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Tempio di Karnak: cosa vedere e informazioni per la visita

Durante il nostro ultimo viaggio in Egitto, la splendida crociera sul Nilo, oltre alla meravigliosa Luxor abbiamo visitato uno dei siti archeologici più grandi d’Egitto, il meraviglioso complesso del Tempio di Karnak. Inutile dire che già a prima vista lascia senza fiato, ma è accedendo al suo interno che si viene completamente rapiti dalla sua bellezza e maestosità, rimasta pressoché intatta per quasi 4.000 anni.

Si tratta di una vera e propria cittadella, racchiusa all’interno di un’imponente cinta muraria spessa 8 metri, lunga 2,4 chilometri e costruita con mattoni crudi. Lungo la cinta si trovano ben 8 porte dalle quali si può accedere all’interno, a sua volta diviso in tre parti dedicate ad Amon, Mut e Khonsu.

In questo articolo trovate tutte le informazioni utili per organizzare una visita al Tempio di Karnak in autonomia o con un tour guidato. Trovate inoltre informazioni su come arrivare, cosa vedere e su orari e costi.

Cosa vedere nel Tempio di Karnak e informazioni per la visita

Viale delle Sfingi all'ingresso del Tempio di Karnak
Viale delle Sfingi all’ingresso del Tempio di Karnak

Un po’ di storia!

La costruzione del Complesso Templare di Karnak è iniziata nel XIX secolo a.C. e segue di pari passo il corso della storia dell’Antico Egitto. La struttura è infatti un sovrapporsi di costruzioni di epoche diverse, tanto che del nucleo originale risalente a Sesostri I (XII Dinastia) oggi rimane ben poco.

Dalla XII alla XXX Dinastia, in un arco di oltre 1.600 anni, ogni Faraone ha lasciato nel complesso la propria traccia, apportando modifiche, a volte sfruttando le preesistenti costruzioni, ampliandone i confini e costruendo nuovi edifici.

Le modifiche più importanti le fecero:

  • Tuthmose I, che ampliò il tempio originario costruendo un’ampia corte e fece aggiungere altri piloni.
  • Hatshepsut, che costruì un santuario nella corte costruita dal suo predecessore e collocò due obelischi tra il IV e il V pilone.
  • Tuthmose III, che rifece la corte, ampliò il santuario, aggiunse le due sale dei registri e costruì la sala delle feste.
  • Ramses I, che costruì il II pilone.
  • Seti I e Ramses II, che costruirono la Grande Sala Ipostila, una delle principali meraviglie dell’architettura egiziana, e un nuovo muro di cinta.
  • Sheshonq, che costruì la grande corte colonnata e il I pilone (l’odierno ingresso).
  • Taharqa, che costruì il chiosco al centro della grande corte, con 10 colonne enormi.

Successivamente il tempio rimase in gran parte inalterato, a parte l’aggiunta della cappella in granito nel santuario, ad opera di Filippo Arrideo. Il declino e il decadimento del tempio iniziarono nel periodo imperiale romano e rimase sconosciuto agli europei fino al 1589, quando un autore veneziano lo descrisse per la prima volta nel suo racconto.

Ingresso del Tempio di Karnak
Ingresso del Tempio di Karnak

Cosa vedere nel Tempio di Karnak

Il Tempio di Karnak è uno dei templi più belli ed affascinanti dell’Antico Egitto e, secondo noi, vale la pena visitarlo accompagnati da una guida egittologa. Se esperto di geroglifici ancor meglio, in quanto vi aiuterà ed insegnerà a decifrarne qualcuno. Tra le tante escursioni disponibili, noi vi consigliamo di prenotare con largo anticipo le seguenti:

Tempio di Karnak: Colonne della Grande Sala Ipostila
Tempio di Karnak: Colonne della Grande Sala Ipostila

Grande Tempio di Amon

Il Grande Tempio di Amon è senza dubbio la parte più famosa di Karnak e vi si accede oltrepassando il primo pilone, affiancato da una fila di sfingi criocefale. Questo pilone rimase incompiuto e sono ancora visibili alcuni frammenti dell’impalcatura di mattoni essiccati al sole utilizzati durante la sua costruzione.

