Salekhard (o Salechard tradotto in italiano) è il capoluogo del circondario autonomo Yamalo-Nenets situato in Siberia, nel cuore dell’Artico russo. Salekhard, come Rovaniemi, è situata esattamente sul Circolo Polare Artico, lungo la sponda del fiume Ob nell’estremo Nord della Russia, a più di 1.900 chilometri Nord-Est di Mosca. Oltre ad avere un ruolo importante nell’industria del gas, Salekhard svolge il ruolo di centro culturale per le popolazioni indigene che vivono nel territorio della Penisola di Yamal.
La città di Salekhard è stata il punto di partenza della nostra spedizione dai Nenets e ci abbiamo passato diversi giorni, riuscendo a visitarla praticamente tutta. In questo articolo vi raccontiamo la nostra esperienza e vi diamo qualche informazione su come raggiungerla e su cosa vedere.
- Un po’ di storia!
- Quando andare a Salekhard
- Cosa vedere a Salekhard
- Come arrivare a Salekhard
- Come spostarsi a Salekhard
- Dove dormire a Salekhard
- Dove mangiare a Salekhard
- Curiosità su Salekhard
Salekhard (Siberia): cosa vedere nel cuore dell’Artico russo
Un po’ di storia!
Dopo la conquista della Siberia, i colonni russi tra il 1593 e il 1595 fondarono l’insediamento di Obdorsk, al posto di un insediamento dei Khanty chiamato Polnovat-Vozh. Scelsero una posizione strategica sul fiume Ob e il suo nome, in lingua Komi, significa proprio insediamento sull’Ob. La città veniva regolarmente utilizzata come luogo di esilio durante il periodo zarista e quello sovietico. La città e il territorio circostante contenevano tre campi sovietici dove erano detenuti circa 6.500 prigionieri. Circa 1.500 prigionieri lavoravano al porto per scaricare e caricare le merci, mentre i restanti 5.000 lavoravano nella miniera di Mir per pulire i diamanti estratti.
Nel 1807 il governatore di Tobolsk ordinò di demolire le fortificazioni e l’insediamento divenne una città. Nel 1897 a Obdorsk c’erano 30 case, 150 negozi al dettaglio e 500 residenti principalmente impegnati nella caccia, nella pesca e nel commercio. Il 10 dicembre 1930 Obdorsk divenne il centro amministrativo del nuovo circondario Yamalo-Nenet. Il 20 giugno 1933 la città ricevette un nuovo nome, Salekhard, che in lingua Nenet significa insediamento sul promontorio. Salekhard ottenne lo status ufficiale di città nel 1938 e nel 1990 è stata inclusa nell’elenco delle città storiche della Federazione Russa.
Quando andare a Salekhard
Salekhard ha un clima subartico con estati brevi e miti e inverni molto freddi, lunghi e bui. Le precipitazioni sono moderate e sono concentrate maggiormente in estate tra luglio e agosto.
❄ Inverno: da novembre fino alla fine di febbraio solitamente il termometro non sale sopra i -25/-30°C, con picchi di gelo che possono arrivare anche oltre i -35/-40°C. Febbraio però è anche un mese molto ventoso e quindi anche un innocuo -15/-20°C può sembrare insopportabile. Durante quasi tutto dicembre e gennaio si verifica una lieve notte polare, periodo in cui il sole sorge un po’ sopra l’orizzonte durante l’ora di pranzo per poi nascondersi nuovamente subito dopo, immergendo tutto nel buio totale. Tenete presente che a Salekhard l’aria è secca, perciò il freddo si sente meno rispetto ad altre zone artiche.
❄ Primavera: i primi mesi primaverili, marzo e aprile, a Salekhard sono ancora freddi. Le temperature iniziano ad aumentare piano piano, il sole torna a splendere e ad illuminare le giornate che diventano sempre più lunghe. Quando ci siamo stati noi, proprio in questo periodo, la città era ancora innevata e le temperature non erano proibitive. A maggio la temperatura varia da -10 a +5°C e la primavera inizia a sentirsi. Maggio è bassa stagione, il ghiaccio inizia a sciogliersi e le strade si riempiono di poltiglia.
