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America / Bolivia

Salar de Uyuni: cosa vedere. Itinerario di 4 giorni

Gli altipiani meridionali sono una delle regioni più belle della Bolivia, ricchi di paesaggi selvaggi e ancora incontaminati. Qui si trova la parte più desolata del paese, dove la natura regna sovrana in tutta la sua forza e bellezza. Ed è proprio qui che si trova il meraviglioso Salar de Uyuni, che con i suoi 10.582 chilometri quadrati è la più grande distesa salina al Mondo, frutto della progressiva evaporazione di un antico lago salato. Un’immenso deserto bianco durante la stagione secca, che si trasforma in un’infinito specchio d’acqua durante la stagione delle piogge.

Avvicinandosi al Cile, il paesaggio cambia completamente: qui si trovano alti vulcani che si specchiano in lagune colorate piene di fenicotteri rosa, deserti di sabbia e maestosi geysers. Ci troviamo ad un’altitudine compresa tra i 3.600 e i 4.900 metri, in luoghi inospitali e dove l’aria si fa sempre più rarefatta. Le strade non esistono e i fuoristrada sono l’unico mezzo adatto ad attraversare in lungo e in largo queste remote zone.

In questo articolo vi diamo tutte le informazioni per organizzare un tour del Salar de Uyuni e su cosa vedere e cosa fare. Troverete inoltre informazioni su come arrivare e dove dormire.

Tour nel Salar de Uyuni: cosa vedere in 4 giorni

Effetto specchio al Salar de Uyuni
Effetto specchio al Salar de Uyuni

Come si è formato il Salar de Uyuni

Circa 40.000 anni fa, l’area del Salar de Uyuni era interamente coperta dal preistorico Lago Minchin, bacino di raccolta dell’acqua che scendeva dalle montagne circostanti. Nel corso dei millenni questo lago si prosciugò, lasciando spazio al Paleo Lago Tauca, formatosi tra i 13.000 e i 18.000 anni fa.

Quando anche quest’ultimo si prosciugò, lasciò due piccoli laghi, Poopó e Uru Uru , e due grandi deserti salati, Salar de Coipasa e il più grande Salar de Uyuni.

Con l’evaporazione dell’acqua del lago, si formò una spessa crosta di sale fino a diventare l’imponente distesa di sale che vediamo oggi. L’acqua sotto la salina continua ad evaporare a causa del calore del sole, con un tasso di evaporazione è dieci volte superiore alle precipitazioni.

Il Salar de Uyuni contiene circa 10 miliardi di tonnellate di sale e ogni anno se ne estraggono circa 20.000 tonnellate. Oltre al sale vengono estratti altri minerali, come il potassio e il magnesio, ma ciò che lo rende davvero importante per la gente del posto e non solo è il litio. Qui infatti si trova circa il 70% delle riserve mondiali di litio.

Formazioni esagonali del Salar de Uyuni
Formazioni esagonali del Salar de Uyuni

Quando andare al Salar de Uyuni

Il Salar de Uyuni è uno luogo magico, capace di sorprendere a qualsiasi ora del giorno e in ogni stagione. È uno di quei posti da vedere in diverse stagioni, che in questo caso sono la stagione secca e la stagione delle piogge.

Durante la stagione secca (Maggio-Novembre) si presenta come un’enorme deserto di sale, mentre durante la stagione delle piogge (Dicembre-Aprile) il salar è ricoperto da un sottile strato di acqua che forma il famoso effetto specchio. In questo periodo terra e cielo si uniscono, quasi a confondersi l’un l’altro, rendendo difficile capire dove termina una e inizia l’altro.

Il periodo migliore per vedere l’effetto specchio è tra Febbraio e Marzo, mentre nel pieno del periodo delle piogge il salar ha la tendenza ad allagarsi, rendendo inaccessibili alcune zone, come Isla Incahuasi. Vi consigliamo di visitarlo tra Giugno e Settembre se invece cercate un clima migliore e la possibilità di accedere a tutte le aree del salar.