Curiosità: La terrazza rettangolare antistante il pilone è stata oggetto di inondazioni in tempi antichi, come testimoniano i segni sulla sua facciata che registrano le altezze raggiunte dall’inondazione dalla XXII alla XXVI dinastia.

Grande Corte

Superato il pilone si accede al Gran Cortile, adornato di colonne sui lati Nord e Sud. Al centro del cortile si trovano i resti del chiosco di Taharqa, di cui resta una sola colonna originale (a destra) completa di capitello, che serviva per la sosta della barca processionale. Nell’angolo Nord del cortile si trova il Tempietto di Seti II, costituito da tre cappelle dedicate rispettivamente (da sinistra a destra) a Mut, Amon e Khonsu, ciascuna con nicchie per l’immagine della divinità.

Sul lato Sud del cortile si trova il piccolo Tempio di Ramses III, con iscrizioni raffiguranti il faraone che uccide i prigionieri nemici sotto lo sguardo di Amon-Ra. Visitatelo perché è davvero molto bello. Oltre il pilone d’ingresso, si accede ad una corte, con passaggi coperti su entrambi i lati, sostenuti da otto pilastri raffiguranti Osiride. Alla fine del cortile si trovano il vestibolo del tempio e la Sala Ipostila, che custodisce tre cappelle dedicate a Mut, Amon e Khonsu.

Grande Sala Ipostila

Proseguendo con la visita si raggiunge il secondo pilone, adornato con due statue in granito rosa di Ramses II che fanno da guardia alla Grande Sala Ipostila.

Oltrepassato il secondo pilone si accede alla Grande Sala Ipostila, la parte più bella e maestosa dell’intero complesso, iniziata da Seti I e terminata da Ramses II. Qui si trovano 134 enormi colonne, finemente decorate con geroglifici, alto e basso rilievi e capitelli papiroformi.

Le colonne centrali, più alte rispetto alle altre, si pensa che rappresentassero il Nilo e per questo i capitelli sono a forma di papiro aperto. Tutte le altre rappresentano il resto dell’Egitto, deserto, e per questo i capitelli sono a forma di papiro chiuso.

Le decorazioni della parete settentrionale della sala, risalenti a Seti I, sono finemente lavorate, mentre quelle nella parete meridionale, risalenti a Ramses II, sono più rozze. Raffigurano le vittorie di Seti I e Ramses II sui popoli della Palestina, della Siria e della Libia.

Ma come mai 134 colonne? La nostra guida ci ha raccontato due teorie differenti. La prima teoria dice che Seti I disse a suo figlio Ramses II che, dopo la sua morte, lui avrebbe governato per 67 anni. Così Ramses II fece costruire 67 colonne per suo padre e 67 colonne per se.

La seconda teoria, forse più veritiera ed elaborata, dice che la Grande Sala Ipostila rappresentava tutto l’Egitto e che le colonne rappresentavano le divinità principali del Basso e dell’Alto Egitto. Ai tempi l’Egitto aveva 42 province e ogni provincia aveva tre divinità, per un totale di 126 divinità. La leggenda della creazione del Mondo narrava che all’inizio la terra era sommersa dall’acqua, dalla quale nacque una roccia a forma di piramide. Da questa roccia si creò un Dio di nome Atum, che a sua volta creò Shu, il Dio dell’aria, e Tefnout, la Dea dell’umidità. Dalla loro unione nacquero Geb, il Dio della terra, e Nut, la Dea del cielo, che si sposarono ed ebbero quattro gemelli: prima Osiride e Nefti e dopo Seth e Iside. Sommando queste 8 divinità alle precedenti 126 ecco che si ottiene 134.

Obelisco di Thutmose I e Obelisco di Hatshepsut

Alla fine della sala si trova il terzo pilone, edificato da Amenhotep III smantellando numerose costruzioni più antiche. Uno stretto corridoio separa il terzo pilone dal quarto pilone e al suo interno si trovavano due obelischi voluti da Thutmose I e Thutmose II per commemorare il Giubileo reale. Oggi si può vedere solo l’Obelisco di Thutmose I, un immenso blocco di granito alto circa 22 metri, mentre l’altro nel 330 fu portato a Costantinopoli dall’Imperatore Costantino. Questi due obelischi contrassegnano l’antico ingresso al tempio.

