Prima di visitare un posto nuovo ci piace documentarci sulla cultura, sulle tradizioni, sulle leggende e sulle curiosità che lo circondano. Una volta sul posto cerchiamo di approfondire gli argomenti e ascoltare i racconti delle persone che ci vivono: chi meglio di loro può raccontarci qualche curiosità? In questo articolo vogliamo raccontarvi qualche leggenda e curiosità sull’Islanda che abbiamo raccolto e che ci hanno colpito in particolar modo.
Innanzitutto voglio fare un po’ di chiarezza sulla sua posizione geografica: nonostante vi si trovino molti aspetti, climatici e non, caratteristici delle zone artiche, l’Islanda non fa parte dell’Artico. L’isola è quasi totalmente al di sotto del Circolo Polare Artico, ad eccezione del piccolo isolotto di Grimsey che si trova a Nord davanti ad Akureyri, tagliato in due dal Circolo.
Nonostante ciò, l’Islanda possiede molte particolarità che la rendono una terra unica nel suo genere. Vediamole insieme:
❄ È attraversata dalla faglia che separa la placca Nord Americana da quella Euro Asiatica, visitabile nel Parco Nazionale di Þingvellir;
❄ Possiede il Vatnajökull, il più grande ghiacciaio d’Europa;
❄ È la seconda isola più grande d’Europa, dopo la Gran Bretagna e prima dell’Irlanda, e diciottesima al mondo;
❄ Reykjavik è la capitale più a Nord del mondo, situata sul 64°08′ di latitudine nord. Alcuni le mettono davanti la minuscola cittadina di Nuuk, di pochi chilometri più a nord (64° 10′). Ma la Groenlandia non è (ancora) uno Stato, e non ha una capitale, bensì un capoluogo.
❄ È la formazione geologica più giovane della terra, creatasi solo 25 milioni di anni fa e ancora in fase di formazione: questo spiega perché nell’isola l’attività vulcanica e geotermale sia particolarmente intensa;
❄ Il più grande geyser d’Islanda, Geysir, è anche il più famoso del mondo e ha dato il nome a tutti i gyser del mondo.
Curiosità sull’Islanda: Il Vegvísir
Questo simbolo viene considerato un simbolo magico avente lo scopo di aiutare il portatore a ritrovare la giusta strada lungo il percorso della vita, sia fisica che spirituale. Vegvísir in islandese significa cartello e deriva da due parole: Vegur che significa strada o percorso e Visir che significa guida. Viene chiamato anche Bussola Runica o Compasso.
Le leggende narrano che i vichinghi islandesi, dal IX secolo circa, lo scolpissero abitualmente sulle loro navi in modo da non perdere la rotta anche in caso di brutto tempo. Si pensa anche che molti guerrieri lo disegnassero con il sangue o con la saliva sulla fronte o nella parte interna dell’elmo. Sangue e saliva erano considerati ‘testimoni’, ovvero parti biologiche del portatore del simbolo, necessari per rendere efficace il Vegvísir.
La testimonianza più importante fu ritrovata nel Manoscritto Huld, ossia Manoscritto Oscuro, nome dato a un grimorio islandese, raccolta di incantesimi e racconti, del 16° secolo. In una pagina del manoscritto viene mostrato il simbolo e, oltre al nome, viene riportata la seguente frase
If this sign is carried, one will never lose one’s way in storms or bad weather, even when the way is not known.
traducibile in: Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel brutto tempo, anche se non conosce la strada.
Viene citato anche in un altro grimorio islandese risalente al 1600: il Galdrabók, un piccolo manoscritto contenente una raccolta di 47 incantesimi.
Vivere felici e contenti
Secondo il rapporto Mondiale della Felicità del 2016, una classifica redatta dalla SDSN (Sustainable Development Solutions Network) dell’ONU, l’Islanda risulta essere il terzo paese più felice al mondo subito dopo Danimarca e Svizzera. Basti pensare alla natura incontaminata dell’isola, al sole di mezzanotte, all’aurora boreale, al patriottismo degli islandesi, all’eguaglianza e a molto altro, per capire perché è tra i paesi più felici al mondo.
Gli islandesi e…le pecore (o i cavalli??)!