Salar de Uyuni nella nostra sfera di cristallo
Salar de Uyuni nella nostra sfera di cristallo

Cosa vedere al Salar de Uyuni: itinerario di 4 giorni

Di luoghi da vedere attorno al Salar de Uyuni ce ne sono davvero tanti e non basterebbe una settimana intera per visitarli tutti. Sapendo però che molti di voi, come noi, hanno i giorni contati, vi consigliamo di seguire il classico itinerario di 3 o 4 giorni.

Questo itinerario vi porterà alla scoperta dei luoghi più belli e maestosi attorno al salar e vi permetterà di vivere anche esperienze uniche. Assicuratevi però che l’itinerario scelto vi permetta di passare almeno una giornata all’interno del Salar de Uyuni. Molti ci dedicano solamente poche ore e secondo noi non ne vale la pena.

Di seguito vi raccontiamo il nostro itinerario nel Salar de Uyuni di 4 giorni, partendo dal Cile e rientrando in Argentina.

Noi in mezzo al Salar de Uyuni visti dal drone
Noi in mezzo al Salar de Uyuni visti dal drone

Giorno 1: Laguna Blanca, Laguna Verde, Geyser e Laguna Colorada

Il nostro itinerario in Bolivia al Salar de Uyuni inizia dal passo di frontiera di Hito Cajón, dove facciamo tutte le pratiche per uscire dal Cile ed entrare in Bolivia. Qui incontriamo il nostro driver Nelson, che sarà con noi per tutta la durata del tour, e la nostra cocinera, che preparerà tutti i pasti.

Terminate tutte le pratiche e cambiata la jeep, iniziamo a scendere un po’ di quota affiancando l’onnipresente Vulcano Licancabur (5.960 metri) e si entra nella Reserva Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa. La prima tappa della giornata è la Laguna Blanca (circa 4.350 metri) che troviamo ancora leggermente ghiacciata. Questa splendida laguna è caratterizzata da un meraviglioso colore bianco lattiginoso dovuto all’alto contenuto di minerali, come la borace che viene estratta e venduta al Cile.

Poco distante, separata dalla Laguna Blanca da una stretta striscia di terra, si trova la splendida Laguna Verde (circa 4.300 metri). Il suo brillante colore verde-azzurro è dovuto all’alta concentrazione di piombo, magnesio, carbonato di calcio e arsenico e lo si può ammirare maggiormente durante le giornate ventose. Le sue acque sono tossiche ed è per questo motivo che non c’è vita al suo interno e non troverete alcun fenicottero.

Continuiamo l’itinerario verso il Desierto de Dalí (4.750 metri), un insieme di rocce vulcaniche dalle mille forme situate nel bel mezzo di un colorato deserto, conosciuto anche come Pampa Jara, vicino al Salar de Chalviri. Deve il suo nome al fatto che è molto simile ad alcuni paesaggi dipinti dal pittore spagnolo Salvador Dalí, nonostante lui non ci sia mai stato. Le mille sfumature di rosso e giallo e l’insieme delle sue formazioni rendono la visita davvero surreale ed incredibile.

Dal deserto proseguiamo verso le Termas de Polques, una laguna termale che raggiuge una temperatura di 30 gradi e in cui ci si può immergere. Questa acque dicono siano ottime per chi soffre di artrite, grazie all’alta concentrazione di minerali. Qui troverete anche un piccolo ristorante, gli spogliatoi e i bagni (a pagamento).

Il tour continua verso l’area geotermica di Sol de Mañana (4.850 metri), un altro luogo davvero surreale. Qui l’attività vulcanica è ancora molto intensa ed è possibile camminare in mezzo alle pozze di fango ribollente, che può raggiungere i 200°C, e alle fumarole, che possono raggiungere altezze di 15 metri. Il tutto accompagnato da una tremenda puzza di zolfo. Il momento migliore per visitare i geyser è la mattina, quando la luce del sole e la differenza tra la temperature dell’aria e del vapore creano un paesaggio mozzafiato. Non a caso l’area si chiama Sole Mattutino.