Poco più avanti, tra il quarto e il quinto pilone, si trovavano altri due obelischi. Oggi è possibile vedere solo ciò che resta dell’Obelisco di Hatshepsut, alto più di 29 metri, il più alto obelisco dell’Egitto ed il secondo più alto del Mondo dopo l’Obelisco Lateranense di Roma. È stato costruito con il granito rosso proveniente dalla cava di Assuan, dove fu disegnato e intagliato in un unico blocco, e il suo pyramidion (punta) era rivestito di elettro, per brillare facilmente al Sole. Nella parte superiore sono presenti rilievi raffiguranti Hatshepsut, Tuthmosis I e Tuthmosis III che fanno offerte ad Amon.

Contro il muro a sinistra c’è una statua in granito rosa di Tuthmose III, raffigurato seduto, che fu uno dei sovrani di maggior spicco della storia dell’Egitto.

Corte del Medio Regno

Il quinto pilone rappresenta ciò che resta della facciata del Tempio di Thutmose I. A destra e a sinistra della porta ci sono piccoli cortili con colonne e statue di Osiride, tutto ciò che resta della grande corte costruita da Tuthmose I attorno al tempio del Medio Regno.

Il sesto pilone conduce invece alla prima Sala dei Registri, costruita da Tuthmose III. Ai lati della porta si trovano due pilastri raffiguranti il fiore di loto e il papiro, simboli rispettivamente dell’Alto e del Basso Egitto. Accanto ai pilastri, Tutankhamon fece costruire due statue dedicate ad Amon e Amonet.

All’interno di questa parte del tempio si trova anche il Santuario, una piccola cappella in granito rosa che contiene ancora il basamento dove veniva appoggiata la barca sacra. Questo santuario è composto in realtà da tre parti distinte: il primo nucleo è stato realizzato da Hatshepsut, la seconda parte è stata realizzata da Thutmose III di fronte al precedente e la terza parte è stata realizzata da Filippo Arrideo, fratellastro di Alessandro Magno, all’interno dei due santuari precedenti.

Akh-Menu, la Sala delle Feste

Alla fine della Corte del Medio Regno si trova la Sala delle Feste, originariamente costruita per celebrare il giubileo (Heb-Sed) di Tutmose III e in seguito usata per la festa di Opet. La parte più importante di questa sala è il Giardino Botanico, una camera con colonne papiroformi e con pareti decorate con bassorilievi rappresentanti piante ed animali incontrati da Thutmose III nel corso delle sue 17 campagne di guerra in Asia e Africa orientale.

Si trova poi la Stanza delle Feste, un’ampia sala arricchita da dieci splendide colonne rosse, con base ridotta e che nell’insieme richiamano i sostegni delle tende militari. Le decorazioni sulle colonne, parzialmente distrutte, raffiguravano il faraone con varie divinità. Accanto, si trova la Sala degli Antenati, dove nel XIX secolo fu scoperta un’iscrizione, conosciuta come Lista Regale di Karnak, in cui Thutmose III era raffigurato nell’atto di porgere offerte a 61 suoi antenati identificati attraverso i loro nomi.

Alle estremità della sala si trovano le Cappelle Rituali, decorate con raffigurazioni di processioni rituali con offerte alle divinità. Si trovano inoltre i resti di una statua di Thutmose III con il dio Amon e la dea Mut.

Lago Sacro

Nei pressi del Tempio di Amon si trova il Lago Sacro, realizzato prelevando l’acqua del Nilo per volere di Thutmose III. Questo lago misura 120 x 77 metri ed è interamente rivestito da un muro in pietra lavorata, interrotta da dei gradini per accedere all’acqua. Il lago veniva utilizzato dai sacerdoti del tempio per lavarsi e purificarsi durante alcuni rituali o in onore delle divinità stesse.

Nei pressi del lago si trovavano gli alloggi dei sacerdoti e dei magazzini adibiti a deposito per le offerte rituali. Tutt’oggi è possibile osservare un grande scarabeo in granito realizzato da Amenofi III in onore del Dio del Sole al mattino Khepri.

