torres è un perfetto mix tra storia, cultura e bellezze naturali tra le più affascinanti dell’isola. La città e i suoi dintorni sono una delle aree più interessanti e ricche di storia di tutto il Nord della Sardegna.
La città fu fondata dai romani nel 46 a.C., probabilmente da Giulio Cesare o Ottaviano, con il nome di Colonia Iulia Turris Libisonis, in un’area abitata sin dal periodo prenuragico. Situata sul Flumen Turritanum (l’odierno Riu Mannu), navigabile per alcuni chilometri, Porto Torres fu la prima colonia romana della Sardegna e importante approdo portuale collegato a Roma. In seguito la città passò di mano in mano, dai vandali ai bizantini, che precedettero l’epoca dei giudicati, per poi finire alla dominazione aragonese e sabauda.
In questo articolo vi diamo tutte le informazioni per organizzare una visita a Porto Torres, su cosa vedere in città e nei dintorni, su cosa fare e come arrivare.
Cosa vedere a Porto Torres: itinerario in città e dintorni
Parco Archeologico di Turris Libisonis
Ciò che rimane dell’antico centro storico della cittadina romana corrisponde oggi all’attuale Parco Archeologico Turris Libisonis, che custodisce i resti di edifici pubblici e abitazioni, vie lastricate, tabernae (botteghe). Quest’ultime sono visibili sia nell’area esterna del sito archeologico, sia inglobate all’interno dell’Antiquarium urritanum.
Il sito custodisce inoltre ben tre impianti termali: Maetzke (Est), Pallottino (Ovest) e Centrali. Le più grandi ed importanti sono le terme centrali, note anche come Palazzo di re Barbaro, governatore che martirizzò i santi Gavino, Proto e Gianuario. Queste terme, realizzate nel I secolo d.C. e ristrutturate nel III secolo, erano pubbliche e con grandi ambienti decorati a mosaico, di cui oggi purtroppo si conservano solo pochi resti. Passeggiando tra i resti si possono identificare spazi dedicati ai bagni caldi, tiepidi e freddi, forse una sauna, spogliatoi e palestra.
È possibile poi passeggiare tra i resti di abitazioni private, come la splendida Domus di Orfeo, così chiamata in seguito al ritrovamento di un mosaico policromo che rappresenta Orfeo che suona la lira seduto su una roccia e circondato da animali, e la Domus dei Mosaici, ricca di mosaici con soggetti marini e che comprende al suo interno parte di un impianto termale privato.
Museo Antiquarium Turritano
Visitate poi l’adiacente Museo dell’Antiquarium Turritano, inaugurato nel 1984, che custodisce i reperti archeologici ritrovati durante gli scavi. Questi reperti documentano le diverse fasi di vita della città romana di Turris Libisonis e spaziano tra maschere, gioielli, statuette onorarie, utensili, ceramiche, iscrizioni e mosaici.
Il museo si divide su due piani. Al primo piano sono esposti reperti ritrovati nelle necropoli circostanti, tra cui bronzi, anfore, monete, una statua di un magistrato, la maschera di Satiro, forse proveniente da una fontana, e l’ara di Bubastis, dea orientale con la testa di gatto, la cui iscrizione consente di datarla al 35 d.C..
Al primo piano sono invece esposti i reperti ritrovati durante gli scavi dell’area termale, diversi marmi e una collezione comunale messa insieme da Emilio Paglietti tra l’800 e il ‘900. Quest’ultima è costituita da reperti databili dall’età nuragica alla tarda età imperiale.
🕑 Orari: il parco e il museo sono aperti da martedì a sabato dalle 9.00 alle 16.00. Saltuariamente viene aperto anche di domenica mattina, in occasione di eventi o giornate dedicate ai musei. Visite guidate obbligatorie per l’area archeologica organizzate ogni ora. Chiuso il lunedì e la domenica.
💲 Costi: il biglietto d’ingresso costa € 7,00 per entrambi.
Ponte Romano
Interessante da visitare anche il Ponte Romano, costruito nel I secolo d.C. per collegare l’antica Turris Libisonis con i vasti campi di frumento della Nurra, le miniere dell’Argentiera e Karales, l’odierna Cagliari. Grazie al suo eccellente stato di conservazione, il Ponte Romano di Porto Torres è il più importante di tutta la Sardegna. È lungo ben 135 metri, con 7 arcate che si adattano man mano alla diversa conformazione del terreno.