Sol de Mañana, insieme a El Tatio in Cile, è tra i pochissimi campi geotermici situati ad alta quota ed è associato al sistema del complesso vulcanico Altiplano-Puna, nonché ad un sistema di faglie che collega i due. Fa inoltre parte del sistema geotermico della caldera della Laguna Colorada ed è stato studiato come potenziale luogo per la produzione di energia geotermica.

Raggiungiamo poi il Refugio Huayllajara, che in realtà sembra un villaggio abbandonato, dove la nostra bravissima cocinera ci preparerà il pranzo.

L’ultima tappa della prima giornata del tour è la meravigliosa Laguna Colorada (4.278 metri), una delle più belle viste durante l’intero viaggio. Si tratta di un grande lago dal colore arancio-rossastro che, con le sue acque ricche di minerali, è un importante sito di accoppiamento e riproduzione del fenicottero di James e del fenicottero delle Ande.

La sua colorazione rossa è data dalla presenza di microrganismi e dai pigmenti di una particolare alga. Durante il giorno però non ha sempre lo stesso colore, che va dal marrone al rosso intenso, in quanto varia in base alle diverse caratteristiche delle sue acque, alla diversa luce del giorno e al clima. Le rive della laguna invece sono tinte dal bianco brillante dei depositi di borace e gesso, che contrastano con i colori accesi delle sue acque.

Prendetevi un po’ di tempo per ammirare questo splendido paesaggio naturale, uno tra i più belli mai visti, senza fretta. Respirate a pieni polmoni l’aria frizzantina che qui è di casa, ascoltate i suoni della natura e riempitevi gli occhi dei mille colori che caratterizzano questo paesaggio surreale.

Da qui ci siamo diretti al piccolo villaggio di Villa Mar, dove abbiamo cenato e abbiamo dormito ospiti a casa della popolazione locale. Qui le sistemazioni, che siano case locali o ostelli, sono molto molto molto spartane, senza riscaldamento e acqua calda. Abbiamo dormito in una camera ricavata nella roccia, umida e fredda, vestiti con abiti pesanti, in un sacco a pelo pesante e con 3 coperte di lana addosso. Ci siamo lavati in tre secondi al freddo e sotto l’acqua fredda, ma è stata un’esperienza bellissima e che rifaremmo altre mille volte.

Il villaggio è molto piccolo e per visitarlo vi bastano 15-20 minuti. Molto carina la piccola chiesa, situata in centro, dove si trova anche la piccola piazza principale.

Giorno 2: Valle de Rocas, Ciudad de Piedra, Laguna Negra, Julaca, Puerto Chuvica

Il secondo giorno inizia presto la mattina e già solo capire di essere sopravvissuti a temperature da era glaciale richiede qualche minuto! Si fa colazione, si impacchettano nuovamente i bagagli, si saluta la famiglia che ci ha ospitato e si parte. I luoghi che si visitano il secondo giorno sono, secondo noi, meno mozzafiato rispetto a quelli del primo, ma sono ugualmente belli.

La prima parte della giornata è dedicata alla visita della Valle de Rocas, una valle ricca di formazioni laviche dalle più svariate forme. La più conosciuta è l’Arbol de Piedra, che ricorda vagamente un albero alto 5 metri formato dell’erosione del vento nel corso di milioni di anni. Ci sono poi la Copa del Mundo, che ricorda la famosa coppa calcistica, El Camel, che in base a come lo si guarda ricorda un cammello o un dromedario. Poi ancora la Ciudad de Piedra, una formazione che ricorda un’intera città, e l’Italia Perdida, che prende il nome da due ciclisti italiani scomparsi in questo luogo. Di loro sono state ritrovate solamente le biciclette.