Accanto al lago si trovano altri tre piloni. Il settimo pilone fu costruito da Tuthmose III, le cui vittorie sono celebrate su entrambe le facciate. Di fronte alla facciata nord ci sono sette statue colossali in granito rosso raffiguranti i sovrani del Medio e del Nuovo Regno, mentre la facciata sud è preceduta dai resti di due statue di Tuthmose III.

L’ottavo pilone fu costruito dalla regina Hatshepsut ed è quindi il più antico dell’intero complesso del tempio. Thutmose III cancellò il nome di Hatshepsut dai rilievi e solamente Seti I li restaurò, inserendo però il suo nome. Qui si possono vedere due rilievi interessanti. Il primo è il rilievo di Seti I, che tiene il simbolo della vita tra le narici, condotto nel tempio dal dio Montu e seguito dai sacerdoti che portano la barca sacra. Il secondo è il rilievo di Tuthmose III in piedi davanti ad Amon e Khons, con la dea Werethekau e Thoth dietro, che incide il suo nome su un ramo di palma. In origine, entrambi i rilievi raffiguravano Hatshepsut.

Il nono e il decimo pilone furono costruiti riutilizzando materiali provenienti da altri edifici, molto probabilmente da un tempio dedicato ad Aton.

Altri luoghi da vedere nel Tempio di Karnak

Accanto al nono pilone si trova il Tempio di Khonsu, caratteristico esempio dell’architettura del Nuovo Regno. Il tempio fu costruito da Ramses III, ma i rilievi, a parte quelli nelle camere più interne che furono completati durante il suo regno, furono eseguiti durante i regni dei suoi successori Ramses IV e Ramses XII. Se avete tempo, perdetevi tra il vestibolo, la sala ipostila e il santuario, riccamente decorato con rilievi raffiguranti i tre faraoni.

Subito dietro si trova il piccolo Tempio di Osiride e Opet costruito da Euergetes II. Se lo trovate aperto, entrate al suo interno e visitate il santuario e la cappella di Osiride.

Oltre il decimo pilone, un breve viale di sfingi costruito da Ramses XI conduce ad una porta da cui si accede ad un’area non scavata in cui giacciono grandi figure di arieti, sfingi e una grande stele in alabastro di Amenofi III. Qui si trova anche il Tempio di Mut, anch’esso costruito da Amenophi III, al cui ingresso ci sono pilastri con figure del Dio Bes.

Tornando verso l’entrata, se avete ancora tempo, potete visitare il Chiosco di Sesostri I, una delle strutture più antiche dell’intero complesso risalente al Medio Regno. Conosciuto anche come Cappella Bianca, è costruito con pregiata pietra calcarea per commemorare il giubileo dell’omonimo faraone. Al suo interno si trova una base di appoggio per la barca sacra.

Visitate infine il Tempio di Ptah, costruito da Tuthmose III e in seguito ampliato. Per accedervi dovete oltrepassare ben cinque porte e un passaggio d’ingresso che immette in un cortile con un portico. Sotto al portico si trovano due basi d’altare in granito rosso con dediche di Amenemhet I e Tuthmosis III. Al centro del cortile invece si trova una porta che conduce al santuario del tempio, finemente decorato con rilievi ben conservati.

Come arrivare al Tempio di Karnak

Il tempio di Karnak si trova nella città di Luxor, una delle più importanti d’Egitto a livello storico, culturale e archeologico, e dista quasi 660 chilometri dalla capitale Il Cairo.

Per raggiungere il complesso il modo più comodo e veloce è senza dubbio con un volo interno. L’aeroporto più vicino al Tempio di Karnak è quello di Luxor, dal quale poi ci vogliono circa 10 minuti in auto o taxi.

Tempio di Karnak
Tempio di Karnak

Informazioni su orari e biglietti

Il Tempio di Karnak è aperto tutti i giorni, dalle 6.00 alle 17.30 in inverno e dalle 6.00 alle 19.00 in estate. Lo spettacolo serale inizia alle 21.00.

Vi consigliamo di arrivare al Tempio di Karnan in mattinata, all’orario di apertura, così da evitare il caldo torrido e l’enorme quantità di turisti, specialmente nei mesi estivi.

Il costo del biglietto è di EGP 220,00 (circa € 6,60).

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