❄ Estate: è forse la stagione più capricciosa ed imprevedibile. La temperatura media è di +15/+18°C, ma può capitare che vari da un estremo all’altro: un giorno ti svegli con 0°C e il giorno dopo con +30°C. Se è un’estate sfortunata la temperatura media si aggira intorno ai +10/+15°C e piove, se invece è un’estate fortunata la temperatura media si aggira intorno ai +18/+25°C tra giugno e luglio e +15/+17°C ad agosto. Inoltre in estate, dal 7 giugno al 7 luglio, potete ammirare le splendide notti bianche, quando il sole illumina il cielo per tutto il giorno. Cloudberries, mirtilli e funghi colorano la tundra e profumano l’aria.
❄ Autunno: la breve estate si trasforma gradualmente in autunno e tra settembre e ottobre diventa più fredda, variando dai +5 ai -15°C. Settembre, così come i mesi estivi, è un buon momento per visitare il Circolo Polare Artico, quando la natura di Yamal splende come un arcobaleno all’inizio dell’autunno. Alla fine di ottobre, di solito, cade la prima neve.
Il fuso orario di Salekhard è UTC/GMT +5 e rispetto all’Italia è 3 o 4 ore avanti. Non osserva l’ora legale. Se i vostri cari o i vostri amici vogliono chiamarvi, dovranno digitare +358 o 00358 prima del vostro numero di telefono.
Cosa vedere a Salekhard
Salekhard è una combinazione di caratteristiche della più antica città polare e la moderna città settentrionale della Russia. Il patrimonio storico e culturale è racchiuso nei monumenti di archeologia e architettura che potete tranquillamente scorgere passeggiando per le vie della città. Gli edifici più antichi risalgono alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo. Salekhard è una città abbastanza grande e, anche se non sembra, ha davvero tantissime cose da poter vedere e visitare. Di seguito vi indichiamo quali sono, secondo noi, le più importanti da visitare.
Quando siamo arrivati in città abbiamo alloggiato in una bellissima zona, molto tranquilla e isolata dal traffico del centro. Vicino al nostro B&B si trova la bellissima ricostruzione della Fortezza di Obdorsky Ostrog, uno dei primi insediamenti russi fondati sul territorio della Siberia. I coloni russi fondarono l’insediamento tra il 1593 e il 1595 nella parte inferiore del fiume Polouy, vicino all’incrocio con il fiume Ob. Nel 1635 il borgo fu rinominato in Porta di Obdorsk, in seguito chiamata Fortezza di Obdorsk. Si pensa che i coloni l’abbiano fondata per la necessità di proteggere la città dalle incursioni straniere e per precludere gli scambi duty-free e proibiti tra gli abitanti delle coste e i samoiedi. La fortezza controllava inoltre il movimento delle merci lungo la strada verso il più grande centro fieristico di quel tempo situato al di là del Circolo Polare Artico, Mangazeya.
Nella seconda metà del XVIII secolo la fortezza iniziò a perdere il suo significato militare e di difesa, fino a quando nel XIX secolo divenne un insediamento commerciale. Allo stesso tempo ha continuato a svolgere un ruolo importante nella collezione delle tasse, gli yasak, dagli abitanti locali, i Nenets e i Khanty. Gli yasak includevano principalmente oggetti di pelle pregiata, come pellicce di zibellino, volpe artica, volpe, ermellino, scoiattolo, topo muschiato e altri animali locali. Nel 1807 il governatore di Tobolsk ordinò di abbattere le mura e le torri in quanto stavano andando in rovina, segnando la fine di questa fortezza. Sotto la guida dell’architetto Alexander Viktorovich Opolovnikov, nel 1992 fu sviluppato un progetto per ricreare la fortezza di Obdorsk.