La densità di popolazione islandese è una delle più basse in Europa: nei suoi 103.001 km² vivono solamente 331.457 persone, ovvero 3 persone per chilometro quadrato. L’unica vera protagonista di questa splendida isola è la natura incontaminata e non è raro trovarsi da soli ad ammirare le innumerevoli cascate, pozze termali, gyser, fiordi e qualsiasi cosa vi possa venire in mente. Ma attenzione, gli islandesi non sono soli: ci sono più pecore che abitanti, praticamente il doppio!
Ma siamo sicuri che non è la stessa cosa anche per i cavalli? Durante il nostro on the road ne abbiamo visti davvero tantissimi.
Gli islandesi e gli elfi
Gli islandesi hanno un vero e proprio culto nei confronti degli elfi e stanno molto attenti a non irritarli. Secondo un recente sondaggio dell’Università di Reykjavík, l’80% della popolazione non esita a credere all’esistenza di queste piccole creature. Nessuno sa dove vivano, ma si pensa che ci sia un elfo ogni 500 abitanti e che, insieme a fate e gnomi, vivano in casette costruite appositamente per loro. Non c’è quindi da stupirsi se per caso venissero interrotti i lavori di costruzione di un edificio o di una strada a causa di alcuni contrattempi: probabilmente si sta infastidendo qualche elfo! Negli anni ’70, ad esempio, a Kopavogur una strada è stata ridotta da due a una corsia dopo gli innumerevoli tentativi falliti di spostare una grande roccia che si credeva essere abitata dagli elfi.
E se tutto ciò ancora non vi basta, pensate che a Reykjavik c’è addirittura una Elf School alla quale è possibile iscriversi!
Fenomeni ottici
In Islanda, grazie alla straordinaria limpidezza dell’aria, sono molto comuni: il più noto è quello chiamato Fata Morgana. Ma come si forma? Le condizioni più propizie allo sviluppo del fenomeno si verificano nelle zone artiche o nel deserto, dove può capitare facilmente che uno strato d’aria molto caldo sovrasta uno strato d’aria più fredda: in questo caso, la differenza tra gli indici di rifrazione può dar luogo alla formazione di un condotto atmosferico che agisce come una lente di rifrazione che altera il percorso dei raggi luminosi, producendo una serie di immagini sia dritte che invertite.
Il nome trae origine da una leggenda celtica: la Fata Morgana era un personaggio dai magici poteri che induceva nei marinai le visioni di fantastici castelli in aria o in terra per distrarli e attirarli verso la morte.
La lingua
L’Islenska, parlato da sempre ma diventato lingua ufficiale solo nel 2011, rimane pressoché immutato dalla sua origine ai giorni nostri ed è quindi la lingua più vicina all’antico norreno parlato dai vichinghi. Grazie a questo cultura e tradizioni possono essere tramandati di generazione in generazione nella loro forma originale, praticamente invariate dalla loro origine.
Recentemente l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha identificato le 10 lingue più difficili del mondo e indovinate un po’: l’Islanda risulta essere la quarta in classifica, poco prima di altre lingue nordiche come finlandese e norvegese.
Basta pensare al nome del famoso vulcano che eruttò nel 2010 bloccando i voli di mezza Europa, l’Eyjafjallajökull, o alla parola islandese più lunga, con le sue 64 lettere Vaðlaheiðarvegavinnuverkfærageymsluskúraútidyralyklakippuhringur per capire perché l’islandese rientra in questa classifica!
Strani mostri
Sembra che anche il lago Lagarfljót, nei pressi di Egilsstadir, abbia il suo mostro! Il suo nome è Lagarfljótsormur e parrebbe essere un’enorme serpente, lungo quasi 90 metri e con diverse gobbe. I primi avvistamenti risalgono al 1345 e si dice sia stato avvistato anche fuori dall’acqua.
Da molti è stato paragonato al leggendario mostro di Loch Ness, ma in questo caso è reale: oltre ad essere stato filmato, una commissione governativa ha ritenuto che il filmato sia ‘autentico’.
Secondo la leggenda, in una fattoria in riva al lago di Lagarfljót viveva una giovane ragazza che aveva acquistato un anello d’oro. Aveva sentito dire che mettendo in una scatola un verme, con sopra l’oro, era possibile aumentare la grandezza di quest’ultimo e così fece. Quando la ragazza, una settimana più tardi, andò a controllare l’oro, il verme era cresciuto così tanto che la scatola non riusciva più a contenerlo. Estremamente spaventata, afferrò la scatola e la lanciò nel lago il più lontano possibile. Il tempo passava, il verme si era trasformato in un mostruoso drago.