Dopodiché ci si sposta per pranzo verso la Laguna Negra, dove si fa un breve e facile trekking per raggiungere uno sperone di roccia dal quale si può ammirare questa splendida laguna. Qui si respira una pace e un silenzio fuori dal Mondo, circondati solamente dai rumori della natura selvaggia.

Prende il suo nome dal colore scurissimo della sua acqua, casa di diversi tipi di anatre e uccelli.

Nel pomeriggio si visita Julaca, un piccolo villaggio di appena 66 abitanti e pieno di vecchi vagoni del treno. Questa ferrovia è tuttora utilizzata solo da un treno merci che collega Río Grande e Chiguana, che rallenta ma non si ferma. La stazione, così come molti edifici, è abbandonata alle intemperie.

Qui ci fermiamo per una breve sosta e per provare la particolare birra artigianale della zona: cactus, coca e quinoa.

Ci dirigiamo poi verso Puerto Chuvica, dove si trova il primo hotel di sale in cui passeremo la notte. Il villaggio è molto piccolo, c’è solo la vecchia chiesa da visitare, ma sorge sulle sponde del Salar de Uyuni e gode di una vista pazzesca. Questo hotel di sale è molto spartano e basico, ma fortunatamente nella nostra camera c’era il bagno privato con acqua calda, una rarità in questa tipologia di sistemazione. L’hotel dispone inoltre di una sala comune, sempre fatta interamente di sale, dove si può mangiare tutti insieme.

Prima di cena abbiamo siamo andati ad ammirare il tramonto al Salar de Uyuni, per vederlo avvolto dai caldi colori del calar del sole.

Salar de Uyuni: Igreja de Puerto Chuvica
Salar de Uyuni: Igreja de Puerto Chuvica

Giorno 3: Alba al Salar de Uyuni, Isla Incahuasi, Hotel de Sal, Volcan Tunupa e Mummie di Coquesa

La giornata inizia prestissimo, per recarci ad ammirare l’alba sull’Isla Incahuasi, uno dei momenti più belli di tutto il viaggio in Bolivia. Si arriva all’Isola degli Inca, questo è il significato del suo nome in lingua quechua, quando è ancora buio. Si paga il biglietto di ingresso (BOB 30,00) e si inizia a seguire un breve percorso in salita che porta alla cima dell’isola, da dove si gode di una splendida visuale a 360° sul Salar de Uyuni.

La leggenda vuole che questo nome sia stato dato ai tempi della colonizzazione spagnola. Gli spagnoli arrivarono in queste terre con i loro cavalli, ma questi animali non erano in grado di attraversare il deserto salato in quanto abituati a fermarsi spesso a bere. Invece gli inca si spostavano con i lama, animali abituati a questo luogo e a percorrere lunghe distanze senza avere il bisogno di fermarsi. Così gli Inca, per scappare dagli spagnoli, si rifugiarono a vivere su questa montagna.

L’Isla Incahuasi ospita una colonia di oltre 5.000 cactus e diversi sedimenti e depositi simili a coralli, che spesso consistono in fossili e alghe. Il promontorio è la cima dei resti di un antico vulcano, che fu sommerso quando l’area faceva parte di un gigantesco lago preistorico, circa 40.000 anni fa.

La pace e il silenzio che si respira in questo luogo è qualcosa di fenomenale. Se avete la fortuna di arrivare presto ed averla tutta per voi, come è successo a noi, vi consigliamo di sedervi ed inebriarvi di tutta la bellezza che con il sorgere del Sole apparirà davanti ai vostri occhi. In lontananza, si scorge la gemella Isla del Pescado, situata a soli 22 chilometri di distanza.