Nel 1994 Opolovnikov e i suoi collaboratori hanno ricreato la torre di guardia di Obdorsk, ribattezzata Nikolskaya in onore di San Nicola Taumaturgo, venerato nel Nord sia dai russi che dagli indigeni di Yamal. Il 16 settembre 1995, durante la celebrazione del 400° anniversario, il vescovo consacrò la Torre Nikolskaya. L’inaugurazione del complesso storico e architettonico si è svolta il 9 settembre 2006 nell’ambito della celebrazione della Giornata di Salekhard. All’interno della fortezza si trovano la chiesa di San Basilio Magno, un monumento ai Padri fondatori di Obdorsk e una lastra di marmo con i nomi dei rivoluzionari che morirono durante la rivolta contadina del 1921.
Poco distante si trova la casa del mercante Kornilov, risalente al 1895. La casa è considerata di valore storico e architettonico come uno dei primi esempi di costruzione delle abitazioni nell’estremo nord.
Sempre vicino al nostro alloggio si trova il Parco di Gorodskoy Sad, un piccolo parco molto grazioso dove poter passeggiare circondati dalla neve. All’interno del parco si trova anche un piccolo parco giochi per bambini e, di sera, il parco si colora e si accende grazie a diverse sculture luminose.
Dal parco è possibile raggiungere in due minuti a piedi la bellissima Chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo, dai colori azzurro e rosa pastello, l’unico edificio religioso del XIX secolo sopravvissuto che riflette la storia della diffusione del cristianesimo in Siberia. Proprio per questo e per la sua particolare architettura, la chiesa è riconosciuta come monumento architettonico di importanza regionale. La chiesa fu costruita tra il 1890 e il 1894 secondo il progetto dell’architetto tedesco Gotlib Zinke e nel settembre del 1894 il vescovo di Tobol’sk Agafangel la consacrò.
Dopo la guerra gli abitanti hanno utilizzato la chiesa come negozio di verdure, magazzino e persino come sede di una scuola sportiva. Un nuovo vescovo la riconsacrò e la restituì ai credenti solamente nel 1991. Nel luglio 2006 si è tenuta per la prima volta a Salekhard una processione dedicata alla festa dei santi apostoli Pietro e Paolo.
Non potete perdere una visita in Piazza della Vittoria al Parco del 70° Anniversario della Grande Vittoria, all’inizio del quale si trovano la Cappella dedicata ad Alexander Nevsky e le sculture dell’Arcangelo Michele e di Alexander Nevsky. Il 9 maggio 1975, nel trentesimo anniversario della Vittoria, è stato eretto il Monumento ai soldati della Grande Guerra Patriottica, una stele di marmo a quattro lati con sopra inciso Gloria eterna agli eroi che caddero per la libertà e l’indipendenza della nostra Patria!.
Per il cinquantesimo anniversario di Piazza della Vittoria fu eretto un nuovo monumento composto da un obelisco verticale con sopra inciso Ecco la terra con i luoghi di sepoltura dei connazionali caduti sui campi di battaglia durante la Grande Guerra Patriottica del 1941-1945, e una scultura monumentale di un soldato. Ai piedi della scultura brucia una fiamma eterna. Successivamente furono installate anche le stele con l’elenco dei morti di Yamal.
Un’altra parte del complesso, situata sempre in Piazza della Vittoria, è costituita da una lapide commemorativa in onore dei soldati internazionalisti, fondata nel 2003. Più tardi è stata aggiunta una targa commemorativa in memoria di coloro che sono morti nel Mare di Kara vicino all’isola di Bely con la nave “Marina Raskova”, che è stata affondata come parte del convoglio BD-5 il 12 agosto 1944 dal sottomarino tedesco U-365. Ai lati del parco troverete diversi mezzi militari come cannoni e carri armati.