Curiosità sull’Islanda e…I primati!
❄ Nonostante la posizione e il clima a volte artico, la più alta temperatura mai registrata è stata di 30,5°C a Teigahorn, Sud Mùlasysla, nel giugno del 1939.
❄ Le renne non sono originarie dell’Islanda, ma vi furono importate negli anni 1770-1778. Oggi vivono allo stato brado circa 3.000 esemplari negli altipiani orientali.
❄ La più grande colata lavica al mondo in tempi storici si è verificata nel 1785 in seguito ad un’eruzione a Skaftàreldahraun, che ricopre una superficie di 565 km2, circa 12 km cubici di lava. Il primo tentativo al mondo di frenare una colata lavica con acqua fu portato felicemente a termine nel 1974, nell’eruzione delle Isole Vestmannaeyjar.
❄ La sorgente termale più attiva al mondo è il Deildartunguhver nel Borgarfjord, Islanda occidentale, che libera 250l/sec di acqua a 100°C .
❄ L’isola più giovane del mondo è Surtsey, al largo della costa meridionale, emersa a seguito di un’eruzione sottomarina nel 1963.
❄ Il merluzzo più grande mai pescato in acque islandesi pesava 58 kg. Il peso medio di questa specie è di 5- 7 kg.
❄ Gli islandesi consumano in media più bevande a base di caffeina di ogni altro popolo. Più del 80% della popolazione dà il suo contributo giornaliero, con sette tazze di caffè al giorno tra gli uomini e di sei tra le donne.
❄ A Reykjavik esiste forse l’unico Museo Fallologico al mondo. Questo museo raccoglie una collezione di 276 peni appartenenti a 90 specie di mammiferi islandesi (alcuni dei quali ormai estinti) e… 1 pene umano!
Il primo addio ad un ghiacciaio..
L’Islanda recentemente ha detto addio al primo dei 400 ghiacciai islandesi scomparso a causa del riscaldamento globale. Una notizia che spezza il cuore, che non avremmo mai voluto leggere. L’ex ghiacciaio Okjökull un secolo fa ricopriva 15 chilometri quadrati di una montagna dell’Islanda occidentale, con uno spessore di 50 metri. Ciò che ne resta oggi invece è meno 1 chilometro quadrato di ghiaccio profondo non più di 15 metri, misure che gli hanno fatto perdere il suo status di ghiacciaio. Per essere definito tale, un ghiacciaio durante l’inverno deve accumulare più massa di ghiaccio rispetto a quella che perde durante l’estate e mantenere il proprio peso costante.
Per commemorare questo avvenimento ci sarà una targa che cita, in islandese e in inglese:
“Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai seguiranno la stessa strada. Questo monumento è il riconoscimento di quanto sta succedendo e di quello che va fatto. Solo così saprete se lo avremmo fatto”
La targa riporta anche la formula “415ppm CO2“, in riferimento alle 415 parti per milione di biossido di carbonio registrate nell’atmosfera lo scorso maggio 2019. Un record, negativo!
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4 Comments
Erik Gunnar marco Andreoni
8 Novembre 2018 at 15:43Ciao, io mi chiamo Erik Gunnar Marco e sono metà italiano metà islandese , devo ammettere che questi articoli sono fatti veramente bene complimenti a tutti ?
Elisa Polini
8 Novembre 2018 at 17:22Ciao Erik,
Grazie mille per i complimenti, nel tuo caso allora fanno doppiamente piacere! 🙂
Giovy Malfiori
15 Febbraio 2017 at 13:41Se consideriamo l’Islanda geograficamente Europa allora bisognerebbe comprendere anche la Groenlandia, no? Infondo sono entrambe (a livello geografico) parte del continente Americano. Il tuo post è interessante… stai però attenta ai termini che usi. Inghilterra e Gran Bretagna non sono sinonimi: l’isola si chiama Gran Bretagna. 🙂
Elisa Polini
15 Febbraio 2017 at 15:12Ciao Giovy. Grazie per il complimento e per le segnalazioni, effettivamente hai ragione ho sbagliato a scrivere! Ho provveduto a correggere 🙂