Fino agli anni ’80 è stato utilizzato come collegamento per il polo petrolchimico e ci passavano sia mezzi pesanti che leggeri. Fortunatamente però, recentemente si è deciso di riportarlo ai suoi antichi splendori e, grazie ad una grande opera di restauro, in alcuni punti è stato tolto lo strato di asfalto che lo ricopriva e riportato alla luce il suo antico basolato, composto da grosse pietre di trachite grezze.
Torre Aragonese
Poco distante, situata all’uscita del porto, si trova il simbolo della città, la sua Torre Aragonese, costruita a scopo difensivo nel 1325. Questa torre, alta 14 metri e larga 13 metri, si sviluppa su tre piani: al piano inferiore si trova la cisterna, il primo piano si trova lo spazio un tempo dedicato alle abitazioni e all’ultimo piano si trova una terrazza circondata da un ballatoio e diverse feritoie.
Nel corso dei secoli la torre ha subito diverse trasformazioni ed ha assunto diverse funzioni. Nel XV secolo divenne sede doganale, mentre nel XVI divenne un importante baluardo difensivo contro gli attacchi. Infine, nel XX secolo fu trasformata in un faro. Oggi invece, in seguito ad un importante lavoro di restauro esterno, ospita diversi eventi culturali.
Basilica di San Gavino
Uno dei luoghi da visitare assolutamente a Porto Torres è la suggestiva Basilica di San Gavino, la chiesa romanica più grande della Sardegna, edificata sul Monte Agellu in pietra calcarea della Nurra tra il 1030 e il 1080. Sorge su una antica necropoli paleocristiana e due antiche chiese databili tra il V e il VII secolo, i cui resti furono inglobati nella cripta della basilica.
Gli elementi dello stile gotico-catalano risalgono a dei lavori effettuati nel XV secolo e attestati da un’epigrafe datata 1492 presente sul portale romanico. Nel XVII secolo invece venne sistemata la cripta, che accolse le reliquie dei martiri turritani rinvenute nel 1614 in seguito agli scavi effettuati.
All’interno la chiesa è avvolta da una luce molto tenue, che penetra dalle piccole monofore situate ai lati, e custodisce diverse statue e affreschi. Le 22 colonne di granito rosa e marmo grigio, con i rispettivi capitelli, e le tre coppie di pilastri cruciformi provengono invece da antichi edifici di epoca romana e bizantina. Una delle absidi custodisce un catafalco ligneo risalente al XVII secolo con le statue dei santi martiri Gavino, Proto e Gianuario.
Dalle navate laterali si accede alla cripta, dove sono custoditi eleganti sarcofagi romani dentro i quali si conservano le reliquie dei martiri turritani. L’anti-cripta, in stile classico rinascimentale, è composta da numerose nicchie contenenti statue marmoree di martiri locali.
Ai santi è dedicata la Festha Manna (il 45° giorno dopo Pasqua), durante la quale le statue lignee dei tre martiri vengono portate in processione dalla Chiesa di San Gavino alla Chiesetta di San Gavino a Mare.
🕑 Orari: la basilica è aperta da Aprile ad Ottobre dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 (fino alle 19.00 da Maggio a Settembre). Dal 1 Novembre al 31 Marzo è necessario prenotare la visita almeno 48 ore prima.
💲 Costi: il biglietto d’ingresso costa € 3,00 per basilica e cripta, € 4,50 per includere anche Atrio Metropoli.
Chiesetta di San Gavino a Mare (Balai Vicino)
Poco fuori dal centro, si trova la piccola Chiesetta di San Gavino a Mare, chiamata anche Balai Vicino, situata a strapiombo sulla scogliera che sovrasta la piccola e splendida Spiaggia di Balai. Ad oggi non si ha certezza sulla data della sua costruzione, ma si pensa possa risalire a prima del XVII secolo.
Questa chiesetta, insieme a Balai Lontano, è un punto di riferimento per il culto dei martiri San Gavino, San Proto e San Gianuario. La tradizione narra che, dopo il martirio, i corpi dei santi furono gettati in mare e dal mare furono restituiti sulla spiaggia di Balai. La Chiesetta di San Gavino a Mare sorge proprio sul luogo del ritrovamento ed è anche il luogo della loro prima sepoltura.