Lungo la strada tra la città e l’aeroporto potete fermarvi ad ammirare il Monumento al 66° Parallelo. Dietro questo monumento si cela un fatto curioso. Il primo monumento è stato installato nel 1980, all’incirca sul luogo del passaggio del Circolo Polare Artico: 66 gradi 33 minuti di latitudine Nord. Nel 2003 però lo staff incaricato si è accorto che la stele non si trovava nel punto esatto e in breve tempo smantellarono il vecchio monumento. Dopo aver identificato il percorso corretto del Circolo Polare Artico, lo staff ha provveduto ad installare nuovamente l’attuale monumento. Di sera la stele è illuminata da luci colorate che ricordano i colori dell’Aurora Boreale.
Poco distante troverete il Memoriale ai prigionieri politici dei gulag addetti alla costruzione di una parte della ferrovia Chum-Salekhard-Igarka, chiamata anche ferrovia della Morte. La costruzione della ferrovia, lunga circa 1.300 chilometri, iniziò con Joseph Stalin ma non fu mai terminata. La sua costruzione provocò però migliaia di vittime tra i prigionieri e i lavoratori locali. Questo faceva parte di un ben più grande progetto, la Transpolar Mainline, progettata per collegare Murmansk e Arckangelsk alla Chukotka nel tentativo di sfruttare efficacemente le ricchezze del Grande Nord. La costruzione della linea ferroviaria era divisa in due sezioni, la Chum-Salekhard (501) e la Salekhard-Igarka (503), alle quali gli abitanti del posto diedero il soprannome Joyful 500. Il memoriale è stato inaugurato il 30 ottobre 2003 in occasione del 50° anniversario della fine della costruzione della ferrovia.
Nelle vicinanze è stata installata una pietra commemorativa con l’iscrizione: “… La via di ferro fino alla fine della terra è stata impietosamente costruita dal destino delle persone. Costruzione n. 501 Chum – Labytnangi – Salekhard – Igarka GULZhDS MUP CCC 1947-1953. Gli affari e i destini non sono dimenticati.“
Sempre vicino all’aeroporto troverete il Museo dell’Aviazione Polare, che custodisce i principali modelli della tecnologia aeronautica russa e racconta la storia delle esplorazioni aeree della Penisola di Yamal. Tra i tanti modelli esposti troverete un Li-2, uno dei pionieri del trasporto aereo di merci e passeggeri nella zona, e un An-2 nella versione idraulica che per un lungo periodo collegò la città di Salekhard con molti angoli difficili da raggiungere della Penisola di Yamal.
Salekhard è ricca di statue e monumenti uno più bello dell’altro e passeggiando per le vie della città ne troverete davvero tanti. Tra questi incontriamo la scultura dei giocatori di hockey, la scultura di Pinocchio, la Fontana ‘Terra’, la scultura della libellula, la stele dedicata all’80° anniversario di Yamal, la scultura della Via Lattea, il monumento dedicato agli indigeni del Nord e la scultura dell’orso polare con un pesce. La scultura Romantics of the 70s, costruita nel 2001, simboleggia una torre e allo stesso tempo sembra una torcia a gas stilizzata. Sulla base di granito sono incisi i nomi di alcune città del circondario autonomo Yamalo-Nenets, che negli anni ’70 era il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi depositi e divenne la più ricca risorsa di gas del paese. La scultura è dedicata alla produzione di 10 trilioni di metri cubi di gas Yamal.
Tra i più curiosi ci sono il Monumento alla Stella Polare, situato vicino al museo di cui vi abbiamo appena parlato, e il Monumento alla Renna, situato vicino al fiume Shaytanka. Il monumento è fuso in lega di alluminio, è alto circa 6 metri e pesa circa 2 tonnellate. La renna per gli abitanti del lontano nord è cibo, abbigliamento, mezzo di trasporto, pelle per gli alloggi, lavoro e il personaggio principale delle leggende locali. Sul piedistallo della scultura sono incise le linee del poema del poeta e scrittore Nenet Leonid Laptsui: “Nei racconti dell’antica Yamal, nei canti delle nuove generazioni, ovunque, le persone riconoscenti onorano le renne con una parola!“.