Terminato il giro sull’isola il nostro driver e la cocinera ci hanno fatto trovare la colazione pronta ad attenderci. Fare colazione nel bel mezzo del Salar de Uyuni, circondati da tanta maestosità e bellezza, è a dir poco emozionante. Durante la colazione ci hanno raccontato diverse leggende su questi luoghi, una più bella ed interessante dell’altra. Viaggiare con gente del posto, non smetteremo mai di ripeterlo, è il modo migliore per vivere e capire fino in fondo i luoghi che si stanno visitando.

Il nostro tour continua verso Coqueza, un piccolo villaggio situato ai piedi del Vulcano Tunupa che vive soprattutto di coltivazione della quinoa. Qui abbiamo passeggiato per il piccolo villaggio, visitando la sua piccola chiesa e il Museo Arceologico, dove sono custoditi i resti rinvenuti sul vulcano e nelle vicinanze.

Ma l’attrazione principale si trova sul Vulcano Tunupa ed è una grotta dove sono state rinvenute sei persone mummificate. Le Momias de Coqueza riposano qui da secoli e secoli e il loro stato di conservazione è davvero incredibile. Grazie al clima e all’ambiente in cui sono state ritrovate, hanno conservato gli abiti, la pelle, le unghie e altre parti del corpo quasi intatti. Si può accedere alla grotta, ma non è possibile trascorrervi molto tempo perché è necessario evitare la lunga esposizione alla luce e al vento.

Dopo pranzo il tour continua nel Salar de Uyuni e abbiamo raggiunto il famoso Monumento Rally Dakar, dedicato proprio al passaggio della famosa e impegnativa gara di auto e moto. Poco distante si trova la Plaza de las Banderas, dove sventolano decine di bandiere provenienti da tutto il mondo.

Ma l’attrazione principale di quest’area del Salar de Uyuni è l’Hotel de Sal, il primo hotel di sale al Mondo, costruito nel 1998 dalla folle iniziativa di Juan Quesada Valda. L’hotel è interamente costruito di sale, dalle pareti ai soffitti, dai tavoli alle sedie. Nel 2004 l’hotel è stato spostato sulle sponde del salar, per avere la possibilità di offrire un servizio più elevato ai visitatori, e la struttura è stata convertita a museo e negozio di souvenir.

Terminata la visita ci spostiamo verso il secondo hotel di sale del tour, dove lasciamo gli zaini per la notte e ci viene offerta la merenda.

L’ultima tappa della giornata è il tramonto nel Salar de Uyuni, nell’unica zona dove è possibile osservare il meraviglioso effetto specchio anche nella stagione secca. Qui credo che abbiamo perso completamente le parole dalla tanta bellezza che abbiamo avuto la fortuna di osservare. È stato uno dei tramonti più belli mai visti, con colori talmente belli da sembrare finti. Lasciamo parlare le foto!

Giorno 4: Cementerio de Trenes e Tupiza

L’ultimo giorno iniziamo ad avvicinarci verso il confine argentino, facendo come prima tappa il Cementerio de Trenes. Qui, alla fine dell’Ottocento, fu inaugurata la prima ferrovia boliviana, che serviva per trasportare minerali da Uyuni ad Antofagasta, in Cile, sull’Oceano Pacifico. Con il declino dell’industria mineraria, anche la ferrovia fu pian piano abbandonata. Le locomotive che facevano ritorno ad Uyuni, venivano spente e abbandonate al loro destino.

Nel cimitero si trovano oggi un centinaio di locomotive e carrozze, molte delle quali danneggiate dai furti di metallo e dai turisti.

Terminata la visita iniziamo a spostarci verso Tupiza, fermandoci lungo la strada a visitare La Poronga, una curiosa formazione rocciosa a forma fallica. In realtà il bello di questo luogo è tutta la vallata che domina la roccia, vasta ed imponente.