Chiesetta di Santu Bainzu Ischabizzaddu (Balai Lontano)
La piccola Chiesetta di Santu Bainzu Ischabizzaddu, conosciuta anche come Balai Lontano, sorge nel luogo in cui, secondo la tradizione, avvenne la decapitazione dei tre martiri nell’Ottobre del 303 d.C.. Da qui furono poi gettati in mare.
Questa chiesetta situata in periferia – da qui deriva l’appellativo vicino e lontano – è costruita in pietra calcarea ed è molto piccola. Purtroppo è sempre chiusa e non visitabile, tranne il 25 Ottobre, anniversario del martirio di San Gavino, e il 25 Aprile, giorno della sua venerazione.
🕑 Orari: per visitare le chiesette è necessario prenotare la visita almeno 48 ore prima.
💲 Costi: il biglietto d’ingresso costa € 1,50.
Altare Prenuragico di Monte d’Accoddi
Poco fuori da Porto Torres vi consigliamo di visitare l’Altare Prenuragico di Monte d’Accoddi, un maestoso altare sacro fondato tra il 4000 e il 3650 a.C. e ampliato tra il 2800 e il 2400 a.C.. Si tratta di un monumento unico, non solo in Europa ma in tutto il Mediterraneo occidentale, imponente e dalle forme che ricordano quelle delle ziqqurat mesopotamiche.
Vi consigliamo di leggere la storia e le curiosità di questo misterioso posto sul nostro articolo Monte d’Accoddi: Guida alla visita dell’Altare Prenuragico.
🕑 Orari: il sito archeologico è aperto dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00 e la domenica dalle 9.00 alle 14.00. L’ultimo ingresso è 1 ora prima della chiusura. Chiuso il lunedì.
💲 Costi: il biglietto d’ingresso costa € 4,00.
Necropoli Ipogeica di Su Crucifissu Mannu
Poco distante da Monte d’Accoddi vi consigliamo di visitare la Necropoli Ipogeica di Su Crucifissu Mannu, la cui costruzione è collocabile tra il Neolitico Recente (IV millennio a.C.) e l’Età della Pietra (III millennio a.C.). Dagli studi che sono stati fatti, risulta che questa necropoli è stata utilizzata fino al 1500 a.C.. Questo sito, scavato all’interno della roccia calcarea, comprende almeno 22 domus de janas, tombe preistoriche tipiche della Sardegna prenuragica.
Le tombe sono tutte composte da un’ampia stanza principale, dalla quale si diramano più vani comunicanti tra loro. La più grande delle tombe, la Tomba XII, conta ben 15 vani. Alcune di queste stanze sono decorate con elementi simbolici, come dipinti o rilievi taurini stilizzati (Tomba XXI), oppure architettonici, come gradini o finte porte scolpite. Queste ultime potrebbero simboleggiare l’impossibilità per i vivi di accedere al regno dei morti. La copertura di alcune tombe è crollata in seguito al passaggio dell’antica strada di collegamento romana tra Turris Libisonis e Karales (odierne Porto Torres e Cagliari).
All’interno delle tombe sono stati ritrovati tanti oggetti di corredo funebre, come ceramiche di cultura di Bonnanaro, bottoni, bracciali da arciere, vasi campaniformi e statuine cicladiche, ma anche resti scheletrici. Due di questi avevano segni di trapanazione sul cranio, avvenuta quando erano ancora in vita.
🕑 Orari: la necropoli è sempre aperta.
💲 Costi: ingresso gratuito.
Stintino e La Pelosa
Poco più a Nord di Porto Torres, a soli 30 minuti d’auto, vi consigliamo di visitare anche il piccolo borgo di pescatori di Stintino. Il paesino è stato fondato nel 1885 dalle famiglie dei pescatori che dovettero lasciare l’isola dell’Asinara, in seguito alla decisione di trasformarla in colonia penale. Per visitarlo ci vuole davvero pochissimo tempo e potete passeggiare dal piccolo centro al grazioso porticciolo su cui si affaccia.
Stintino è però diventato famoso grazie alla bellezza delle spiagge che circondano questo angolo di Sardegna. Una di queste è la Spiaggia della Pelosa, considerata la più bella di tutta l’isola, con la sua finissima sabbia bianca e un’acqua limpida da far invidia ai Caraibi. A dare il nome alla spiaggia è la torre aragonese, risalente al 1578, che svetta sul vicino isolotto della Pelosa. L’isolotto è situato di fronte alla piccola spiaggia della Pelosetta ed è facilmente raggiungibile a piedi o a nuoto.
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