Vicino trovate il Torch Bridge, con una torre alta ben 100 metri che assomiglia ad una torcia a gas, uno dei simboli del circondario autonomo Yamalo-Nenets. Il ponte divide Salekhard in due parti. Da un lato del ponte sorgono le case moderne della città nuova e dall’altro ci sono le case di legno della città vecchia. Questo progetto ha ricevuto il diploma di bronzo al festival internazionale “Architecture 2005”.
Vicino al fiume Ob troverete un’altra bella scultura costruita nel 2005 raffigurante gli antichi abitanti del Nord, i mammut, le cui ossa e zanne si trovano in tutti gli angoli della Penisola di Yamal. Questa scultura è talmente grande che la si può osservare anche dalla sponda opposta del fiume, dalla città di Labytnangi. Prima di scegliere il luogo in cui installare la scultura, i costruttori hanno effettuato una lunga ricerca storica. Alla fine hanno deciso di installarla a Salekhard in quanto si ritiene che in questa zona ci fosse un’alta concentrazione di animali preistorici.
Per approfondire la storia e la cultura della regione fate un salto al Shemanovskiy Yamal-Nenets District Museum and Exhibition Complex. Un anziano sacerdote della missione religiosa di Obdorsky (l’allora Salekhard), Padre Irinarkh, più conosciuto come Ivan Semyonovich Shemanovsky, fondò il museo nel 1906. Nel 2002 il museo è stato sostituito dal nuovo complesso museale e ha celebrato il suo 110° compleanno nel 2017. Il complesso ospita un museo dedicato alla storia e alla natura della Penisola di Yamal e della regione, un centro espositivo, una biblioteca scientifica con oltre 13.000 libri, di cui alcune rare edizioni scritte a mano, e un insieme di mostre permanenti e temporanee. Nel complesso rientra anche l’appartamento-museo dello scrittore Nenet Leonid Laptsuja.
La parte che abbiamo trovato più interessante in assoluto è la zona dedicata ai mammut. All’interno del museo è conservato uno scheletro di mammut quasi completamente integro, ad eccezione di piccole parti e delle zanne che sono state ricostruite. Troverete inoltre la mummia di un cucciolo di mammut, Lyuba, ritrovato nel 2007 in ottimo stato di conservazione, uno dei migliori al mondo. Tra le altre cose, il museo ospita anche un rarissimo scheletro di un rinoceronte lanoso siberiano e il corpo perfettamente mummificato di un antico abitante di queste zone.
Recentemente è stata firmata una cooperazione tra il Centro Artico dell’Università della Lapponia e il museo di Salekhard. I ricercatori del Centro Artico operano nella penisola di Yamal già da due decenni e non si esclude che in futuro sia possibile la cooperazione, ad esempio, per lo scambio di mostre.
L’ingresso al museo costa 150 rubli (circa € 2,12).
Usciti dal museo e lungo le stradine del centro potete ammirare anche dei bellissimi murales, tutti dedicati alla vita nell’estremo Artico russo. Animali artici, scene di vita quotidiane, navi, e chi più ne ha più ne metta, la street art di Salekhard riempie di colore le vie della città.
Salekhard è la casa di una grande comunità di indigeni Khanty che vendono carne di renna, cloudberries congelati, pesce e pellicce in un mercato locale, che è possibile visitare. I pastori di renne delle zone limitrofe portano i loro prodotti al mercato utilizzando le tradizionali slitte trainate da moderne motoslitte. I Khanty, così come i Nenets, sono convinti che i vestiti e le calzature in pelliccia di renna sono la migliore protezione contro il freddo.
Salekhard ogni anno ospita anche il festival dei pastori di renne, che lasciano i loro accampamenti nella tundra artica e si recano in città per l’occasione. Le loro tradizionali tende in pelle di renna realizzate con pali e pellicce convivono pacificamente per qualche giorno con le nuove case a pannelli nel centro di Salekhard. Il Reindeer Herder Day si celebra alla fine di marzo, durante l’equinozio di primavera. Durante il festival potrete assistere a corse in slitta trainata dalle renne, gare di tiro del lazo, gare di forza e gare di salto ad ostacoli. Le ragazze dei vari popoli invece sfoggiano gli abiti tradizionali in una bellissima sfilata, al termine della quale viene decretato l’abito più bello.