Arriviamo infine a Tupiza, dove ci fermiamo per pranzare dalla sorella di Nelson e per una breve visita della città. Questa città fu fondata tra il 1535 e il 1536 come base di approvvigionamento della spedizione del condottiero spagnolo Diego de Almagro e sorge sul territorio anticamente appartenuto al popolo chichas. Pensate che un tempo questa zona, gli attuali territori della provincia di Sud Chichas, di Nord Chichas e la parte orientale della provincia di Sud Lípez, appartenevano all’Argentina. Fu solo con la proclamazione dell’indipendenza della República de Bolíviar (poi Bolivia) che divennero territori boliviani, ma rimasero comunque contesi fino alla conclusione della Guerra del Pacifico (1879-1884).

Di interessante da visitare c’è la piazza centrale, dove si trova anche la splendida Catedral de Nuestra Señora de la Candelaria.

Da qui proseguiamo poi verso la frontiera con l’Argentina, La Quiaca, dove continueremo il nostro viaggio nella Puna.

Bolivia: Chiesa di Tupiza
Bolivia: Chiesa di Tupiza

Quanto costa il tour del Salar de Uyuni

Avete a disposizione due modi per visitare il Salar de Uyuni: in autonomia noleggiando un 4×4 o prendendo parte ad un tour guidati. Noi vi sconsigliamo di visitare il salar in autonomia, in quanto al suo interno non esistono strade da seguire ed è molto difficile orientarsi. Inoltre non conoscete la zona e i suoi pericoli e rimanere bloccati è molto probabile. Qui il segnale telefonico è pressoché assente, perciò chiamare i soccorsi è praticamente impossibile.

Il modo migliore per vivere questo meraviglioso e remoto posto è prendere parte ad un tour in 4×4 di tre o quattro giorni. Questi tour partono solitamente da La Paz, da Uyuni e da San Pedro de Atacama e il costo non è per niente alto. Potete prenotarli direttamente sul posto, ma se viaggiate in alta stagione vi consigliamo di prenotarli in anticipo.

Partendo da Uyuni o da Tupiza, il costo di un tour di gruppo di 3 giorni e 2 notti è di circa € 160,00/190,00. Il costo del tour di 4 giorni con partenza e ritorno a San Pedro de Atacama invece si aggira tra i €250,00 e i € 280,00. Il prezzo è bene o male lo stesso sia in alta che in bassa stagione.

Nelle cifre sopra indicate sono solitamente inclusi il trasporto in 4×4, la guida, tutti i pasti incluse le bevande e le notti in hotel/ostello. Dovete però pagare a parte il biglietto d’ingresso alla Reserva National de Fauna Andinas Eduardo Avaroa (BOB 150,00), la salita sull’isola Incahuasi (BOB 30,00), l’acqua al di fuori dei pasti e l’ingresso ai bagni. Calcolate di spendere altri € 30,00/40,00 da cambiare in Bolivianos.

Vi informiamo che i bancomat a Uyuni sono scarsi e i pochi che ci sono spesso sono senza soldi. Portate con voi qualche Bolivianos per le spese quotidiane come cibo, bevande, souvenir e mance per gli autisti.

Se desiderate prenotare in anticipo e partire senza pensieri, tra i tanti tour organizzati disponibili online, noi vi consigliamo i seguenti:

Se invece non avete 3 o 4 giorni da dedicare al Salar de Uyuni (sacrilegio!), vi consigliamo queste escursioni in giornata:

Abbigliamento e il necessario per visitare il Salar de Uyuni

In qualsiasi stagione lo si visita, l’escursione termica tra il giorno e la notte è davvero elevata e le temperature possono scendere anche fino a -15°/-20°C di notte. Ricordate anche che vi trovate ad oltre 3.650 metri d’altezza, perciò anche in estate è necessario vestirsi adeguatamente.

Il trucco, come spesso vi diciamo, è sempre quello di vestirsi a strati e di portare con se uno zainetto con un pile o maglio più caldo da utilizzare in caso di bisogno. Sono indispensabili vestiti caldi, più o meno pesanti a seconda della stagione in cui viaggerete, e scarponi da trekking possibilmente impermeabili.