Come arrivare a Salekhard
Nonostante Salekhard sia situata in un angolo sperduto dell’estremo Artico russo, la città è dotata di un piccolissimo aeroporto. Noi abbiamo volato da Mosca con Aeroflot, compagnia di bandiera russa, che in circa 3 ore ci ha portato a destinazione. Aeroflot opera voli diretti da Mosca a Salekhard ogni giorno. Altre compagnie che effettuano questa tratta sono S7 Airlines e Yamal Airlines. Quest’ultima offre collegamenti diretti della durata di circa 3 ore anche da San Pietroburgo, 3 giorni a settimana (mercoledì, venerdì e domenica), e da Ekaterinburg con una durata di circa 2 ore. Altri voli diretti partono da Tyumen, Novyi Urengoy, Nadym e Noyabrsk. Tenete presente però che i voli non sono sempre garantiti a causa delle estreme condizioni meteo che spesso si riversano sulla penisola.
È possibile raggiungere Salekhard anche in treno da Mosca, in partenza dalla stazione di Yaroslavsky, fino a Labytnangi a circa 16 chilometri dalla città. Il treno parte da Mosca due volte a settimana e per arrivare a destinazione ci impiegherete circa 2 giorni. I treni diretti partono anche da San Pietroburgo sempre 2 volte a settimana. Potete prenotare il biglietto direttamente sul sito delle ferrovie russe. Da Labytnangi potete raggiungere Salekhard in circa 30 minuti con l’autobus o il taxi passando sulla strada di ghiaccio oppure in traghetto durante l’estate. Se il fiume non ghiaccia a sufficienza, durante l’inverno il collegamento viene effettuato utilizzando degli hovercraft. Salekhard è inoltre collegato a Vorkuta attraverso la linea ferroviaria uralo-polare. Noi l’abbiamo raggiunta guidando sulla strada di ghiaccio ed è stata un’esperienza meravigliosa.
Come spostarsi in città
Spostarsi a Salekhard non è complicato, ma varia a seconda della stagione in cui la si visita. Sicuramente il modo più economico e migliore per visitarla, in tutte le stagioni, è spostandosi a piedi e percorrendo ogni sua stradina. Le distanze però a volte sono davvero elevate e per percorrerle potete prendere un taxi, abbastanza economici, oppure potete utilizzare gli autobus pubblici. Durante l’inverno il mezzo di trasporto più utilizzato è la slitta trainata dalle renne, seguita dalla più comoda e moderna motoslitta. In estate ci si può spostare anche in barca lungo il fiume, mentre in inverno quando è completamente ghiacciato è possibile percorrerlo in auto o in autobus. Non vi consigliamo di noleggiare l’auto in quanto le strade sono limitate alla città e agli immediati dintorni.
Dove dormire a Salekhard
All’andata abbiamo alloggiato al caratteristico Russkiy Sever, situato nel centro storico di Salekhard. Questo piccolo hotel in legno dispone di 8 camere accoglienti e calde (singole, doppie e familiari). Gli interni sono luminosi e ampi, realizzati interamente in legno naturale e dotati di grandi finestre da dove poter ammirare il bellissimo panorama e, perché no, l’Aurora Boreale danzare nel cielo. Alcune camere hanno il bagno privato, mentre altre hanno il bagno condiviso. La colazione è inclusa nel prezzo e la servono direttamente in camera. È abbondante e americana, composta da uova, salsicce, verdura, frutta, pane e burro.
Al ritorno siamo stati all’Hotel Arktika, costruito nel 1997. È un hotel valutato a 3 stelle e possiamo dire che, stranamente, i servizi e la qualità offerta soddisfa in pieno questa valutazione! Nel 2010 l’hotel è stato premiato ed inserito tra i 100 migliori hotel della Federazione Russa. Le camere sono state modernizzate e sistemate nel 2011. Sono spaziose, arredate con stile, comode e con bagno privato. In camera ci sono la tv, un piccolo frigorifero, una cassaforte, l’accappatoio, le pantofole, un asciugacapelli e tutti i comfort necessari per il vostro soggiorno. La colazione è di 4 portate a scelta da un menù fisso, mentre pranzo e cena sono a la carte.
Dove mangiare specialità locali
Vicino al nostro primo alloggio, passando dal parco, si trova il ristorante Охота, che offre una buona varietà di piatti tradizionali locali e russi. La scelta varia dalla carne al pesce, dalla verdura ai formaggi, il tutto accompagnato da un’ottima birra.
Abbiamo pranzato diverse volte al Cafè Maxim, che offre sia piatti europei sia piatti della cucina tipica russa. I prezzi sono abbordabili ed è aperto tutti i giorni dalle 9.00 a mezzanotte. Alloggiando all’hotel Arktika, ne abbiamo approfittato per cenare nel suo ristorante, l’Arktika restaurant, che offre un menù a la carte con una buona varietà di piatti, tutti molto buoni e i prezzi sono onesti.
Una sera ci diamo concessi il lusso di cenare al Panorama Restaurant situato in cima alla torre del Torch Bridge. Da lassù si ha una splendida vista sul fiume e su una parte di Salekhard. Il ristorante è molto rinomato, la cucina è ottima e durante la serata è possibile ballare e cantare al karaoke. Non è un ristorante economico ma solo per la vista che si osserva da lassù ne vale la pena provarlo.
Curiosità su Salekhard
Passando un po’ di tempo con dei ragazzi locali, abbiamo avuto modo di farci raccontare anche qualche curiosità.
❄ La città di Salekhard è tagliata in due dal Circolo Polare Artico e alcune case o strutture sono poste proprio dove passa il 66° parallelo. A Salekhard può capitare di andare a dormire con metà letto nell’Artico e metà no!
❄ Ai tempi dell’Unione Sovietica, coloro che andavano a lavorare al di là del Circolo Polare Artico, nella parte settentrionale della città, venivano pagati con degli speciali salari polari, mentre quelli che lavoravano nella parte meridionale della città ricevevano gli stipendi standard, un terzo in meno. Hanno abolito questa regola solo di recente, dopo che gli abitanti si sono ribellati.
❄ La bandiera del circondario autonomo Yamalo-Nenets è costituita da un fondo blu con un ornamento bianco che ricorda la corona di Tyumen e una striscia rossa in fondo. Lo stesso ornamento si trova anche sulla bandiera del circondario autonomo dei Nenets. La bandiera è stata ufficialmente adottata il 28 novembre 1996.
❄ La bandiera di Salekhard è costituita da un fondo bianco con una volpe nera al centro. Lo stemma riproduce il simbolismo storico del Principato di Obdorsk come parte della Russia e aveva la seguente descrizione: “In un campo d’argento, una volpe nera cammina con gli occhi e la lingua scarlatti”. La bandiera è stata ufficialmente adottata il 18 febbraio 1998 ed è entrata nel registro araldico di stato della Federazione Russa con il numero di registrazione 230.
❄ Il circondario autonomo Yamalo-Nenets è una delle più grandi entità sul territorio della Federazione Russa, una regione in via di sviluppo stabile e dinamica. Fa parte del distretto federale degli Urali. Si trova nella zona artica della pianura siberiana occidentale, al centro dell’estremo Nord russo. Ha una superficie di 769.250 chilometri quadrati e più della metà del territorio è situato oltre il Circolo Polare Artico. Il circondario è situato in tre zone climatiche: artico, subartico e la zona della fascia settentrionale (taiga) della pianura della Siberia occidentale. Il clima è continentale ed è determinato dalla presenza di permafrost, dalla vicinanza dell’oceano artico e dall’abbondanza di baie, fiumi, paludi e laghi. All’interno del circondario ci sono circa 300.000 laghi e 48.000 fiumi.
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