Vi consigliamo inoltre di portare un guscio anti vento ed impermeabile in estate o un cappotto pesante in inverno. In inverno sono inoltre fondamentali un buon intimo termico, sciarpa, calzini caldi e guanti.

Come vestirsi nel Salar de Uyuni
Come vestirsi nel Salar de Uyuni

Tra le altre cose da portare durante un viaggio al Salar de Uyuni vi segnaliamo:

  • Crema solare e occhiali da sole: a queste altezze l’esposizione al Sole è molto elevata e il rischio di ustionarsi è alto. Inoltre, il bianco del salar enfatizza la luce del Sole, provocando fastidio agli occhi e alla vista.
  • Burro cacao o balsamo per labbra: il sale e il vento possono farvi seccare e screpolare le labbra.
  • Asciugamano: utile se vi bagnerete nelle tante sorgenti termali, ma anche per asciugarvi dopo una doccia.
  • Sacco a pelo pesante: le sistemazioni nel salar sono molto basiche e spesso non hanno lenzuola e asciugamani e il riscaldamento non esiste.

Inoltre vi consigliamo di portare con voi qualche oggetto carino se desiderate fare le classiche foto simpatiche che si vedono ovunque su internet. Animali giocattolo, pupazzi, borracce, e chi più ne ha più ne metta.

Se amate fotografare, vi consigliamo di portare con voi qualche batteria di scorta, in quanto le basse temperature le fanno scaricare più in fretta. Portate inoltre un buon treppiede stabile, lo scatto remoto e un powerbank di emergenza con cui ricaricare le batterie qualora dovesse mancare l’elettricità.

Come arrivare al Salar de Uyuni

Nonostante la sua posizione remota e ostile, raggiungere il Salar de Uyuni è abbastanza semplice sia che vi troviate in Bolivia sia che vi troviate in Perù, Cile o Argentina.

Come arrivare al Salar de Uyuni dalla Bolivia. Se vi trovate nella capitale boliviana La Paz e desiderate arrivare a Uyuni, potete optare per un autobus notturno con sedile-letto (cama) (10-12 ore). Questi autobus arrivano la mattina presto, permettendovi di iniziare il tour del Salar de Uyuni lo stesso giorno. In alternativa, se avete poco tempo, potete prendere un volo interno da La Paz a Uyuni con la compagnia Amaszonas che offre 3 voli a settimana.

Come arrivare al Salar de Uyuni dal Cile. Potete raggiungere il Salar de Uyuni dal Cile viaggiando in autobus, ma tenete presente che dovete attraversare il confine e cambiare autobus. Questo modo vi farà risparmiare un po’ di soldi, ma d’altro canto vi farà perdere tanto tempo in dogana per sbrigare le pratiche di immigrazione. La scelta migliore in questo caso è quella di partecipare ad un tour di 3 o 4 giorni con partenza da San Pedro de Atacama.

Come arrivare al Salar de Uyuni dall’Argentina. Sfortunatamente non ci sono autobus diretti dalle città del Nord dell’Argentina a Uyuni. L’unico modo per viaggiare con i mezzi pubblici è prendere l’autobus da Salta fino alla città di confine di La Quiaca. Da qui dovete poi prendere un altro autobus per collegarvi a Tupiza o Uyuni, a seconda del lato delle saline da cui desiderate iniziare il tour.

Come arrivare al Salar de Uyuni dal Perù. Se viaggiate dal Perù, la vostra prima tappa da raggiungere sarà La Paz, per poi prendere un autobus per Uyuni. Potete raggiungerla con un volo interno da Lima, spesso molto costosi, oppure viaggiando in autobus da Cusco.

Il nostro 4x4 nel Salar de Uyuni
Il nostro 4×4 nel Salar de Uyuni

Dove dormire al Salar de Uyuni

La prima notte abbiamo dormito a casa di una famiglia boliviana, nel piccolo villaggio di Villa Mar. È un’esperienza che abbiamo richiesto espressamente al nostro driver, perciò non è prenotabile. Nel villaggio però potete pernottare all’Hostal Huayllajara.

La seconda notte abbiamo dormito a Puerto Chuvica in un hotel di sale gestito da una famiglia locale, molto bello e dotato di alcune camere con bagno privato. Purtroppo non siamo riusciti a trovare i riferimenti, ma possiamo dirvi che è situato in fondo alla strada che dalla chiesa sale verso la montagna.

L’ultima notte, a Colchani, abbiamo dormito all’Hostal Dulce Salada, che vi consigliamo solo se avete buono spirito di adattamento. La struttura è molto bella e curata nei dettagli, realizzata interamente in sale e con ampi spazi comuni. Le camere sono abbastanza grandi, con letto, divano e comodini in sale, e decorate con vari disegni sempre realizzati con il sale. Non hanno riscaldamento e il bagno è condiviso.

Un buon compromesso tra qualità e prezzo è sicuramente l’Hotel de Sal Luna Salada, situato a Colchani, che offre sistemazioni dotate di riscaldamento e bagno privato. L’hotel è realizzato quasi interamente con blocchi di sale e in loco ha un ristorante, dove viene servita anche la colazione a buffet. Il wi-fi è gratuito ed è disponibile nelle aree comuni.

Per una notte davvero indimenticabile e a 5 stelle, potete optare per il nuovo Hotel Palacio de Sal, situato all’ingresso del Salar de Uyuni. Questo hotel è interamente costruito con mattoni di sale e persino l’intero arredamento è fatto con il sale. Inclusi nella tariffa, offre la connessione Wi-Fi, la colazione a buffet e il servizio di navetta aeroportuale se dovesse servirvi. Qui troverete camere doppie, camere matrimoniali e suite una più bella dell’altra. Tutte con il proprio bagno privato. C’è inoltre un ristorante che propone diversi piatti locali.

Viaggio in Bolivia: Dormire in un hotel di sale
Viaggio in Bolivia: Dormire in un hotel di sale

Curiosità sul Salar de Uyuni

☀ In lingua spagnola la parola salar viene utilizzata per indicare una salina. Uyuni invece si pensa che derivi dalla lingua aymara e che significhi recinto.

☀ Lo spessore della crosta del sale può variare da pochi centimetri fino a 10 metri nella parte centrale. Inoltre, è il posto più piatto della terra, con un dislivello totale di solo 1 metro.

☀ Grazie alla sua dimensione e al bellissimo contrasto di colore con l’ambiente che lo circonda, il Salar de Uyuni è perfettamente visibile dallo spazio. Ed è per questo che viene utilizzato dalla NASA per calibrare i satelliti, come l’ICESat e l’Envisat europeo.

☀ Ascoltate i racconti dei campesinos che vivono all’inizio del salar, che vi racconteranno diverse leggende sulla sua formazione. La prima narra che la dea della montagna Yana Pollera, la vetta più vicina a Uyuni, fosse innamorata sia di Tunupa, il vulcano sulla sponda settentrionale del salar, sia con un secondo vulcano chiamato Kusku. Quando diede alla luce un bambino, i due vulcani litigarono duramente su chi fosse il padre. Preoccupata per l’incolumità del bambino, Yana Pollera lo mandò lontano e, preoccupata che suo figlio non potesse sopravvivere da solo, inondò la pianura con il suo latte in modo che potesse nutrirsi. Alla fine il latte si trasformò in sale e nacque il lago, tradizionalmente noto come Salar de Tunupa.

☀ Una leggenda aymarana invece racconta che le montagne Tunupa, Kusku e Kusina che circondano il Salar, un tempo erano dei giganti. Tunupa e Kusku erano sposati, ma quest’ultimo fuggì abbandonando sua moglie per unirsi a Kusina. Addolorata, Tunupa iniziò a piangere talmente tanto che le sue lacrime formarono il salar.

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